La serie : Caleidoscopio (Kaleidoscope), 2023. Creata da : Eric Garcia. Cast: Giancarlo Esposito, Rufus Sewell, Paz Vega, Rosaline Elbay, Jai Courtney, Tati Gabrielle, Peter Mark Kendall.
Genere: thriller. Durata: 50 minuti ca. /8 episodi. Dove l’abbiamo visto: su Netflix, in lingua originale.
Trama: La storia di un ambizioso colpo, pianificato per 25 anni dal criminale Leo Pap. Escluso il finale e un breve segmento introduttivo, gli episodi sono disponibili in ordine diverso a seconda del singolo spettatore.
Come iniziare l’anno, se non con una nuova idea formalmente ambiziosa di Netflix? La piattaforma streaming ha infatti inaugurato il 2023 con una miniserie crime la cui struttura varia a seconda dell’esperienza del singolo utente del servizio. Una trovata che fa parte di ciò di cui parliamo nella nostra recensione di Caleidoscopio.
La trama: il colpo del (quarto di) secolo
Leo Pap ha passato quasi vent’anni in prigione, e una volta uscito pensa a una sola cosa: un colpo fenomenale, del valore di qualche miliardo di dollari, reso ancora più ambizioso dal fatto che il bersaglio ha impiegato i servizi di un’azienda i cui prodotti per la sicurezza sono considerati infallibili. Con l’aiuto di vecchi e nuovi alleati, Pap mette in piedi una squadra che dovrebbe riuscire nell’intento, e mentre i preparativi sono in corso lui pensa anche al privato, volendo riallacciare i rapporti con la figlia che non vede da quando è stato arrestato anni addietro.
Il cast: Leo’s Six
Leo Pap è il grande caratterista Giancarlo Esposito, qui promosso a protagonista assoluto, mentre la sua nemesi Roger Salas, inventore del sistema di sicurezza che la banda deve aggirare, è Rufus Sewell. Gli alleati di Pap sono la spagnola Paz Vega (apparsa ultimamente nel quinto Rambo al fianco di Sylvester Stallone), l’australiano Jai Courtney (recentemente visto nei film della DC Comics nel ruolo del criminale Captain Boomerang), l’egiziana Rosaline Elbay (nota per la serie Ramy) e l’americano Peter Mark Kendall (visto in The Americans). La figlia di Leo ha il volto di Tati Gabrielle, già vista su Netflix ne Le terrificanti avventure di Sabrina nel ruolo di Prudence Blackwood. Niousha Noor, attrice americana di origine iraniana, ha un ruolo ricorrente nei panni di Nazan Abbasi, agente dell’FBI che indaga sugli eventi legati al colpo.
La struttura rigorosamente flessibile
Caleidoscopio, che trae il suo nome dall’omonimo strumento ottico, è stato impostato in modo da poter essere visto in qualunque modo, o quasi: i punti fissi sono la breve introduzione, Black, che spiega il funzionamento della miniserie, e il finale, White, che mostra il colpo. Gli altri episodi sono ordinati in modo diverso a seconda del singolo utente di Netflix, e ognuno ha un titolo legato a un colore che si collega a qualcosa di importante nel capitolo in questione.
Di seguito l’ordine in cui chi scrive ha visto la miniserie, e il contenuto cronologico di ciascun episodio nella costruzione non lineare della trama: Yellow (sei settimane prima), Green (sette anni prima), Blue (cinque giorni prima), Orange (tre settimane prima), Violet (24 anni prima), Red (la mattina dopo, unico capitolo ad avere una durata di 35 minuti anziché i 50 circa del resto dello show), e Pink (sei mesi dopo). Ogni strato dell’intreccio si manifesta in modo diverso per ogni spettatore, tra colpi di scena e dettagli che, a seconda della sequenza, possono dare al tutto un contesto ancora più affascinante. O almeno, quello sarebbe il piano alla base del progetto.
Tensione elementare
Non è la prima volta che Netflix gioca con il ruolo del pubblico, come già visto in progetti interattivi come quello di Black Mirror, ma lì c’era solitamente un’idea forte dietro il tutto, e un’esecuzione all’altezza di quel congegno narrativo. Qui, al netto della componente strutturale che è indubbiamente affascinante e senz’altro un espediente da valutare per altri progetti (il giallo e l’horror sarebbero terreni particolarmente fertili per una trovata di questo tipo), non c’è nessun vero guizzo, anzi: anche se la costruzione generale è efficace, il numero di episodi mette a nudo una certa propensione al tempo morto nella prima metà della miniserie (o almeno così era nella sequenza che ha visto il sottoscritto), e l’andamento elementare della trama e la costruzione archetipica dei personaggi non aiutano qualora lo spettatore, intrappolato in un meccanismo il cui fattore di interesse può essere puramente frutto del caso, decidesse di abbandonare il “gioco” in anticipo.
La recensione in breve
Una trovata brillante in termini di fruizione della miniserie non riesce a mascherare la scrittura esile di un thriller la cui struttura non lineare smorza la tensione.
- Voto CinemaSerieTV