La serie: Call My Agent – Italia, 2023. Regia: Luca Ribuoli. Cast: Maurizio Lastrico, Michele Di Mauro, Sara Drago, Marzia Ubaldi, Emanuela Fanelli, Paola Cortellesi, Paolo Sorrentino, Pierfrancesco Favino, Stefano Accorsi, Matilda De Angelis. Genere: Commedia, Satirico. Durata: 6 episodi/50 minuti circa. Dove l’abbiamo vista: Al cinema, in anteprima stampa.
Trama: Lea, Gabriele, Vittorio e Elvira sono i membri della CMA, l’agenzia italiana che si occupa di gestire la carriera e la vita delle star più influenti ed amate del cinema e dello spettacolo italiano. Quando il fondatore Claudio Maiorana decide però di abbandonare l’agenzia e la figlia segreta di Vittorio si presenta a Roma per cercare lavoro, le cose si complicano inaspettatamente per tutti…
Venerdì 20 gennaio debuttano su Sky Italia e NOW TV i primi due episodi di Call My Agent – Italia, serie remake del prodotto televisivo francese Chiami il mio agente! (Dix Pour Cent) del 2015, appuntamento seriale d’Oltralpe che nel tempo si è trasformato in un vero e proprio cult del piccolo schermo. Lo show francese creato da Fanny Herrero partiva da un incipit stuzzicante e molto originale: raccontare il backstage del mondo dello spettacolo francese non attraverso i suoi protagonisti (registi, attori, cantanti e artisti tutti), bensì con indosso la lente degli agenti, angeli senza ali che gestiscono “nell’ombra” vita e carriera delle star con non pochi intralci e situazioni inaspettate.
Un modo di raccontare il mondo dello show business europeo e di ridere un po’ anche di se stessi che in Francia ha funzionato alla grande, mentre l’esperimento italiano sta soltanto adesso salpando dal suo porto verso lidi inaspettati. Nella nostra recensione di Call My Agent – Italia ci soffermeremo su quanto la serie remake diretta da Luca Ribuoli sia un prodotto di insospettabile ironia graffiante, che fa tutti prigionieri e convince nel suo mettere alla berlina autori ed attori del cinema nostrano contemporaneo.
La trama: Benvenuti alla CMA!
Benvenuti alla CMA, agenzia numero uno in Italia nel campo della gestione della vita pubblica delle più grandi star dello show business nostrano: attori, registi, cantanti ed artisti di ogni genere, tutti fanno a gara per essere rappresentati dai membri del team di questo ufficio romano formato da Lea (Sara Drago), Gabriele (Maurizio Lastrico), Vittorio (Michele Di Mauro) e la veterana Elvira (Marzia Ubaldi). Un lavoro molto impegnativo e spietato che però viene ulteriormente messo alla prova nel momento in cui l’anziano Claudio Maiorana, fondatore della CMA, decide di trasferirsi a Bali e di far rilevare l’agenzia storica da un nuovo cliente internazionale. Un putiferio pronto a scoppiare come una bomba ad orologeria, ma che forse la giovane Camilla Zanon (Paola Buratto), figlia di Vittorio avuta fuori dal matrimonio, riuscirà a disinnescare.
Parte così Call My Agent – Italia, arguto remake della serie televisiva di cult che ha debuttato in Francia nel 2015 e che con il tempo è diventate oggetto di culto. Era dunque questione di tempo che anche la macchina produttiva nostrana mettesse le mani sui diritti di sfruttamento del prodotto audiovisivo d’Oltralpe e ne realizzasse una versione italiana. Il risultato, oltre ogni aspettativa e con un ingombrante elefante nella stanza di cui parleremo più avanti, è assolutamente encomiabile ed irriverente.
La grande sfida di interpretare se stessi
Parliamoci chiaro, non è facile interpretare se stessi. E questa, oltre ad altre legate alla forza dell’adattamento, è stata una delle sfide più ardue da affrontare per il regista Luca Ribuoli e la sceneggiatrice Lisa Nur Sultan; due autori che hanno costruito la loro carriera dietro le quinte di prodotti di grande successo di pubblico e critica (per Ribuoli Speravo de morì prima e Noi, per la Sultan anche film notevoli come Sulla mia pelle e 7 donne e un mistero), e che hanno accettato con grande coraggio ed intraprendenza di sporcarsi le mani con un soggetto televisivo pronto ad essere essere traslato allo stato dell’arte dello show business nostrano. Una sfida accettata e superata ad ogni livello, a partire dal gioco ironico su se stessi che hanno messo in atto alcuni dei talent protagonisti dei sei episodi che formato la serie Sky.
Chiamare nomi del calibro di Paola Cortellesi, Paolo Sorrentino, Pierfrancesco Favino, Matilda De Angelis e Stefano Accorsi ad interpretare se stessi ha richiesto una buona dose di ironia ed auto-terapia nei confronti del proprio io pubblico e privato; recitare un copione che sbeffeggia o quantomento mette fittiziamente in scena ossessioni e marchi di fabbrica di ognuna di queste star presuppone restituire sul piccolo schermo anche i lati peggiori del carattere e della vita dei talent protagonisti; un modo di fare televisione satirica di qualità che riflette sui luoghi comuni e sulla “vulnerabilità” di alcuni dei personaggi di spettacolo italiano più amati di oggi, e di certo una sfida che Ribuoli e la sua sceneggiatrice superano a pieni voti.
Un cast affiatato per una sceneggiatura brillante
Merito anche di un lavoro certosino e mai superficiale di traslazione dalla cultura e dallo status quo dell’arte francese a quella italiana. Lo script di Lisa Nur Sultan è difatti sufficientemente originale e piccante da riuscire a svicolarsi con eleganza ed energia narrativa dal suo predecessore dall’altra parte delle Alpi, trattenendo sul copione tutta l’italianità della storia che vuole raccontare al nuovissimo pubblico nostrano di Sky e NOW TV.
Rendere originale qualcosa che parte come adattamento puro e duro senza rinunciare all’aspetto narrativo della territorialità nazionale. Questa è stata la più grande sfida di Call My Agent – Italia, la confezione finale di una sceneggiatura brillante, di una regia sferzante e di un cast eterogeneo semplicemente affiatatissimo, capace di sintetizzare l’estro di interpreti veterani a nuove promesse della televisione e del cinema italiano che verrà. Tutto questo però, non vi ricorda un altro prodotto televisivo italiano di maggior successo?
L’elefante nella stanza
Siamo sicuri che alcuni di voi avranno pensato alla somiglianza impressionante con un altra serie televisiva italiana che ha saputo sbeffeggiare il “dietro le quinte” del cinema italiano di oggi: ovviamente, stiamo facendo riferimento a Boris. Cosa ha a che vedere Call My Agent con lo straordinario prodotto cult scritto da Mattia Torre, Luca Vendruscolo e Giacomo Ciarrapico? All’apparenza, tutto e niente. Questo perché la serie remake di Sky si prefigge lo scopo di sbeffeggiare lo showbiz italiota partendo dal mondo spesso invisibile degli agenti di spettacolo, artefici a tratti invisibili della carriera e delle scelte pubbliche delle star che abbiamo imparato ad amare, quando invece la serie “fuori” di Torre, Ciarrapico e Vendruscolo puntava a crocifiggere sul palo dell’autoironia la vita neurotica e respingente dei set cinematografici e televisivi nostrani.
Due punti di vista opposti ma che si attraggono inevitabilmente, condividendo senza becere sfide il tratto d’unione della graffiante satira nei confronti di un mondo invisibile dal carattere circense ed eterogeneo che lo spettatore comune è abituato a recepire soltanto a prodotto confezionato. Un grande punto di forza questo che rende Call My Agent – Italia un remake televisivo essenziale per lo status quo dell’industria dell’intrattenimento italiano.
La recensione in breve
Call My Agent - Italia è un remake seriale perfetto, perché riesce ad equilibrare con grazia e graffiante ironia gli elementi che avevano fatto il successo del prodotto originale francese, senza fare a meno della territorialità che rende genuina la satira sui retroscena del cinema nostrano e dei suoi eccentrici protagonisti. Semplicemente irresistibile e caustico.
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