La serie: Circeo, del 2023. Creata da: Andrea Molaioli. Cast: Greta Scarano, Ambrosia Caldarelli, Angelo Spagnoletti, Benedetta Cimatti, Guglielmo Poggi e Pia Lanciotti. Genere: Crime, drammatico . Durata: 60 minuti/ 6 episodi (tre puntate). Dove l’abbiamo visto: Su RaiPlay.
Trama: Donatella e Rosaria sono le protagoniste di un fatto di cronaca nera che ha cambiato la storia del nostro paese. La prima è l’unica che sopravvive alle torture e alle violenze dei suoi aguzzini ed è pronta a combattere per ottenere giustizia: per sé stessa, per l’amica e per tutte quelle donne che non sono mai state ascoltate.
Il massacro del Circeo è un tristissimo capitolo della cronaca nera, raccontato sul piccolo e sul grande schermo già innumerevoli volte, tramite documentari, prodotti seriali e lungometraggi, come il recentissimo La scuola cattolica, tratto dal romanzo di Edoardo Albinati. La storia di Donatella Colasanti e di Rosaria Lopez è di quelle che chiunque italiano, sia chi ha seguito i fatti in prima persona quando sono accaduti che le generazioni successive, conosce purtroppo molto bene: una coppia di amiche adolescenti viene portata in una villa del Circeo da un gruppo di coetanei, li le due vengono stuprate, torturate e quasi portate alla morte. Una di loro, infatti, quasi miracolosamente si salva, viene trovata e diventerà protagonista di una vicenda giudiziaria tra le più complesse tra quelle vissute nel nostro paese.
Se i fatti narrati nelle serie e nei film che parlano di questo caso sono sempre quelli, può cambiare la prospettiva attraverso cui vengono narrati: ne La scuola Cattolica il punto di vista era ad esempio quella dei maschi adolescenti, cresciuti nello stesso contesto sociale degli assassini e che osservavano la vicenda dall’esterno. Come vedremo in questa recensione di Circeo, invece, tornano ad essere centrali le vittime, Donatella e Rosaria, ma anche tutte quelle donne che hanno accompagnato l’unica che è sopravvissuta negli anni successivi, nella sua battaglia per essere ascoltata. Visto il peso che questa vicenda ha avuto per la Storia italiana, per le donne di questo Paese, quella femminile è una prospettiva imprescindibile, e la serie di Andrea Molaioli mette da parte il racconto morboso (non ci si sofferma mai più del dovuto su quello che accadde alle ragazze nel 1975), per fare spazio ad un legal drama più interessato alle conseguenze sociali di quanto accaduto piuttosto che ai (terribili) fatti in sé. A nostro parere è una scelta vincente e Circeo, pur perdendosi a tratti negli stilemi da fiction nostrana e nella recitazione un po’ traballante di alcune delle interpreti, è un prodotto che merita la visione.
Dal massacro al processo
Come vi accennavamo al centro di questa storia troviamo in primo luogo Donatella Colasanti e Rosaria Lopez, due giovani donne che, attratte in una villa del Circeo da un gruppo di coetanei benestanti, vennero violentare e poi massacrate. Quello che i loro aguzzini non si aspettano, però, è che una di loro sopravviva: Donatella Colasanti infatti si finge morta e, rinchiusa insieme al cadavere dell’amica nel bagagliaio di una macchina, riesce ad attirare l’attenzione di un passante (controlla, era un metronotte?) mentre i killer stanno cenando e l’hanno lasciata sola.
In seguito quanto accaduto alle due diventerà di dominio pubblico e darà il via ad un caso giudiziario senza precedenti: Donatella diventerà un simbolo delle lotte femministe che all’epoca erano più infuocate che mai, la miccia necessaria per ottenere la revisione della legge sulla violenza sessuale, considerata ancora come un reato contro la morale e non contro la persona. Ad accompagnarla nel suo percorso ci sarà Teresa Capogrossi (Greta Scarano), una giovane e brillante avvocata che fin fa subito prende a cuore la sua causa.
Raccontare un caso che ha cambiato la storia del nostro paese
La direzione che Circeo vuole prendere è chiara fin dal primo episodio: il massacro è quasi un elemento secondario per la narrazione, quello che ci interessa è ciò che avviene dopo. Quello che accade a Donatella e Rosaria viene mostrato (e sottinteso) per dare un peso a quello che si vuole approfondire in seguito: la battaglia legale affrontata dalla “sopravvissuta” per ottenere giustizia per lei e l’amica che non c’è più. Il punto focale della serie è la condizione della donna nell’Italia dell’epoca (con non pochi, tristi, rimandi a quella di oggi), la necessità di cambiare la legge sullo stupro, e questo è ben chiaro fin dal primo episodio, quando Tina Logostena Bassi (Pia Paciotti) spiega a Teresa che per cambiare le cose serve il caso giusto, quello capace di sconvolgere le persone, di catalizzare l’attenzione dell’opinione pubblica.
Se Donatella diventa un simbolo di una lotta molto più grande di lei, di un dolore radicato in una società intera che ha trascurato un problema molto serio, quello della violenza sistemica nei confronti delle donne, questo non può che avere un peso su di lei, che è comunque una ragazza poco più che adolescente. La sua vita cambia radicalmente non solo a causa dell’evento traumatico che l’ha segnata per sempre ma anche per il fardello che le viene poi collocato sulle spalle: che cosa significa rappresentare un’intera categoria di persone che hanno subito le stesse cose? Quali sono le aspettative che ora ricadono su di lei? Come deve comportarsi “un’icona femminista” agli occhi del grande pubblico? Ed è qui che entrano in gioco i media, e il ruolo che hanno svolto nella percezione della vicenda processuale in Italia. Insomma, Circeo esplora nei suoi sei episodi (distribuiti in prima serata su Rai 1 in tre puntate) delle tematiche importanti, portando lo spettatore in particolare ad interrogarsi sulla condizione femminile e sulle differenze di genere, tanto nella società di ieri come in quella di oggi: quanto è veramente cambiato? Qual è il lascito della lotta di Donatella e di tutte le altre donne che l’hanno guidata ed accompagnata?
Le protagoniste di questa storia
Il cuore della serie sono i personaggi di Donatella, interpretata dalla giovane Ambrosia Caldarelli, e la Teresa Capogrossi di Greta Scarano, personaggio fittizio funzionale a rappresentare tutte le donne che hanno seguito da vicino la vicenda. Entrambe sono convincenti e, pur perdendosi a tratti in una recitazione un po’ affettata e sopra le righe, rendono giustizia alla storia che sono state incaricate di raccontare. Se inizialmente abbiamo storto un po’ il naso scoprendo che un ruolo così importante era stato fatto ricadere su un personaggio che non è realmente esistito, a visione ultimata possiamo affermare che la serie non perde per questo di realismo, e che “creare” Teresa è stata un’ottima scelta dal punto di vista narrativo: è una figura che ne racchiude tante altre, capace di coinvolgere lo spettatore con la propria passione ed il proprio attaccamento alla causa.
La recensione in breve
Circeo è una serie ben riuscita che rende giustizia ad un caso di cronaca nera sconvolgente, non soffermandosi morbosamente sui fatti ma prediligendo il racconto di tutto ciò che avvenne dopo, di un processo che cambiò radicalmente la storia del nostro Paese.
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