La serie: Città in Fiamme, del 2023 Creata da: Josh Schwartz, Stephanie Savage Cast: Chase Sui Wonders, Wyatt Oleff, Ashley Zukerman Genere: Crime. Durata: 60 minuti ca./8 episodi. Dove l’abbiamo visto: Su Apple Tv+.
Trama: La notte del 4 luglio 2003, durante la festa dell’Indipendenza, qualcuno spara alla giovane Samantha Yeung. L’indagine farà emergere una connessione tra il proliferare degli incendi a New York, la scena punk underground e il mondo dell’alta finanza di Manhattan.
Nel 2015, l’uscita del romanzo Città in Fiamme dell’esordiente Garth Risk Hallberg ha rappresentato un vero fenomeno editoriale, e contro ogni pronostico l’ambizioso “labirinto di carta” da 911 pagine ambientato nella variopinta New York del 1977 – tra la ricca Manhattan dell’alta finanza, i sobborghi popolari di Brooklyn e la scena punk del Lower East Side – è riuscito conquistare milioni di lettori in tutto il mondo.
L’ottimo romanzo di Hallberg, però, rappresenta soltanto un punto di partenza per Josh Schwartz e Stephanie Savage, già creatori di The O.C., Gossip Girl e Nancy Drew. Con una scelta che non sta mancando di generare polemiche, l’adattamento seriale targato Apple Tv+ non si svolge negli anni Settanta, bensì nei primi anni Duemila, sfruttando un’importante convergenza storica: sia nel 1977 che nel 2003, infatti, la città fu colpita da un prolungato blackout che gioca un ruolo chiave nella narrazione.
Un azzardo che senz’altro stravolge le atmosfere del libro, ma che ne lascia comunque intatta la premessa, ovvero l’omicidio di una ragazza a Central Park durante una notte di fuochi d’artificio e festeggiamenti (nel romanzo era il Capodanno, qui l’Indipendence Day). Anche qui, la vittima rappresenta il punto di incontro tra un gran numero di vite, intrecci e misteri… Ma com’è, in definitiva, questa nuova miniserie? Facciamo il punto con la nostra recensione di Città in fiamme, su Apple Tv+.
Una trama intricata e densa di mistero
Charlie è un adolescente tormentato e taciturno, che si reca ogni settimana nella Grande Mela per incontrare uno psicanalista con cui sta facendo un percorso per superare la morte di suo padre, vittima dell’attentato contro le Torri Gemelle.
Vagando per le strade di New York, Charlie incontra Samantha, un’ex compagna di scuola vivace ed estroversa che lo spinge a uscire dal guscio in cui si è rinchiuso da fin troppo tempo.
Ben presto, Charlie si innamora della ragazza, che gli fa conoscere la musica punk e la band underground degli Ex Post Facto, in procinto di rinascere con il nome di Ex Nihilo. Dopo un breve periodo di allontanamento reciproco, i due si danno appuntamento per il 4 luglio, in occasione dei festeggiamenti per l’Indipendence Day.
La meta è, ovviamente, l’atteso concerto suburbano degli Ex Nihilo, ma quella sera Samantha è stranamente nervosa e preoccupata.
Nel frattempo, tra il pubblico c’è anche il fondatore della band, William: al di là dell’alone di leggenda che lo circonda si cela però un artista narcisista, tossicodipendente e ribelle che, malgrado gli atteggiamenti punk, è in realtà il rampollo di una delle più potenti famiglie di Manhattan. Da tempo William sta fuggendo dai suoi legami familiari, e neppure il fidanzato Mercer riesce a spingerlo a riconciliarsi con la sorella Regan, con cui non parla da 15 anni.
Regan che, nel frattempo, sta facendo i conti con le pressioni del ricco zio, con l’imminente arresto del padre per frode fiscale e soprattutto con una difficile separazione dal marito Keith, che l’ha tradita proprio con… Samantha!
Mentre questa ragnatela di eventi e relazioni precipita sempre più rapidamente, a mezzanotte, nel cuore di Central Park, Mercer e Charlie ritroveranno Samantha in fin di vita.
Chi le ha sparato? E perché?
Una ferita ancora aperta
Dal taciturno Charlie al bohémien William, passando anche per la tormentata Regan e per il gruppo di amici piromani di Samantha, tutti i personaggi di Città in Fiamme hanno un lato oscuro.
Nella reinvenzione di Josh Schwartz e Stephanie Savage, sull’intera vicenda aleggia la lunga ombra dell’11 settembre 2001, un evento che ha lasciato una ferita aperta nel cuore di tutti i newyorkesi e ha fatto emergere ogni sorta di ansia e contraddizione fino a quel momento latenti.
Molto spesso il cinema e il piccolo schermo ci hanno racconto il dolore dei familiari delle vittime: in Città in Fiamme, però, l’obiettivo si allarga, e intravediamo un trauma sociale ben più profondo, che non ha risparmiato davvero nessuno.
All’indomani dell’attacco alle Torri Gemelle, ci troviamo di fronte a una New York divisa e lacerata, in cui tutti cercano inconsciamente di stordirsi e dimenticare, ricorrendo agli strumenti più disparati: alcuni ci provano con lo psicologo, altri con la droga, altri ancora con la fuga dalla famiglia e il tradimento…
La nuova miniserie Apple Tv+ riesce a tracciare un ritratto dissacrante e impietoso di una città che non ha ancora spento le fiamme di Ground Zero, che anzi divampano fuori controllo (metaforicamente e non solo) in tutti i quartieri e gli ambiti della società. Una scelta che, pur tradendo l’originaria ambientazione del romanzo, riesce a scavare a fondo nelle ansie di una generazione, coniugando il teen drama con il crime giallistico per fotografare una grande stagione di sofferenza e turbamento.
Al netto di una sceneggiatura che semplifica notevolmente il materiale di partenza e di un montaggio registico non sempre così ispirato, sta proprio qui il vero, grande merito di Città in Fiamme…
La città come protagonista
Nella variopinta galleria di personaggi di Città in Fiamme, il rischio del “già visto” è davvero dietro l’angolo: tra archetipi profondi e luoghi comuni ben più superficiali, incontriamo il disagio adolescenziale, la ribellione dei teenager, una ristretta cerchia di ricchi perbenisti che nascondono segreti meschini e pure un coppia di amanti omosessuali alle prese con le rispettive famiglie. Come se non bastasse, c’è pure una giovane estroversa, solare e misteriosa che viene ritrovata in fin di vita, proprio come la Laura Palmer di Twin Peaks.
Il cast, tuttavia, fa del suo meglio nel conferire profondità a queste figure, facendo emergere una platea di personaggi caratterizzati da una discreta autenticità: tra i vari interpreti spicca, in particolare, il talento di Ashley Zukerman (Keith), già star dell’ottimo e semisconosciuto Manhattan e del recente Il Simbolo Perduto, miniserie prequel de Il Codice da Vinci.
La vera protagonista della miniserie, però, è soprattutto la Grande Mela, la città che non a caso dà il titolo al racconto: a raccontarla con un linguaggio fresco e incisivo contribuiscono soprattutto un’eccellente colonna sonora e una fotografia che riesce a catturare il fascino senza tempo della New York di inizio millennio.
Laddove la narrazione non riesce a essere sempre incisiva come vorrebbero i due autori, subentra molto spesso la capacità di suggestionare e di parlare per immagini: un aspetto encomiabile, troppo spesso trascurato dalla serialità contemporanea.
La recensione in breve
Benché non esente da sbavature, la storia di Città in Fiamme scava a fondo nell'anima della New York post 11 settembre, mettendo a nudo il trauma di un'intera generazione e le profonde e laceranti contraddizioni che si agitano sotto la tranquilla superficie della metropoli.
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Voto CinemaSerieTv