La serie: Cobra Kai 6 parte 1, 2024. Creata da: Hayden Schlossberg e Jon Hurwitz. Genere:: Azione, sportivo, adolescenziale. Cast: Ralph Macchio, William Zabka, Xolo Maridueña, Mary Mouser, Tanner Buchanan, Martin Kove, Courtney Henggeler. Durata: 40 minuti circa/5 episodi. Dove l’abbiamo visto: in anteprima su Netflix.
Trama: Nella Valley è tornata la pace, ma l’ombra maligna di John Kreese si staglia all’orizzonte: il miyagi-do si prepara allo scontro finale contro una nuova squadra di nemici.
A chi è consigliato? A chi cerca storie sopra le righe, esageratissime e cialtrone (nel migliore dei termini!)
I fan di Cobra Kai lo sanno: nella serie creata da Hayden Schlossberg e Jon Hurwitz e con protagonisti (tra i tantissimi) Ralph Macchio e William Zabka, non troveranno situazioni realistiche, moderazione. La Cobra Kai che amiamo è sempre sopra le righe, esageratissima, cialtrona. Esattamente come il personaggio di Zabka, Johnny Lawrence, che ne incarna perfettamente l’anima. In fin dei conti si tratta di una serie che racconta di adolescenti che si picchiano tantissimo, in tutte le occasioni possibili, e di adulti che li allenano a picchiarsi ancora meglio. Lasciate quindi ogni pretesa di serietà voi che vi approcciate alla visione, seguire Cobra Kai è come entrare in un mondo altro, in cui si da per scontato che là realtà si pieghi a leggi diverse e particolari: gli adulti sono più sconsiderati dei ragazzini, le autorità non arrivano mai in tempo quando orde di teenagers se le danno di santa ragione, e il karate è una ragione di vita per chiunque inizi a praticarlo.
Ormai ben lontana dal cavalcare il successo della saga originale, perché capacissima di vivere di vita propria, Cobra Kai è arrivata alla sua sesta stagione su Netflix, e verrà distribuita nell’ormai consueta modalità a tranche, con i primi cinque episodi in piattaforma dal 18 luglio. Scopriamo quindi insieme che cosa dobbiamo aspettarci dalla serie in questa recensione di Cobra Kai 6 Parte 1.
Dalla Valley alla Corea
La storia riprende da dove l’avevamo lasciata, finalmente i cattivi sembrano essere stati puniti e la pace regna nella Valley: per la prima volta in più di 50 episodi tutti sembrano andare d’accordo, Daniel e Johnny sono finalmente amici, Robby e Miguel si sentono ormai quasi fratelli, Tory e Samantha hanno sepolto l’ascia di guerra. Inoltre, Johnny si appresta a diventare ancora una volta papà, e la prospettiva sembra rendere tutti ancor più felici e pronti a credere in un’amnistia duratura.
Ovviamente, le cose non rimarranno così tranquille tanto a lungo, sappiamo infatti che John Kreese è scappato di prigione ed è a piede libero. La sua sete di vendetta nei confronti di Johnny e di Daniel (e del suo dojo Miyagi-do) lo porterà fino in Corea e ad allearsi con un suo vecchio maestro, insieme metteranno insieme una nuova squadra con cui partecipare al tanto atteso torneo internazionale Sekai Taikai, una squadra pronta a sbaragliare (con la consueta crudeltà che caratterizza Kreese) tutti i suoi nemici.
Una ricetta che funziona ma…
Come vi anticipavamo in apertura Cobra Kai è una serie dalle caratteristiche ben definite, che ha riscosso un enorme successo (se vi ricordate è stata comprata da Netflix dopo due stagioni su Youtube dove era diventata un piccolo cult) proprio per tali caratteristiche, ossia la spensieratezza e il citazionismo. Ma per quante stagioni si può andare avanti ripetendo la medesima formula? Quanti personaggi e villain si possono ripescare dal cestone di Karate Kid prima che lo spettatore smetta di trovare entusiasmanti le nove entrate in scena ed il tutto diventi un po’ ripetitivo? Dobbiamo ammettere che, per quanto la serie resti divertente e coinvolgente, in questi primi cinque episodi si percepisce una certa stanchezza, come se si stessero esaurendo le cartucce in canna da giocare.
Questa “stanchezza” risulta principalmente evidente nella parte della storia ambientata in Corea, i cui protagonisti sono il cattivissimo John Kreese e l’ancor più cattivo maestro di arti marziali coreano: insieme danno vita ad un mix più caricaturale che terrificante e non raggiungono gli apici di sinistra perfidia che nelle stagioni precedenti caratterizzavano lo stesso Kreese e soprattutto il serpentino Terry Silver (Thomas Ian Griffith). La mancanza di un villain come si deve è forse il difetto peggiore di questa sesta tranche di episodi, perchè le parti ambientate nella Valley funzionano bene, soprattutto quelle incentrate sui nostri “enemies to lovers” preferiti di sempre Daniel e Johnny, ma il resto stenta purtroppo ad ingranare. Dovremo aspettare novembre e poi i primi mesi del 2025 per scoprire se il finale di Cobra Kai – si tratta infatti dell’ultima stagione – saprà entusiasmarci, chiudendo con un colpo di coda un’avventura durata sette anni.
La recensione in breve
Cobra Kai è sempre la stessa: spensierata, caciarona e citazionista. La formula si sta facendo però un po' ripetitiva e manca un villain di spessore per portare avanti la narrazione.
Pro
- La serie è divertente e coinvolgente
- L'anima di Cobra Kai è sempre la stessa: citazionista e spensiertata
- I protagonisti si fanno voler bene
Contro
- I villain non hanno lo stesso spessore di quelli delle stagioni precedenti
- Si percepisce una certa stanchezza di esecuzione
- Voto CinemaSerieTV.it