Trama: La storia di un uomo che, grazie al suo talento naturale, alla perseveranza e al fiuto per gli affari, ha osato sfidare il suo status sociale di figlio di una sarta e di un pescatore, diventando uno degli stilisti più importanti.
Seguendo le orme artistiche e produttive di Halston, miniserie targata Netflix creata da Ryan Murphy e tutta dedicata alla vita e ai successi del grande stilista britannico, venerdì 19 gennaio arriva in esclusiva nel catalogo di Disney+ Cristòbal Balenciaga. Il titolo del progetto per piccolo schermo parla chiaro, è la riduzione televisiva delle tappe professionali e private più importanti del re della moda internazionale omonimo, dal suo periodo parigino ai grandi riflettori della haute couture globale. Con l’attore Alberto San Juan che si trasforma con grande rispetto e verosimiglianza nello stilista di origine spagnola che la moda l’ha cambiata per davvero.
Nella nostra recensione di Cristòbal Balenciaga ci addentreremo più profondamente nella mente, nelle intuizioni e nelle genialità del protagonista titolare, accendendo i riflettori sulla carriera e la vita privata di uno degli uomini più importanti del Novecento, un genio estroso che ancora oggi è nome e brand di esclusivo privilegio nell’ambiente dell’alta moda contemporanea. Il tutto condensato in una miniserie di sei episodi di ottima fattura ed efficacia.
L’esilio parigino

La serie muove i suoi primi passi quando l’allora poco conosciuto stilista presenta la sua prima collezione di Haute Couture parigina nel 1937. Si è lasciato alle spalle una carriera di successo nei suoi atelier di Madrid e San Sebastian vestendo l’élite e l’aristocrazia spagnola. Tuttavia, i modelli che avevano fatto tendenza in Spagna non funzionano nell’impero della moda sofisticata di Parigi, dove Chanel, Dior e Givenchy sono il punto di riferimento dell’Haute Couture. Guidato dall’ossessione per il controllo in tutti gli aspetti della sua vita, Cristóbal Balenciaga definirà il suo stile e alla fine diventerà uno dei più importanti stilisti di tutti i tempi.
Un’ascesa vertiginosa raccontata con cura dei dettagli e rispetto per le vicende storico-biografiche del personaggio nella miniserie in sei episodi targati Disney+ e creata da un team di showrunner iberici di tutto rispetto: una squadra capitananta da Lourdes Iglesias e dai 12 volte vincitori del premio Goya Aitor Arregi, Jon Garaño e Jose Mari Goenaga, autori del grande successo cinematografico spagnolo La trincea infinita. Il film pluripremiato del 2019 raccontava con grande efficacia la vicenda di Manuel Cortés Quero, sindaco repubblicano del comune di Mijas nella provincia di Malaga, che nel 1939, durante la guerra civile spagnola, si nascose nella propria abitazione per sfuggire ai rastrellamenti franchisti, restandovi per 30 anni, fino a quando non venne decretata l’amnistia. Un background storico e culturale che, pur in maniera più diluita, torna prepotentemente nel ritratto televisivo di Cristòbal Balenciaga, tra i più influenti stilisti di alta moda di tutti i tempi e probabilmente il più riverito ed insuperabile nella storia di Spagna.
Un rigoroso sarto dei sentimenti

Lungi dal profilarsi come un prodotto televisivo rivoluzionario, la serie targata Disney+ (la prima in assoluto per la Spagna e sulla popolare piattaforma di streaming) restituisce nonostante tutto un ritratto intimo e professionale dello stilista iberico fortemente enigmatico. Lo diventa ancor di più quando l’ascesa nel mondo elitario dell’alta moda francese si mescola con i tristi avvenimenti storici a cavallo tra la fine degli anni ’30 e il corso degli anni ’40: non è un caso che Cristòbal Balenciaga racconti anche parte della Storia dell’Europa del periodo, tra rastrellamenti tedeschi, invasione nazista ed incertezza economica e morale. Dilemmi che il mondo della haute couture visse in primissima persona, divisa tra apoliticità e schieramento politico.
Lo stilista spagnolo, omosessuale non dichiarato che però intratteneva una relazione sentimentale con il suo assistente Wladzio D’Attainville (Thomas Coumans), si ritrovò a dover affrontare la chiusura dell’atelier da parte delle nuove autorità tedesche in città a causa delle voci sempre più insistenti sulla sua “inversione sessuale”, ovviamente mal vista dal totalitarismo nazista che imperava sull’Europa intera. L’ombra della dittatura si staglia quindi ancora una volta sulla figura di Balenciaga, “esiliato” professionalmente a Parigi dopo che il suo Paese natio era stato rovesciato dal pugno di ferro di Francisco Franco, nel corso degli anni ’30.
Il filo nascosto del genio di Balenciaga

Raccontare dunque l’uomo per narrare al contempo i grandi cambiamenti e le grandi trasformazioni storico-sociali dell’intera Europa. Una culla cosmopolita che Cristòbal Balenciaga accoglie sempre di più come la sua audience e clientela favorita, quella che lo premierà e lo incoronerà come il Re della Moda internazionale. Grazie all’intuito di un professionista del settore che ha saputo cogliere con intelligenza ed arguzia non solo i cambiamenti di costume della società del suo tempo ma anche le linee e i tessuti che si tramutavano con essi, Balenciaga viene qui ritratto come un genio incomparabile, capace di tener testa e addiritutura superare le sopraffine innovazioni di alta moda di personaggi (e rivali incalliti) quali Coco Chanel e Christian Dior.
In tal guisa, la performance interpretativa dell’attore spagnolo Alberto San Juan è degna di nota. L’interprete iberico decide di calarsi corpo e mente nella psiche insondabile e geniale di Cristòbal Balenciaga con grande trasporto e professionalità, imitandone (in senso buono) voce, aspetto e gestualità. Di certo, l’attore è stato aiutato da uno script realizzato a otto mani da Lourdes Iglesias, Aitor Arregi, Jon Garaño e Jose Mari Goenaga che ha più punti in comune di quanto non si pensi con il film cult Il filo nascosto di Paul Thomas Anderson. Di certo non nel linguaggio dietro la macchina da presa né nelle ambizioni, bensì nei rapporti conflittuali dello stilista spagnolo con le persone vicine e lontane che hanno influenzato la sua vita e le sue enigmatiche scelte. Proprio come facevano i personaggi che roteavano attorno all’inavvicinabile Woodcock interpretato dal gigantesco Daniel Day-Lewis nel film del 2017.
Un nome, un brand riconoscibilissimo

Per questi motivi Cristòbal Balenciaga sarà un prodotto destinato al piccolo schermo che potrebbe soddisfare più palati: dagli spettatori casuali ai più aficionados alle vicende dello stilista iberico, fino agli esperti di storia di alta moda, che qui troveranno pane per i loro denti all’interno di una confezione televisiva laccata e scintillante, seppur non priva di cliché e debolezze narrative. Difetti di certo valicabilissimi per un tv show tutto europeo che debutta in gran baldanza nel catalogo in streaming di una delle più popolari piattaforme in punta di piedi ed orgogliosamente recitato in lingua spagnola.
Infine, potremmo dunque affermare che la miniserie spagnola con protagonista Alberto San Juan e tutta dedicata all’ascesa al successo di Cristòbal Balenciaga nel mondo della moda è un prodotto televisivo magari non innovativo nel suo essere biografia a puntate, eppure è allo stesso tempo rispettoso del celebre personaggio, è godibilissimo e quantomeno è serie tv di grande impatto…di stile!
La recensione in breve
La miniserie spagnola con protagonista Alberto San Juan e tutta dedicata all'ascesa al successo di Cristòbal Balenciaga nel mondo della moda è un prodotto televisivo rispettoso del personaggio, godibilissimo e di grande impatto stiloso.
- Voto CinemaSerieTV