La serie: Cruel Intentions, 2024. Creata da: Phoebe Fisher, Sara Goodman. Cast: Sarah Catherine Hook, Zac Burgess, Savannah Lee Smith, Sara Silva. Genere: Drammatico, Teen Drama. Durata: un’ora circa/8 episodi. Dove l’abbiamo visto: su Prime Video.
Trama: Due fratellastri manipolatori, Caroline e Lucien, usano inganni e seduzioni per mantenere il potere all’interno delle confraternite del loro college, ma le loro macchinazioni li spingono verso conseguenze impreviste.
A chi è consigliato? A chi apprezza i drammi ricchi di intrighi e i reboot nostalgici, e le storie sulla falsa riga di Gossip Girl e Pretty Little Liars.
A venticinque anni dall’uscita del film cult Cruel Intentions, Prime Video tenta di riproporne l’essenza in una serie TV destinata a un pubblico moderno. L’originale, un mix esplosivo di sensualità, intrighi e ambiguità morale, aveva conquistato una generazione grazie alle interpretazioni magnetiche di Sarah Michelle Gellar, Ryan Phillippe e Reese Witherspoon. Tuttavia, questo reboot, adattato da Phoebe Fisher e Sara Goodman, sembra incapace di reggere il confronto con il suo predecessore, offrendo una rilettura che manca sia di originalità sia dell’audacia che aveva reso il film un’icona degli anni ’90.
La serie si concentra su Caroline Merteuil (Sarah Catherine Hook) e il suo fratellastro Lucien Belmont (Zac Burgess), due personaggi altrettanto manipolatori e spietati quanto quelli del film, ma privi dello stesso fascino magnetico. Il loro obiettivo è chiaro: sfruttare la giovane Annie Grover (Savannah Lee Smith), figlia del vicepresidente degli Stati Uniti, per preservare il sistema delle confraternite nel loro campus universitario. Tuttavia, questa trama, pur intrigante sulla carta, si rivela poco incisiva, restituendo un prodotto che sembra più un’imitazione scolorita che una rinascita degna del titolo.
Un contesto stantio e poco originale
L’ambientazione del Manchester College, con le sue confraternite e sorority sotto sorveglianza per un incidente avvenuto qualche mese prima (uno studente è rimasto ferito durante un sorta di rito di iniziazione), avrebbe potuto offrire spunti interessanti per riflettere su temi contemporanei, come il potere, il privilegio e le dinamiche di classe. Invece, la narrazione si limita a ricalcare schemi narrativi già visti, senza aggiungere nulla di realmente nuovo.
Caroline, determinata a consolidare il suo ruolo di presidente della Delta Phi, stringe un patto con Lucien, chiedendogli di sedurre Annie e convincerla a unirsi alla confraternita. Se da un lato questo piano si inserisce nella tradizione di manipolazione e inganno tipica del franchise, dall’altro risulta prevedibile e privo della tensione emotiva che aveva caratterizzato l’originale.
Il contesto delle confraternite, un tempo simbolo di potere e decadenza, oggi appare datato e persino fuori luogo. La serie non riesce a rendere queste dinamiche rilevanti per il pubblico contemporaneo, risultando spesso noiosa e priva di mordente. A chi interessa ancora parlare di confraternite? Questi mondi chiusi di privilegiati completamente disconnessi dalla realtà, con personaggi che combattono per ottenere un potere effimero e “governare” una realtà universitaria tutta feste ed eventi sociali ha decisamente poco a che vedere con la vita della stragrande maggioranza dei giovani d’oggi. Cruel Intentions è una serie pensata per staccare la mente, questo è vero, ma purtroppo risulta fin troppo superficiale e “leggera” per coinvolgere davvero.
Personaggi deboli e poco convincenti
Uno degli elementi che avevano reso indimenticabile il film del 1999 era la capacità degli attori di incarnare personaggi complessi, seducenti e spietati. Sarah Michelle Gellar (in particolare) e Ryan Phillippe avevano portato sullo schermo una chimica esplosiva, rendendo i loro personaggi affascinanti nonostante la loro natura profondamente amorale e “crudele. Una rappresentazione che risultava perfettamente in linea con il romanzo a cui questa storia è lontanamente ispirata, ossia Le relazioni pericolose di Pierre-Ambroise-François Choderlos de Laclos.
In questa nuova versione, invece, Caroline e Lucien mancano di quell’intensità intensità che per personaggi negativi e al contempo affascinanti sarebbe fondamentale. Caroline, interpretata da Sarah Catherine Hook, si presenta più sadica che seducente, con una caratterizzazione appesantita da conflitti personali poco interessanti. Lucien (Zac Burgess), non riesce a convincere come il classico rubacuori, risultando piatto e poco credibile.
L’unico personaggio che riesce veramente ad emergere è CeCe Carroway (Sara Silva), la migliore amica e complice di Caroline, dotata di un’intelligenza spiccata e di un’incredibile parlantina. CeCe dimostra un potenziale interessante, ma la sua storyline, legata a una relazione con il professor Hank Chadwick (Sean Patrick Thomas), è poco sviluppata e non aggiunge nulla di significativo alla trama principale.
Un racconto che non parla al presente
In un’epoca in cui le serie TV per giovani adulti cercano di affrontare temi rilevanti e attuali, Cruel Intentions si presenta come un racconto stantio e privo di connessione con il presente. Produzioni come The Sex Lives of College Girls o Sex Education hanno dimostrato che è possibile parlare a una generazione attraverso storie contemporanee e autentiche, mentre questo reboot sembra bloccato in un passato che non riesce più a comunicare con il pubblico.
La narrazione si affida a cliché superati, come la lotta per il potere all’interno delle confraternite (così fastidiosamente fine a se stessa), senza riuscire a rielaborarli in chiave moderna. Anche i temi più controversi, come il revenge porn, vengono trattati in modo superficiale, privi della profondità necessaria per affrontarli in un contesto come quello in cui viviamo.
Un reboot che non lascia il segno
Nonostante il ritmo veloce degli episodi e una colonna sonora accattivante, Cruel Intentions fatica a trovare una sua identità. La serie sembra destinata a deludere sia i fan dell’originale, che certamente non vi ritroveranno lo stesso spirito, sia i nuovi spettatori, che difficilmente saranno attratti da una storia che appare datata e priva di innovazione.
In un panorama televisivo sempre più competitivo, i reboot devono giustificare la loro esistenza offrendo qualcosa di nuovo e rilevante. Purtroppo, Cruel Intentions non riesce a farlo, lasciando l’amaro in bocca e la sensazione di un’occasione mancata. Questa è una storia che aveva funzionato in passato, ma che oggi si rivela incapace di adattarsi alle esigenze e ai gusti di un pubblico moderno.
La recensione in breve
Il reboot di Cruel Intentions tenta di adattare il film cult del 1999 al pubblico contemporaneo, ma fallisce nel ricreare il fascino e la provocazione dell’originale. Ambientata in un college esclusivo, la serie affronta temi come il potere, le dinamiche delle confraternite e l’inganno, ma si appoggia a cliché datati senza offrire una narrazione fresca o rilevante. I personaggi principali, Caroline e Lucien, mancano del carisma e della profondità che avevano reso iconici i protagonisti del film, e la storia non riesce a catturare l’essenza sensuale e pericolosa dell’originale.
Pro
- Una colonna sonora accattivante
- Gli eventi si susseguono rapidamente, mantenendo un minimo di coinvolgimento per gli spettatori
- CeCe Carroway: Un personaggio secondario che emerge con potenziale, pur non del tutto sfruttato
Contro
- La serie ripropone trame e dinamiche già viste senza innovare o adattarle al contesto moderno.
- I protagonisti Caroline e Lucien risultano piatti e incapaci di replicare il fascino ambiguo dell’originale
- Le confraternite e i loro intrighi appaiono fuori luogo e poco rilevanti per il pubblico attuale
- La serie non riesce a ricreare la tensione e il magnetismo dell’originale, risultando poco coinvolgente
- Trattamento superficiale di temi delicati: Questioni, ad esempio, come il revenge porn vengono affrontate senza la profondità necessaria
- Voto CinemaSerieTV.it