La serie: D’argent et de sang, del 2023 Creata da: Xavier Giannoli. Cast: Vincent Lindon, Niels Schneider, Ramzy Bedia, Olga Kurylenko. Genere: Crime. Durata: 50 minuti ca./12 episodi. Dove l’abbiamo visto: In anteprima al Festival di Venezia.
Trama: Due delinquenti del multietnico quartiere Belleville uniscono le forze con il ricco e spregiudicato Jérôme Attias per organizzare una frode IVA di portata davvero inedita.
Dopo aver lasciato il segno al Festival di Venezia nel 2021 con il suo eccellente Illusioni perdute, adattamento cinematografico dell’omonimo capolavoro letterario di Balzac, questa volta il regista francese Xavier Giannoli torna al Lido per promuovere il proprio esordio nel mondo delle serie tv.
Stiamo parlando di D’argent et de sang, una storia di “denaro e sangue” in 12 puntate che adatta per il piccolo schermo l’omonima inchiesta giornalistica di Fabrice Arfi.
La vicenda è quella della famigerata indagine da cui, tra il 2008 e il 2009, emerse quella che molti giornali europei hanno ribattezzato la “rapina del secolo”: una mastodontica frode IVA che prese di mira il nascente mercato delle quote di CO2, uno spazio finanziario privo di controlli entro il quale le società potevano scambiarsi un contingentato “diritto a inquinare”.
La frode vide protagonista un gruppo di malavitosi assai eterogeneo, tra cui spiccava la figura del giovane e ricco trader Arnaud Mimran, qui ribattezzato Jérôme Attias.
A interpretarlo doveva essere il compianto Gaspard Ulliel: l’attore, però, è deceduto in un tragico incidente sciistico nel 2022, ed è stato sostituito in corso d’opera da Niels Schneider. Al suo fianco c’è anche il talento indiscusso di Vincent Lindon, e un cast internazionale che comprende anche l’ex Bond girl Olga Kurylenko.
In autunno, dopo il suo debutto festivaliero, la miniserie uscirà sull’emittente francese Canal+ prima di approdare in tutta Europa. Ecco la nostra recensione di D’argent et de sang.
La trama: la folle storia della “rapina del secolo”
Al giorno d’oggi, spiega il protagonista agli inquirenti nel corso del primo episodio, “è più facile manipolare il mercato finanziario che rapinare una banca“.
I primi a intuirlo, all’indomani della devastante crisi economica innescata dal collasso di Lehman Brothers, furono due ebrei tunisini del multietnico quartiere parigino di Belleville, già da tempo specializzati nelle frodi carosello della TVA, equivalente francese della nostra IVA.
Approfittando di una rete potenzialmente sconfinata di parenti e contatti, l’esuberante e spregiudicato Alain Fitoussi, da tutti soprannominato “Fitous il dandy”, era solito già da tempo utilizzare ogni genere di prestanome inconsapevole per dare vita a una convoluta rete di società fittizie, collegate tra loro da conti bancari offshore.
Dopo la nascita di un’opportunistica amicizia al poker club con un giovane e ricchissimo figlio di papà, Jérôme Attias, l’improbabile duo si imbatte nell’occasione della vita a partire da un’intuizione di un amico di Fitous, Bouli: la Francia ha di recente lanciato Overgreen, un nuovo mercato finanziario privo di controlli sul quale le società possono scambiarsi il proprio “diritto a inquinare”, ovvero le proprie quote di CO2.
Un mercato soggetto a TVA, e quindi aggredibile con il consueto schema della frode carosello, ma su cui potrebbero circolare cifre davvero enormi.
Per Bouli e Fitous è l’occasione per uscire dalla mediocrità di Belleville e diventare finalmente ricchissimi. Per Jérôme, giovane viziato, ludopatico e amante del rischio, è la chance di dimostrare al mondo che è in grado di realizzare qualcosa di grande anche senza i milioni dello suocero, un potentissimo magnate di fama mondiale.
Sulle loro tracce c’è il caparbio Simon Weynachter, ex magistrato e ora direttore di una nuova unità investigava delle Dogane: da Parigi a Tel Aviv, tuttavia, la sua indagine si trasformerà ben presto in un intrigo internazionale che finirà per sfociare nel sangue…
Una serie per amanti della finanza
Fin dal disclaimer che compare in apertura, il creatore Xavier Giannoli intende mettere le cose bene in chiaro: pur essendo tratta da fatti realmente accaduti, D’argent et de sang non è un documentario.
Si tratta di una serie fiction al 100%, un titolo di narrativa che ha come obiettivo quello di narrare e intrattenere, prima ancora di limitarsi alla mera cronaca delle vicende accadute.
Al tempo stesso, tuttavia, non si tratta neppure di un thriller: non aspettatevi, quindi, una successione di colpi di scena che vi terrà incollati sulla sedia, né ritmi sostenuti, scariche di adrenalina o emozioni forti, bensì una serie tv ricca di dialoghi, che seduce con il potere della parola, con la solida caratterizzazione dei personaggi e con una regia davvero magistralmente curata sotto ogni punto di vista.
Vogliamo rassicurarvi: Giannoli e il suo team hanno l’indubbio merito di rendere accessibile davvero a chiunque il tema finanziario e i tecnicismi della frode fiscale. E riescono a farlo, peraltro, senza banalizzare il materiale di partenza. Il risultato, però, potrebbe comunque non piacere a tutti.
Tra frodi carosello, conti offshore e speculazioni finanziarie, la serie si rivolge agli appassionati dell’argomento, e presuppone quantomeno un minimo grado di interesse nello spettatore per poterlo affascinare fino in fondo.
A nostro avviso è un motivo di merito, che permette a D’argent et de sang di distanziarsi dalla pletora di thriller pseudo-finanziari attualmente in circolazione, ma non tutti potrebbero essere dello stesso avviso…
Potere ai personaggi
Se non sempre il ritmo narrativo funziona nel modo migliore, a brillare e convincere appieno è invece il solido cast della miniserie.
A guidarlo troviamo il consueto, ottimo Vincent Lindon, che qui è chiamato a vestire i panni di un brillante funzionario statale, il quale, tuttavia, si rivela assai meno determinato ed empatico nella gestione del difficile rapporto familiare con la figlia ventenne.
Fortunatamente per la sceneggiatura, non sempre esente da sbavature, anche tutti gli altri interpreti riescono a dare profondità ai propri personaggi e a portare a galla le divergenti motivazioni che covano nell’ombra sotto l’inizialmente amichevole goliardia dei malavitosi, facendo trasparire anche l’implicita ironia che emerge dal bizzarro accostamento di individui dalle estrazioni sociali molto differenti.
Un sorprendente Niels Schneider, in particolare, dà il volto a un villain inquietante e imprevedibile, che svela solo con il passare degli episodi la propria natura più oscura e profonda, evolvendo in maniera tanto imprevedibile quanto coerente con le vicende narrate.
D’argent et de sang è a tutti gli effetti una serie character driven, che mette a nudo l’anima dei suoi personaggi e ci svela come il denaro e l’avidità possano travalicare qualsiasi barriera sociale, economica o culturale.
La recensione in breve
Xavier Giannoli firma un solido debutto nel mondo delle serie tv adattando la vera storia della "frode del secolo". Il cast e la regia sono convincenti, ma con il suo ritmo un po' troppo statico la serie fatica a conquistare i neofiti della materia.
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Voto CinemaSerieTv