La serie: Dune: Prophecy, 2024. Creata da: Graham Yost. Cast: Emily Watson, Olivia Williams, Travis Fimmel, Jodhi May, Mark Strong, Sarah-Sofie Boussnina, Josh Heuston, Jade Anouka. Genere: Drammatico, fantascienza. Durata: 62 minuti circa/6 episodi. Dove l’abbiamo visto: in anteprima stampa.
Trama: Circa 10.000 anni prima dei fatti riguardanti Paul Atreides, poco dopo il Jihad Butleriano, il racconto dei primi anni della sorellanza Bene Gesserit attraverso la storia di Valya Harkonnen e sua sorella Tula.
A chi è consigliato? Agli appassionati della saga di Herbert, a chi ha amato i film di Villeneuve. A chi non si spaventa davanti a storie complesse e ricche di sottotrame e e personaggi.
Dopo lo strepitoso successo di Dune – Parte due, HBO non si è lasciata scappare l’occasione di esplorare l’universo creato da Frank Herbert e poi espanso dal figlio Brian insieme allo scrittore Kevin J. Anderson, con una serie TV ambientata 10 mila anni prima rispetto alle avventure di Paul Atreides su Arrakis. In un’operazione simile a quella già fatta sempre da HBO con House of the Dragon e (anche se in modo leggermente diverso) da Prime Video con Gli anelli del Potere, Dune: Prophecy ci porta nel passato per analizzare le radici politiche e sociali di ciò che abbiamo visto nei film diretti da Denis Villeneuve. Rispetto alle altre due serie che abbiamo citato, però, nel caso di Dune: Prophecy si tratta di un esperimento narrativo a nostro parere ancor più interessante, perchè esplora la natura di un universo estremamente complesso di cui – basandoci esclusivamente sui film – potevamo solo scalfire la superficie.
Al centro di Prophecy infatti c’è la Sorellanza, quell’organizzazione composta da sole donne che conosceremo poi come Bene Gesserit: dopo qualche decina d’anni dal cosiddetto Jihad Butleriano, ossia la guerra santa contro le macchine dotate di intelligenza artificiale, l’umanità alla conquista dell’Universo si sta ancora adattando a vivere senza questo tipo di tecnologia. Ed è proprio grazie alla mancanza delle macchine “senzienti” , ora assolutamente proibite, che il genere umano trova altri modi per evolversi, sviluppando delle capacità che potrebbero sembrare sovrannaturali (come la “voce” delle Bene Gesserit), ma che in realtà sono semplicemente un passo avanti evolutivo.
La situazione sociale e politica del mondo che ci troviamo ad esplorare è articolata e complessa ma di più facile comprensione rispetto a Dune perchè si basa su elementi a noi più “vicini”, in particolare il ruolo dell’intelligenza artificiale nella storia del genere umano. Questa tematica, di cui assolutamente non si parla nella saga principale, è però fondamentale per comprendere la più intima natura del mondo creato da Herbert, che si è evoluto in un certo modo, dal punto di vista politico e sociale, proprio in conseguenza alla guerra santa contro le macchine.
La sorellanza
La scelta di esplorare i primi decenni della sorellanza permette agli sceneggiatori della serie di approfondire non solo l’origine di quella che diventerà una delle forze politiche più potenti dell’universo, ma anche il passato delle grandi case che abbiamo conosciuto in Dune. In particolare scopriremo le difficili relazioni che uniscono la casa imperiale dei Corrino (che è al comando perchè svolse un ruolo fondamentale nella Jihad) e quelle degli Harkonnen e degli Atreides. Tra le protagoniste di Prophecy ci sono infatti Valya e Tula Harkonnen (rispettivamente Emily Watson e Olivia Williams), diventate madri superiori della sorellanza dopo aver abbandonato il proprio pianeta. Nel loro passato c’è l’odio radicato per la famiglia Atreides, responsabile della sventura della loro casata (ora una delle meno importanti dell’Universo) e della morte del loro amato fratello. Vanya, in particolare, ha dedicato la propria vita a portare avanti uno degli obiettivi principali sella sorellanza, la manipolazione ed il controllo genetico delle più importanti famiglie dell’universo. Non si tratta però di una pratica apprezzata da tutte le consorelle, diverse frange dell’organizzazione vorrebbero limitare la loro influenza a quelle di consigliere politiche per le casate.
Intanto, la casata imperiale Corrino non sta passando un periodo semplice: il debole imperatore Javicco Corrino (Mark Strong) deve gestire i primi scontri su Arrakis per la gestione della spezia, che è già la merce di scambio più importante di tutto l’Universo. A rendere la situazione ancor più complicata l’ingresso in scena dell’oscuro Desmond Hart (Travis Fimmel), un soldato di Arrakis con strani poteri, disposto a tutto per conquistare la fiducia dell’imperatore e per cancellare per sempre l’influenza della sorellanza. Tra le pedine fondamentali di questa storia c’è anche la Principessa Ynez (Sarah-Sofie Boussnina), erede al trono imperiale e destinata a seguire gli insegnamenti della Sorellanza, fin da subito diffidente nei confronti dell’operato di Hart.
Intrighi politici e lotta per il potere
Al centro di Dune: Prophecy, come avrete potuto intuire dai dettagli che vi abbiamo dato sulla trama, ci sono gli intrighi politici e la lotta per il potere nell’Universo. Dal punto di vista narrativo non è una serie semplice, ci sono infatti moltissimi personaggi e tante sottotrame da seguire. Si tratta, però, di un prodotto a suo modo estremamente affascinante e che esplora una società fantascientifica, quella immaginata da Herbert, diversissima da gran parte di ciò che siamo abituati a vedere sul grande e piccolo schermo.
Una volta che lo spettatore riesce a farsi catturare dalla vicenda narrata verrà trasportato in un mondo maestoso ed intrigante, futuristico in modo unico e particolare. I giochi politici che lo governano sono infatti ancorati ad un passato antico, in cui famiglie importanti si contendono il potere con la forza e con l’inganno. Il sistema di credenze e le fazioni che lo governano sono il cuore di una storia più avvincente che mai, capace di mettere a nudo la natura più intima e profonda dell’essere umano pur essendo ambientata in una realtà così lontana dalla nostra.
L’ottimo cast
Difficile prevedere se una serie di questo tipo possa interessare anche a chi non è un appassionato della saga di Dune: visto il successo dei film di Villeneuve è probabile però che una consistente fetta di pubblico si approccerà alla visione. A renderla interessante e coinvolgente c’è un cast numeroso e particolarmente azzeccato guidato da una splendida Emily Watson, manipolatrice e affascinante, assetata di potere ma al contempo guidata da un suo personale senso della morale. A spiccare ci sono anche Olivia Williams, che interpreta la sorella di Vanya Tula, e Sarah-Sofie Boussnina, che da vita ad un personaggio coraggioso e risoluto. Nella controparte maschile del cast spiccano Mark Strong, il cui Javicco Corrino è un imperatore influenzabile e insicuro, e ovviamente Travis Fimmel, la cui interpretazione risulta però a tratti fin troppo simile a quella del personaggio che lo ha reso famoso, Ragnar Lothbrok di Vikings. Folle e incontrollabile, Desmond Hart sembra proprio Ragnar delle ultime stagioni, sopra le righe e forse fin troppo caricaturale.
Dune: Prophecy si impone come un esperimento coraggioso e coinvolgente, capace di approfondire le radici di uno degli universi fantascientifici più affascinanti di sempre. La serie riesce a espandere il mondo creato da Frank Herbert con intelligenza, esplorando temi complessi come il ruolo dell’evoluzione umana e l’impatto delle scelte politiche su scala universale. Nonostante qualche difetto, come la complessità della narrazione e alcune interpretazioni altalenanti, Prophecy offre una storia epica e stratificata, capace di emozionare i fan più accaniti e stimolare nuove riflessioni. Con un cast di grande livello e una messa in scena ambiziosa, la serie arricchisce l’immaginario della saga e si conferma una proposta intriganti per chiunque ami le grandi narrazioni di potere e umanità.
La recensione in breve
Dune: Prophecy” è una serie ambiziosa e affascinante che esplora le radici politiche e sociali dell’universo di Dune, approfondendo tematiche mai trattate nella saga principale, come l’impatto della guerra contro le macchine dotate di intelligenza artificiale. La serie è caratterizzata da una narrazione complessa, intrecci politici e un cast di alto livello, ma non priva di qualche sbavatura nella rappresentazione di alcuni personaggi.
Pro
- La serie approfondisce elementi mai esplorati nei film, arricchendo la comprensione dell’universo di Dune
- Il tema della guerra contro le macchine e l’evoluzione umana senza tecnologia è particolarmente rinteressante.
- l mix tra fantascienza futuristica e intrighi politici di stampo classico crea un mondo affascinante e complesso
- Interpretazioni memorabili, in particolare di Emily Watson e Sarah-Sofie Boussnina
Contro
- La serie potrebbe risultare difficile da seguire per chi non è già appassionato della saga di Dune
- Travis Fimmel ripetitivo: La sua interpretazione ricorda troppo da vicino Ragnar Lothbrok di Vikings, risultando a tratti caricaturale.
- Voto CinemaSerieTV.it