La serie: Emily in Paris 4, Parte 1, 2024. Creata da: Darren Star Genere: Commedia, romantico. Cast: Lily Collins, Philippine Leroy-Beaulieu, Lucas Bravo, Ashley Park, Camille Razat, Samuel Arnold, Bruno Gouery, William Abadie, Lucien Laviscount. Durata: 5 episodi/35 minuti circa. Dove l’abbiamo vista: in anteprima stampa, su Netflix.
Trama: La storia riparte dopo il matrimonio fallito tra Gabriel e Camille, la situazione sentimentale di Emily è ancora più complicata che mai e anche dal punto di vista lavorativo si presentano sempre nuovi problemi. Ovviamente la nostra protagonista sarà capace di risolverli con la giusta dose di fortuna e di intuito per la comunicazione.
A chi è consigliata? A chi nei suoi show Netflix ricerca una certa leggerezza, a chi vuole staccare la mente e perdersi in una Parigi, un po’ irrealistica, ma comunque da sogno.
Tra le serie più seguite di Netflix, che ormai da anni arricchiscono il suo palinsesto e che hanno in qualche modo fatto la “storia” recente della piattaforma, c’è anche Emily in Paris. Se l’appartenenza alla categoria di spensierato gulty pleasure non l’ha salvata dalle critiche – ricordate il polverone sulla rappresentazione superficiale della cultura francese e sull’eccessivo irrealismo di certi aspetti dello show? – la serie di Darren Star (lo stesso di Sex and the City) si è comunque creata una solida fanbase.
Anche con l’arrivo della sua quarta stagione, Emily in Paris tornerà tra senza dubbio tra le più viste della piattaforma, portando un po’ di leggerezza e (figurata) freschezza nelle torride giornate dei suoi spettatori. La formula che ne ha fatto il successo è sempre quella: raccontare le (dis)avventure amorose della frizzante e americanissima Emily in una Parigi modaiola e coloratissima, in cui le situazioni (certe volte disastrose) in cui la protagonista si caccia da sola si risolvono sempre con un pizzico di fortuna e di intuito per la comunicazione. Approcciandoci alla visione di questi nuovi episodi – come ormai di consuetudine la serie arriva su Netflix in più tranche, la prima ad agosto, la seconda il 12 settembre – ci siamo chiesti se il solito tran tran parigino del personaggio di Lily Collins sarebbe stato capace di tenerci ancora una volta attaccati allo schermo, o se ormai si fosse fatto fin troppo ripetitivo. Terminata la visione di questi primi 5 episodi, come vedremo in questa recensione, propendiamo di più per la seconda di queste due opzioni.
More of the same
La stagione precedente si è interrotta con il matrimonio saltato tra Camille (Camille Razat) e Gabriel (Lucas Bravo), Alfie (Luicien Laviscount) ha piantato in asso la nostra Emily e la situazione sentimentale della nostra protagonista, nei nuovi episodi, si è fatta – ancora una volta – più complicata che mai. Anche al lavoro le cose non procedono senza intoppi, un video diventato virale mette Emily al centro di una situazione scomoda, Sylvie ((Philippine Leroy-Beaulieu) si scontra con alcuni problematici eventi del suo passato (il #Metoo sembra essere arrivato, infine, anche nella Francia da cartolina di Emily in Paris) e l’abbandono di Julien (Samuel Arnold), che cambia datore di lavoro, manda Luc (Bruno Gouery) in completa confusione (l’attore è al centro di alcune delle sequenze più divertenti della stagione).
Insomma, Emily in Paris riparte con brio, come di consueto, ma riproponendo elementi e situazioni che sanno un po’ di già visto: triangoli amorosi, amicizie che sono qualcosa di più ma si perdono tra incomprensioni e indecisioni, disastri lavorativi che si risolvono con colpi di fortuna e inaspettate intuizioni. A portare dinamiche un po’ diverse è ancora una volta compito di Mindy (Ashley Park), ora in preparazione per partecipare al prossimo Eurovision (evento che spereremmo di vedere nella prossima tranche di episodi), e di Sylvie, personaggio che come vedremo riuscirà a veicolare tematiche più “serie” ed importanti nello show.
Uno sguardo all’attualità che funziona
I pregi e i difetti di Emily in Paris sono sempre quelli, e lo spettatore trova in questi primi 5 episodi esattamente quello che si aspettava di trovare. Se da un lato il tutto è coerente con l’anima dello show – tra scorci splendidi di Parigi, abiti coloratissimi ed eccentrici e i soliti cliché ai cui le stagioni precedenti ci avevano abituato – dall’altra la formula finisce per sembrare un logora, e il tutto si trascina con un po’ di stanchezza. Emily in Paris è uno show pensato per essere leggero, per far staccare la mente al proprio spettatore, ma arrivati alla quarta stagione siamo un po’ stufi di ritrovare sempre le stesse dinamiche.
Il tentativo di cambiare un po’ le carte in tavola c’è, sopratutto con l’introduzione del sempre attualissimo discorso degli abusi sul posto di lavoro. La scelta di affidare questa storyline a Sylvie è poi quella vincente, perchè l’attrice è capace di dare una certa profondità al suo personaggio anche nel contesto da comedy di Emily in Paris. Ed è proprio questa sottotrama a convincere più delle altre, e a stuzzicare particolarmente la nostra curiosità in questa prima tranche di episodi. A questo punto non ci resta che attendere la seconda parte di questa stagione, che come sappiamo sarà ambientata in Italia, e che potrebbe portare quella ventata di freschezza e quello slancio in più di cui la serie ha davvero bisogno.
La recensione in breve
Emily in Paris 4 ripete la stessa formula rodata con un po' stanchezza. Il tentativo di rimescolare le carte in tavola c'è, e riponiamo le nostre speranze in una seconda metà di stagione che si preannuncia più interessante ed originale.
Pro
- Il tentativo di dare spazio a tematiche importanti
- Alcuni dei personaggi secondari - Sylvie, Luc e Mindy - funzionano molto bene
Contro
- Le dinamiche sono sempre quelle
- Lo show si trascina con una certa stanchezza
- Voto CinemaSerieTV.it