La serie: Eric, 2024. Creata da: Abi Morgan. Genere: Drammatico, Thriller. Cast: Benedict Cumberbatch, Gaby Hoffman, Ivan Howe, Clarke Peters. Durata: 6 episodi/50 minuti circa. Dove l’abbiamo vista: Su Netflix, in anteprima stampa ed in lingua originale.
Trama: Un padre disperato affronta i propri demoni insieme a un detective tenace nelle strade di New York negli anni ’80 mentre cerca il figlio di nove anni scomparso.
A chi è consigliato? A tutti coloro che sono alla ricerca non del solito prodotto Netflix uscito fuori dalle logiche dell’algoritmo, a chi ama i thriller oscuri ed angosciosi ed i drammi famigliari. E soprattutto, a tutti gli estimatori del grande talento attoriale di Benedict Cumberbatch.
Arriva giovedì 30 maggio in esclusiva su Netflix una delle punte di diamante dell’offerta televisiva 2024 della potente piattaforma di streaming. Una miniserie in soli sei episodi capitanata da un grandissimo Benedict Cumberbatch, padre disperato alla ricerca di un figlioletto sparito misterosamente in Eric, creata e scritta dalla showrunner e sceneggiatrice britannica Abi Morgan, che in realtà per il grande schermo si era già occupata di film non di poco conto: The Iron Lady, Brick Lane, Suffragette e lo straordinario Shame di Steve McQueen. La miniserie targata Netflix è una spirale di paranoia, angoscia, dubbi e violenza che aggancia immediatamente lo spettatore sin dai suoi primi minuti, non lasciandogli nemmeno il tempo di respirare.
Nella nostra recensione di Eric ci soffermeremo proprio su questi due asset fondamentali per il prodotto televisivo di Abi Morgan, capace di raccontare (non senza alcune sbavature) le storture e le perversioni della famiglia del nuovo millennio, tra preoccupazioni sul ruolo genitoriale all’interno della casa e la crescita e lo sviluppo dei figli nella delicata fase adolescenziale. Tra dramma ed avvincente, seppur angosciante, thriller adatto maggiormente ad un pubblico adulto.
La misteriosa scomparsa di Edgar
New York 1986. Edgar, un bambino di nove anni, scompare senza lasciare traccia gettando i genitori nel panico. Il padre, Vincent (Benedict Cumberbatch) è il creatore di un programma per bambini di enorme successo in cui i protagonisti sono burattini manovrati da Vincent e i suoi colleghi. La madre di Edgar, Cassie (Gaby Hoffman) ha continue discussioni con il marito, che è un uomo a dir poco problematico. Le ricerche di Edgar sono condotte dal detective Ledroit (McKinley Belcher III), che a sua volta vive una situazione personale molto difficile. Ma i problemi di Vincent iniziano dopo la scomparsa improvvisa del figlio, che lo porta sempre più verso il baratro della paranoia e dell’alcolismo, con conseguenze particolarmente drammatiche, inaspettate e… oniriche.
Questa è la premessa di Eric, concitata miniserie firmata Netflix in arrivo nel catalogo televisivo della popolarissima piattaforma di streaming a partire dal 30 maggio. Da uno script ed un’idea originali di Abi Morgan, nasce un racconto televisivo che riesce a coniugare i toni ed i linguaggio del thriller classico a quelli legati a tematiche di grandissima urgenza culturale e sociale: in primis, la genitorialità nella società occidentale moderna ed il ruolo fondamentale del genitore stesso nel rapporto che intesse con i propri figli. Il tutto condito con una sana capacità di agganciare la curiosità dello spettatore (anche il più casuale), immergendolo in un racconto dark, chiaroscurale e a tratti psicologico di ottima fattura.
Nella pancia di New York
Eric di Abi Morgan è una serie con più anime al suo interno. Anime che fuoriescono dalle parole dolenti e dolorose dei suoi personaggi in carne ed ossa, ma che al contempo incorniciano un panorama che li circonda di altrettanta importanza artistica e narrativa: la città di New York degli anni ’80. Una metropoli in vertiginosi cambiamento, che corre all’impazzata verso un progresso tecnologico, sociale e culturale di amplissimo spettro; una Grande Mela che al suo interno, nonostante tutto, custodisce però segreti e pericolose ragnatele in grado di avvinghiare a sé i disperati protagonisti della miniserie. Su tutti, i personaggi di Vincent, il padre burattinaio di Edgar, la moglie Cassie (Gaby Hoffman, l’avevamo già vista ed amata nella serie Amazon Transparent), e quello tormentato del detective Ledroit.
Tutti si immergeranno, volente o nolente, nelle profondità di una città sommersa che forse ha la chiave di volta per scoprire veramente cosa è accaduto al povero Edgar. Un segreto che potrebbe risollevare anche i destini di un nucleo famigliare, quello retto e dominato da Vincent e della moglie Cassie, da tempo in precario equilibrio tra rancori, furiosi litigi e drammi interiori. Demoni e fantasmi del passato che infestano in special modo l’animo del protagonista interpretato da Benedict Cumberbatch, costretto ad elaborare la dolorosa scomparsa del figlioletto nel conforto temporaneo dell’alcol e nella ideazione di un amico immaginario di nome Eric, che lo affiancherà nell’investigazione riguardo il reale destino del piccolo Edgar. Cosa gli sarà successo? Sarà ancora vivo? E se sì, qualcuno lo ha rapito?
Il dramma di essere genitore
Domande che troveranno risposta al termine dei sei, concitatissimi episodi di Eric, un prodotto destinato al piccolo schermo che coniuga con grande equilibrio due ambizioni artistiche e produttive con grande pregio: se da un lato la miniserie si presenta all’utente della piattaforma come un avvincente dramma famigliare a tinte thriller, dall’altra parte l’Eric ideato da Abi Margan sa anche tramutarsi in dolorosissima riflessione sulle responsabilità genitoriali nella crescita dei propri figli. Dunque, la scomparsa di Edgar diventa meccanismo propulsore di scheletri nell’armadio sopiti da fin troppo tempo in casa Anderson che emergono dai più reconditi angoli del passato dei suoi protagonisti. E allora, forse più che un semplice racconto thriller di finzione, Eric è anche e soprattutto un modo di voler narrare con il giusto dosaggio in fase di scrittura del dramma interiore dell’essere (un buon?) genitore.
A cavallo tra gli escamotage psiconarrativi di film come Birdman e di Nel paese delle creature selvagge (dal romanzo omonimo di Dave Eggers), Eric si muove per l’appunto su questi due binari paralleli, senza mai travalicare l’uno o l’altro. Merito di un team produttivo di gran classe e talento, curato da Abi Morgan e coadivuato in cabina di regia dalla oculata Lucia Forbes, che si occupa di dirigere tutti e sei gli episodi che compongono la miniserie con protagonista un Benedict Cumberbatch ancora una volta al massimo delle sue capacità recitative.
Una miniserie di grande impatto emotivo
Per questi motivi, in conclusione, la miniserie Netflix creata da Abi Morgan e con uno splendido Benedict Cumberbatch a capeggiarne il cast è in fin dei conti una riflessione acuta e dolorosa sull’essere genitori e sull’influenza dei primi nella crescita e nello sviluppo dei propri figli. Eric è un thriller teso ed angoscioso con alcuni sprazzi di onirismo psicologico davvero sorprendenti che accontenteranno ogni tipo di palato degli spettatori: dagli utenti più generalisti della piattaforma streaming fino a quelli dai gusti più sopraffini ed incontentabili, alla ricerca di un prodotto compatto, dalla lunghezza semplicemente perfetta (ma noi, nonostante tutto, avremmo vulti piàù episodi e forse maggiore introspezione psicologica) e capace di lasciare in chi lo vede un enorme impatto emotivo.
Che molto probabilmente, sarà la chiave del possibile successo di questa serie televisiva in arrivo da giovedì 30 maggio in esclusiva su Netflix. Alla stregua di tv show di forte eco mediatica che hanno proprio recentemente risollevato le sorti della piattaforma, come ad esempio l’acclamato (e straordinario) Baby Reindeer.
La recensione in breve
La miniserie Netflix creata da Abi Morgan e con uno splendido Benedict Cumberbatch è una riflessione acuta e dolorosa sull'essere genitori e sull'influenza dei primi nella crescita e nello sviluppo dei propri figli. Un thiller teso ed angoscioso con alcuni sprazzi di onirismo psicologico davvero sorprendenti.
Pro
- L'interpretazione di Benedict Cumberbatch
- La narrazione tra realtà e fantasia
- La scrittura e la regia tese ed avvincenti
Contro
- Solo sei episodi, forse avremmo voluto stare di più con questi personaggi
- Voto CinemaSerieTV