La serie: Fubar, 2023. Creata da: Nick Santora. Cast: Arnold Schwarzenegger, Monica Barbaro, Jay Baruchel, Gabriel Luna, Fabiana Udenio. Genere: Commedia, Azione. Durata: 8 episodi/45 minuti circa. Dove l’abbiamo vista: Su Netflix, in anteprima stampa.
Trama: Luke Brunner e sua figlia Emma si mentono da anni, nessuno dei due sa che l’altro è un agente della CIA. Una volta che entrambi scoprono la verità, si rendono conto che in realtà non sanno nulla l’uno dell’altro.
Già il fatto che Fubar sia la prima serie televisiva in cui Arnold Schwarzenegger è protagonista assoluto dovrebbe essere mateiale sufficiente per rendere il prodotto in arrivo su Netfix a partire da giovedì 25 maggio un piccolo caso televisivo. E siamo sicuri che la popolarissima piattaforma conterà sulle milioni di visualizzazioni per renderlo tale, tra semplici curiosi, amanti della serialità d’azione e nostalgici del grande attore austriaco diventato star di Hollywood e poi (ex) Governatore della California.
Nella nostra recensione di Fubar, però, ci soffermeremo anche su alcuni elementi molto meno entusiastici rispetto alla precedente premessa. Nonostante l’onnipresenza davanti la macchina da presa nella serie televisiva costituita da otto episodi di Schwarzenegger, Fubar è uno show per il piccolo schermo molto stanco e poco originale, totalmente privo di brio e incatenato a regole algoritmiche “democristiane” che lo rendono, in definitiva sede, assolutamente dimenticabile. Vi spieghiamo perché.
La trama: tale padre, tale figlia
Quando scoprono di aver lavorato entrambi segretamente come agenti della CIA per anni, Luke Brunner (Arnold Schwarzenegger) e sua figlia Emma (Monica Barbaro) si rendono conto che il loro intero rapporto famigliare è diventata una menzogna e che, fondamentalmente, non si conoscono affatto come padre e figlia. Costretti a lavorare come partner nella maniera più inaspettata di sempre, per Luke un ritorno in attività che segue solo di poco il pensionamento, una già rischiosa missione sotto copertura per la CIA si trasforma in una scomoda questione di famiglia, con Emma sempre più intollerante al fatto che suo padre la tratti ancora come una bambina. Tra loro, scoppieranno scintille e, forse, una ritrovata voglia di conoscersi come fosse la prima volta.
Questo è l’incipit di Fubar, serie televisiva in otto episodi in arrivo su Netflix a partire da giovedì 25 maggio ed interamente ideata da Nick Santora (qui anche in veste di produttore esecutivo e sceneggiatore di alcuni episodi). Un vero e proprio evento per il piccolo schermo, visto che lo show Netflx funge praticamente da debutto ufficiale per l’attore austriaco nel vasto universo della serialità come protagonista ricorrente ed assoluto. Un traguardo, quello di Arnold Schwarzenegger, che l’interprete compie alla “veneranda” età di 76 anni, senza perdere un grammo del suo proverbiale carisma.
Arnold Schwarzenegger torna a divertirsi
Davanti la macchina da presa, Schwarzenegger sembra ancora trovarsi particolarmente a suo agio, nonostante un passato recente non particolarmente florido sul grande schermo: tra le sue ultime prove, l’iconico ruolo che lo aveva reso celebre in tutto il mondo che riprende per sequel disastrosi come Terminator: Genisys (2015) e Terminator: Destino Oscuro (2019); senza contare che dal 2003 al 2009 aveva vestito la carica di politica di Governatore della California, attraendo attorno a sé il rispetto dei suoi colleghi più conservatori ma inimicandosi quelli invece di natura più progressista. Una carriera pubblica, quella dell’interprete di origine austriaca, unica ed irripetibile nel suo genere, eclettica sia nella scelta dei ruoli da interpretare sul grande schermo che nell’immagine pop ad essa legata.
Per questo motivo Fubar, che nella sua semplice struttura narrativa si affida alla commedia d’azione pura e dura, riporta Arnold Schwarzenegger davanti la macchina da presa di un progetto questa volta destinato non più alle sale cinematografiche, bensì al vastissimo mercato dei prodotti indirizzati al piccolo schermo. Un ruolo, quello dell’anziano agente della CIA Luke Brunner, nel quale la star hollywoodiana si sente particolarmente a suo agio con leggerezza e sano divertimento.
Fubar è un omaggio divertente alla carriera dell’attore
A conti fatti, ci verrebbe da affermare che la serie action ideata da Nick Santora abbia ragione d’esistere in funzione del suo peculiare ed ingombrante protagonista. Riportare davanti la macchina da presa un interprete di tale livello e popolarità è un azzardo non indifferente, e proprio perché Fubar segue con rispetto e semplicità tutti gli elementi narrativi fondanti dell’action comedy cinematografica, funziona meglio quando la si guarda come omaggio e celebrazione leggera ed entertaining della carriera stessa di Arnold Schwarzenegger davanti la macchina da presa.
Tanto che in certi passaggi, Fubar sembra volersi agganciare ad una dinamicità di eventi, situazioni e personaggi tali da ricordare la freschezza di uno dei titoli più cult e forse più sottovalutati dell’attore austriaco: il True Lies del 1994 diretto da James Cameron. Anche in quel film Schwarzenegger vestiva i panni di un agente segreto che lavorava in incognito anche se all’insaputa della moglie (Jamie Lee Curtis), protagonisti di una rocambolesca avventura che mescolava alla perfezione elementi tipicamente action alla commedia più cristallina. Lo stesso fa in un certo senso Fubar, anche se non si avvicina neanche lontanamente alla brillantezza di regia e scrittura di quel titolo degli anni ’90.
La serie Netflix non convince né intrattiene del tutto
Difatti, la serie televisiva firmata Netflix e creata da Nick Santora non riesce nonostante tutto a distinguersi da altri prodotti televisivi contigui e contenutisticamente similari, finendo molto presto per risultare fiacca e derivativa. La scrittura dello show non riesce a calibrare momenti squisitamente action ad altri più leggeri e comici, questi ultimi maggiormente legati al rapporto/scontro che si crea progressivamente tra Luke e sua figlia Emma, ed è un po’ un peccato.
Il risultato finale, alla fine della fiera, è una confezione che merita la visione soltanto per meriti extra-produttivi: ci basta renderci conto che in Fubar Arnold Schwarzenegger si libera di moltissimi fardelli personali del passato e veste i panni del protagonista con una certa leggerezza ed auto-ironia che da tempo gli mancava? A noi no, ma dovrebbe invece bastare alla sostanziosa orda di fan ed aficionados dell’attore di origine europea, ansiosi di fare binge-watching di Fubar, debutto della macilenta star di Hollywood in una serie televisiva di cui è protagonista (quasi) assoluto.
La recensione in breve
La serie Netflix creata da Nick Santora e con protagonista Arnold Schwarzenegger intrattiene il giusto eppure al contempo annoia per quanto sia derivativa, priva di humor graffiante, scevra di situazioni o sequenze quantomeno memorabili. Un rispettabile prodotto televisivo d'azione che deluderà i più smaliziati e renderà felici gli aficionados del grande attore austriaco.
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