La serie: Good Omens 2, del 2023 Creata da: Neil Gaiman, Douglas Mackinnon. Cast: Michael Sheen, David Tennant, Jon Hamm. Genere: Commedia, fantasy. Durata: 55 minuti/6 episodi. Dove l’abbiamo visto: Su Prime Video.
Trama: Dopo aver sventato l’Apocalisse, Aziraphale e Crowley tornano alla loro vita di sempre. Un giorno, però, l’arcangelo Gabriele si presenta, nudo e privo di ricordi, di fronte alla libreria del povero Aziraphale. Sulle sue tracce ci sono sia l’Inferno che il Paradiso, e la situazione potrebbe diventare davvero esplosiva…
Sono passati ormai quattro anni da quando il romanzo Buona apocalisse a tutti! di Terry Pratchett e Neil Gaiman (in inglese Good Omens) è approdato sul piccolo schermo sotto forma di miniserie, con David Tennant e Micheal Sheen nei panni dei due protagonisti.
Il successo internazionale delle sei puntate prodotte da BBC e Prime Video, frutto di un felice connubio tra la tv britannica e l’immaginario fantasy americano, ha spinto l’unico dei due creatori superstiti, Neil Gaiman, a unire di nuovo le forze con il co-showrunner Douglas Mackinnon per provare a spingersi oltre il finale del libro, esplorando un territorio inesplorato e trasformando la miniserie in un telefilm vero e proprio.
La sfida non era affatto semplice, anche tenuto conto del fatto che nel 2015 era venuto a mancare il coautore Terry Pratchett, genio irriverente della letteratura british.
Neil Gaiman, però, non è certo nuovo alle sfide impossibili, e il formidabile duo Tennant-Sheen ha accettato di buon grado di tornare in azione.
Com’è andata? Ve ne parliamo nella nostra recensione di Good Omens 2.
La trama: qualcuno per caso ha visto un Arcangelo Supremo?
L’angelo Aziraphale e il demone Crowley sono finalmente riusciti a sventare la minaccia dell’Apocalisse, e sono tornati alla vita di sempre.
Crowley vive tra gli uomini nel tentativo di tenersi lontano dall’ombra di Belzebù e degli altri demoni, mentre Aziraphale si è dedicato a gestire una piccola libreria cittadina.
Tutto procede serenamente finché un giorno un fulmine si abbatte sulla terra e un uomo completamente nudo si presenta alla porta del negozio: è Gabriele, l’Arcangelo Supremo, sulle cui tracce ci sono sia le forze celesti del paradiso, sia i demoni dell’inferno.
La sua improvvisa scomparsa ha causato un enorme vuoto di potere, e entrambe le fazioni sono alla sua ricerca nel tentativo di trarne vantaggio.
L’odioso Gabriele, però, ha perso ogni ricordo e non sa neppure di essere un angelo: Aziraphale decide di nasconderlo nella sua libreria sotto i panni del nuovo assistente, e unisce le forze con Crowley per celare magicamente la sua identità a chiunque lo cerchi.
In Scozia, intanto, tutte le canzoni di un juke box si trasformano in “Everyday” di Buddy Holly e Norman Petty. Un brano che, per qualche bizzarro motivo, continua a riecheggiare anche nella mente di Gabriele…
Nel frattempo, i cataclismi soprannaturali causati da Aziraphale e Crowley costringono Maggie e Nina – titolari di due negozi situati ai lati opposti della strada – a conoscersi meglio e a condividere un momento insieme: tra loro potrebbe scoccare una scintilla, ma l’amore, si sa, è una questione complicata.
Sotto sotto, anche gli stessi Aziraphale e Crowley lo sanno molto bene!
Scommessa riuscita
Avete già dovuto aspettare quattro anni, quindi saltiamo ogni preambolo ed evitiamo di girarci ulteriormente intorno: sì, Good Omens 2 riesce nell’impresa di far rivivere la magia della prima stagione e del romanzo, e tutto funziona davvero nel migliore dei modi.
Il ritorno a casa, però, potrebbe risultare meno familiare del previsto.
Per ovvie ragioni, lo scorso ciclo di episodi era animato dall’incalzare di un conto alla rovescia a dir poco minaccioso, e la narrazione era scandita da ritmi molto sostenuti. Con una scelta davvero coraggiosa, la sceneggiatura di Good Omens 2 decide invece di non provare a replicare la formula magica del primo atto, bensì di tentare una ricetta completamente nuova.
La decisione è senz’altro vincente: non si poteva continuare a giocare all’infinito con il tema dell’Apocalisse, perché il rischio di perdere credibilità e scadere nel già visto sarebbe stato davvero dietro l’angolo.
Scordatevi, quindi, l’Anticristo visto nella scorsa stagione e le corse forsennate contro il tempo dei nostri beniamini: a costo di utilizzare un’espressione già fin troppo in voca, la seconda stagione di Good Omens è un perfetto slow-burn, ossia una prodotto televisivo “a lenta cottura”, che si prende i suoi tempi per creare un mistero curioso e avvincente.
Il nuovo taglio potrà non piacere a tutti, e forse lascerà insoddisfatti i più impazienti tra gli spettatori: possiamo assicurarvi, tuttavia, che se saprete aspettare, l’attesa sarà ben ripagata.
Attenti a quei due!
Ed eccoci al capitolo più ovvio di tutti, che però da questa recensione non poteva proprio mancare.
Sì, ovviamente ci tocca dedicare qualche parola al “dinamico duo” formato da Michael Sheen (Underworld, Prodigal Son) e David Tennant (Doctor Who, Broadchurch, Jessica Jones), binomio che anche nella seconda stagione si conferma portentoso e irresistibile.
Anche a quattro anni di distanza, la coppia non perde neppure una goccia del fascino che aveva animato il primo ciclo di puntate: Sheen e Tennant sono incredibilmente a loro agio nei panni di Aziraphale e Crowley, e sorreggono la sceneggiatura con vivacità, carisma e leggerezza.
Poco importa che si tratti di una corsa contro il tempo per scongiurare la fine del mondo, una scena romantica (sì, avete letto bene!), una sequenza solenne ambientata ai tempi dell’Antico Testamento o un tagliente botta e risposta all’insegna del british humour: dovunque li mettiate, Sheen e Tennant rubano la scena e catturano l’attenzione.
Ci fanno ridere, ci affascinano, ci regalano emozioni di ogni tipo: il loro duo è la vera anima di Good Omens, e la loro conferma è già di per sé sufficiente a sancire il successo della nuova stagione.
Con la loro performance, Sheen e Tennant entrano di diritto nella storia della serialità contemporanea, e ci regalano altre sei puntate innervate da un’alchimia attoriale davvero molto rara.
Non vi basta? Al loro fianco torna anche l’ottimo Jon Hamm, interprete dell’arcangelo Gabriele, che in questa stagione si trova a vestire i panni di uno smemorato e inconsapevole aiutante libraio.
Il cast, insomma, è davvero formidabile!
Un gioiello nel gioiello
Se i vostri ricordi dei tempi del catechismo sono un po’ annebbiati, prima di intraprendere la visione vi consigliamo caldamente di dare una rapida rilettura al Libro di Giobbe.
Per chi non lo sapesse, si di uno dei testi più problematici, assurdi e paradossali dell’Antico Testamento, dedicato all’eterno problema del male.
Nel primo capitolo, Dio e Satana (è dubbio se si tratti del diavolo così come lo intendiamo noi, o di un semplice angelo della corte celeste) stipulano una scommessa che autorizza quest’ultimo a tormentare Giobbe, uno degli uomini più buoni e devoti del pianeta.
Dopo aver perso bestiame, terre e persino i suoi figli, Giobbe si rivolge disperato a Dio alla ricerca di risposte, ma questi lo redarguisce duramente, chiedendogli dove lui fosse mentre gettava le fondamenta della Terra e creava i prodigi che popolano il cosmo.
La morale? L’uomo non deve mai mettere in discussione i piani di Dio, neppure quando questi sembrano crudeli e ingiusti.
Alla fine del libro, le sofferenze di Giobbe verranno ricompensati da una grande gioia: riceverà il doppio dei suoi terreni, del suo bestiame e persino il doppio dei suoi figli.
Il racconto, se preso alla lettera, ci mette di fronte a una divinità oscura e crudele, e nel corso dei millenni ha dato adito a ogni tipo di interpretazione, tra cui quella del “demiurgo malevolo” dei vangeli gnostici.
Ma che c’entra Good Omens 2? Lasceremo che siate voi a scoprirlo, anticipandovi soltanto che nella seconda puntata va in scena un autentico mini-episodio flashback che rivisita la folle disavventura di Giobbe con gli occhi di Aziraphale e Crowley.
Si tratta di autentico “gioiello nel gioiello”, un breve cortometraggio affilato ed esilarante che si intreccerà con le più antiche origini della nostra storia.
Preparatevi per un dissacrante capolavoro all’insegna del revisionismo biblico!
La recensione in breve
A quattro anni dal debutto, Good Omens fa ritorno in grande spolvero con un racconto dai ritmi molto più lenti e misurati del primo atto. Quanto al duo Sheen-Tennant, non possiamo che auspicare una pioggia di premi: la loro performance ha pochissimi eguali nel panorama televisivo contemporaneo.
- Voto CinemaSerieTv