La serie: Griselda, 2024. Creato da: Doug Miro, Eric Newman, Carlo Bernard, Ingrid Escajeda. Genere: Drammatico, Biografico. Cast: Sofía Vergara, Alberto Guerra, Martin Rodriguez, Juliana Aidén Martinez, Vanessa Ferlito, Christian Tappan. Durata: 6 episodi/45 min. circa. Dove l’abbiamo vista: Su Netflix, in anteprima stampa.
Trama: L’ascesa al potere della Regina della droga di Miami: la colombiana Griselda Blanca arriva in città pronta a tutto pur di conquistare il potere.
Netflix, dopo aver terminato Narcos e Narcos: Messico, continua il filone di storie dedicate ai personaggi più oscuri ed influenti del narcotraffico latinoamericano con una miniserie dedicata ad una figura femminile, ad una donna che ascese con la violenza al comando delle strade di Miami: Griselda Blanco.
La “madrina” dei Narcos è una figura che definire controversa è dire poco: come vedremo in questa recensione di Griselda la serie Netflix diretta da Andrés Baiz esplora i lati oscuri di un personaggio considerato tra i più violente e assetati di sangue della storia del narcotraffico. Arrivata in cima alla catena alimentare della criminalità di Miami, la Griselda di Sofía Vergara è una donna astuta ed intelligente, capace di essere spietata per ottenere quello che vuole ma anche disposta a tutto per difendere le persone che ama. Se Griselda è a suo modo particolarmente coinvolgente, mischia il drama/action ad alcuni elementi tipici della soap opera, i personaggi non vengono costruiti al meglio, e per questa ragione la serie finisce inevitabilmente per perdere di appeal.
Da Medellín a Miami
Griselda Blanco è sposata con un importante narcotrafficante di Medellín. Le cose tra i due non vanno per il meglio e, quando lui supera il limite “vendendola” ad un suo socio per saldare un debito, la donna ne ha avuto abbastanza e gli spara, uccidendolo sul colpo. Griselda è quindi costretta a lasciare in fretta e furia la Colombia, insieme ai suoi tre figli, per rifugiarsi da un’amica a Miami.
Ben presto la donna si renderà conto di non riuscire a lasciarsi la vecchia vita alle spalle e inizierà una difficile scalata per il potere, desiderosa di controllare il commercio di cocaina nella città. Ovviamente contro di lei ci sono i boss locali ma anche il cartello colombiano, che vorrebbe mettere le mani su Miami. Come se non bastasse il fratello del suo ex marito è sulle sue tracce, deciso ad ucciderla per vendetta. Ma Griselda è molto furba e spietata, ed in breve tempo sarà capace di accaparrarsi una posizione che nessuna donna prima di lei aveva mai ricoperto…
La struttura narrativa
Griselda è una miniserie autoconclusiva piuttosto breve, composta da soli sei episodi. Per raccontare la storia dell’ascesa criminale della protagonista viene fatta la scelta narrativa di riservare alla prima metà dello show sua scalata al potere della protagonista, spostandosi poi con un salto temporale di tre anni in avanti, quando la donna si troverà a fare i conti con la polizia. Una decisione forse necessaria per il poco tempo a disposizione ma che non permette di sviluppare al meglio il percorso della protagonista né di chi la circonda: è come se le motivazioni dei personaggi non venissero mai delineate con chiarezza, soprattutto con un salto temporale che ci priva degli “anni più importanti” nella formazione dell’impero criminale di Griselda.
Se i primi episodi risultano ben costruiti e catturano lo spettatore, lo stacco con gli ultimi è troppo radicale: Griselda è ormai folle, paranoica e assetata come non mai di potere, senza però che allo spettatore venga spiegato veramente il perché sia cambiata così radicalmente rispetto a prima. Non sono sufficienti i vaghi accenni a come il suo passato l’abbia inacidita nei confronti degli uomini nelle posizioni di potere, e che ora sia disposta a qualsiasi estremo di violenza per non farsi più mettere i piedi in testa, il suo personaggio resta abbozzato e nebuloso, privo di vere e proprie motivazioni.
Narcos vs polizia
La formula utilizzata è la stessa di Narcos: da una parte abbiamo le storie dei criminali e della loro ascesa al potere, dall’altra quelle dei poliziotti che gli danno la caccia. In questo caso a contrapporsi a Griselda non potevamo che trovare un personaggio femminile altrettanto forte e dotato di furbizia, la detective di June Hawkins (Juliana Aidén Martinez), che dedica la sua carriera alla cattura della “madrina”. Alle storie dei detective viene però dedicato molto meno spazio rispetto a quella di Griselda, e l’ago della narrazione risulta completamente sbilanciato verso quest’ultima.
È un po’ un peccato, perché June potrebbe essere personaggio complesso e a suo modo particolarmente interessante, e avrebbe meritato un diverso approfondimento: la serie si limita semplicemente a creare un parallelo tra le due donne, entrambe schiacciate da un “ambiente lavorativo” esclusivamente maschile, senza approfondire il discorso elevandolo ad un ragionamento un po’ più profondo sul ruolo femminile nella società, tanto all’epoca come oggi.
Sofia Vergara come protagonista
Il cuore di Griselda è Sofìa Vergara nel ruolo della protagonista: l’attrice, recitando quasi esclusivamente in spagnolo, cerca di dar vita ad un personaggio estremamente variegato, in cui convivono diversi chiaroscuri. Come vi dicevamo però la costruzione di Griselda non è approfondita al punto giusto, e Vergara non ha a sua disposizione abbastanza materiale su cui lavorare. Non possiamo poi che evidenziare come la sua interpretazione a tratti funzioni molto bene a tratti scada un po’ nel caricaturale, in certi eccessi “soapoperistici” che stonano un po’ con la serietà di determinate situazioni.
La recensione in breve
Griselda racconta l'ascesa criminale della regina dei narcos di Miami, peccato per alcuni eccessi soapoperistici e per la scarsa costruzione dei personaggi. La serie resta comunque piuttosto coinvolgente.
- Voto CinemaSerieTV.it