La serie: Grotesquerie, 2024. Creata da: Ryan Murphy, Jon Robin Baitz e Joe Baken. Cast: Niecy Nash, Courtney B. Vance, Lesley Manville, Micaela Diamond, Nicholas Chavez, Raven Goodwin, Travis Kelce. Genere: Horror. Durata: un’ora circa/10 episodi. Dove l’abbiamo visto: su Disney+.
Trama: La detective Lois Tryon è alle prese con una serie di crimini spietati che stanno terrorizzando la sua città. Durante le indagini, trova un’alleata inaspettata in sorella Megan, una suora e giornalista del Catholic Guardian. Insieme, le due donne seguono una scia di indizi inquietanti che le portano a scoprire segreti oscuri nascosti nella comunità. Ben presto, però, si ritrovano intrappolate in una rete di inganni e pericoli che metterà alla prova il loro coraggio e la loro fede, rendendo difficile distinguere tra amici e nemici.
A chi è consigliato? Agli amanti delle opere create da Ryan Murphy, a cui piace il genere horror e non si spaventano davanti a storie cruente e oscure.
Dopo l’uscita di Monsters: La storia di Lyle ed Erik Menendez, l’attenzione è tornata, più forte che mai, sulle serie create e prodotte da Ryan Murphy. Lo stile particolarissimo dell’autore, che può essere amatissimo o, al contrario, non particolarmente gradito dal pubblico, fa sì che le sue opere facciano sempre parlare di sé e che abbiano — e non abbiamo dubbi nell’affermarlo — fatto la storia dell’intrattenimento televisivo. Su Disney+ arriva Grotesquerie, la nuova serie TV creata dall’autore insieme a Jon Robin Baitz e Joe Baken. Fin dai primi minuti di visione, si conferma uno dei suoi prodotti più estremi e singolari, ma a suo modo estremamente “murphyano”. Fin da subito, si intuisce chi c’è dietro a questa storia complessa e, in parte, sconvolgente (alcune scene sono per stomaci forti). Pur non priva di difetti — e ne parleremo nel dettaglio più avanti — cattura chi guarda già dall’inizio. Come sempre, tornano volti noti dei lavori di Murphy. In Grotesquerie, ritroviamo quel Nicholas Chavez che tanto ci aveva colpito nel ruolo di Lyle Menendez in Monsters; ed è proprio grazie alle capacità interpretative del cast che le carenze della serie passano in secondo piano, in particolare per un duo di protagoniste, Niecy Nash e Micaela Diamond, capaci di rubare la scena.
Una sconvolgente caccia al serial killer
Ma che cosa significa Grotesquerie? Da una parte, è il nome del terribile serial killer che perseguita la protagonista della serie, Lois Tryon, una detective molto abile, ma è anche un termine per definire il mondo in cui lei e tutti gli altri personaggi si ritrovano a vivere. Un mondo oscuro e sull’orlo di un’apocalisse imminente, tra omicidi di una violenza inaudita (raramente in televisione ci è capitato di vedere scenari così cruenti), disastri naturali e crisi sociali. Ryan Murphy parte da un reale che conosciamo fin troppo bene per creare qualcosa di più inquietante e spaventoso che mai. Lois si muove in un contesto che sembra quello di un incubo febbrile, in cui la realtà è distorta al punto giusto per farci capire che non tutto è davvero come sembra, ma non riusciamo a comprendere esattamente cosa. I colpi di scena non mancano, e con il procedere degli episodi ci rendiamo conto che la sorpresa non sarà solo scoprire finalmente l’identità del misterioso killer, Grotesquerie, ma anche qualcosa di più grande, che riguarda la percezione stessa del mondo in cui ci troviamo.
La storia raccontata da Ryan Murphy e dai co-autori affonda nel mondo in cui viviamo oggi: tra crisi sociali e politiche, disastri naturali e crimini che prendono di mira i più deboli, in particolare le donne, vittime di violenza estrema e costante. Il messaggio che la serie vuole trasmettere arriva forte e chiaro. Viviamo in una realtà davvero sull’orlo del collasso, e se al termine della visione ci resta un persistente senso di inquietudine, è perché quello che ci racconta — pur negli estremi della rappresentazione televisiva — ci segue anche al di fuori dello schermo.
Che cosa c’è che non va?
Come in gran parte delle serie di Ryan Murphy — e questo lo ammetteranno anche i suoi fan più accaniti — i difetti non mancano. Grotesquerie è un calderone di tematiche e spunti: “c’è così tanto da dire e così poco tempo per farlo” è quello che ci viene naturale pensare, episodio dopo episodio. La crisi climatica, la violenza sulle donne, la decadenza della società, i problemi di dipendenza, il fatto che i media sfruttino il dolore delle persone per fare audience… tutto questo viene trattato in Grotesquerie, portando il filone narrativo del serial killer quasi in secondo piano e riversando sullo spettatore un miscuglio caotico di idee e messaggi. Per questa ragione, la serie — soprattutto nella sua parte centrale — sembra perdere il proprio focus, perdersi nei meandri di una narrazione un po’ confusa e cedere a un ritmo decisamente meno concitato di quello di cui avrebbe bisogno.
Un cast davvero azzeccato
La buona costruzione dei personaggi e le ottime interpretazioni di gran parte dei protagonisti salvano in qualche modo la serie e riescono a coinvolgere lo spettatore anche nei momenti più trascinati della narrazione. Niecy Nash e Micaela Diamond, le due protagoniste femminili, sono davvero bravissime, tanto nelle scene da sole quanto in quelle insieme. Le loro interpretazioni, che per parte della serie (e non vi sveliamo il perché per non fare spoiler) sono eccessive e sopra le righe e più contenute e misurate in seguito, funzionano molto bene in entrambi i casi.
Anche il tanto acclamato Nicholas Chavez, protagonista di Monsters, dà il meglio di sé nel ruolo, ricordando l’Evan Peters dei tempi d’oro della produzione murphyana. Ha sorpreso anche il lavoro fatto da Travis Kelce (noto come campione di football e fidanzato di Taylor Swift), al suo esordio nella recitazione. Si sarebbe meritato più spazio sullo schermo e speriamo di rivederlo presto, poiché possiede un carisma naturale ed è davvero affascinante.
Grotesquerie, insomma, è una serie riuscita solo in parte: affascinante e coinvolgente, ma anche troppo lunga e confusa. Gran parte delle opere di Ryan Murphy ci lasciano con l’amaro in bocca per le stesse ragioni: avrebbero avuto così tanto potenziale, ma qualcosa non va come dovrebbe, e non riescono a essere memorabili quanto potrebbero. Quella follia unica che le caratterizza — l’amore per il grottesco, il diverso, il bisogno di sconvolgere il pubblico e di esplorare temi importanti — ne fa comunque prodotti d’intrattenimento che catturano la nostra attenzione. E quindi continueremo a guardare tutto ciò che Murphy decide di creare e portare sul piccolo schermo; poi ce ne lamenteremo un po’ nelle recensioni, ma alla fine ciò che abbiamo visto ci lascerà sempre qualcosa su cui riflettere, su cui interrogarci. E questo è sufficiente per dare a Murphy una seconda, una terza, una quarta — e così via per quanto andrà avanti — possibilità.
La recensione in breve
Grotesquerie si distingue per il suo stile estremo e caratteristico, suscitando fascino e turbamento sin dai primi minuti. Murphy intreccia abilmente temi attuali come la violenza sulle donne, il collasso sociale e le problematiche ambientali, ma l’ampiezza delle tematiche tende a sovraccaricare la narrazione, creando confusione e rallentando il ritmo nella parte centrale della serie. Nonostante queste criticità, le interpretazioni di Niecy Nash e Micaela Diamond, supportate da un cast talentoso, riescono a dare profondità e a mantenere alto il coinvolgimento del pubblico.
Pro
- Stile unico e audace di Ryan Murphy, facilmente riconoscibile e d’impatto
- Temi rilevanti e attuali come crisi sociale, violenza e dipendenze
- Cast di alto livello, con ottime performance di Niecy Nash, Micaela Diamond e Nicholas Chavez
- Atmosfera cupa e disturbante che mantiene alta la tensione
Contro
- Narrazione sovraccarica di temi, che crea confusione e dispersione
- Rallentamento del ritmo, soprattutto nella parte centrale
- La trama principale del serial killer rischia di passare in secondo piano
- Lunghezza eccessiva, che rende alcuni episodi meno efficaci
- Voto CinemaSerieTV.it