La serie: Hasta el Cielo: La serie, 2023. Regia: Daniel Calparsoro. Cast: Asia Ortega Leiva, Luis Tosar, Alvaro Rico, Richard Holmes. Genere: Thriller, Crime. Durata: 7 episodi/45 minuti circa. Dove l’abbiamo visto: Su Netflix, in anteprima stampa.
Trama: Dopo la morte del marito, Sole decide che il modo migliore per prendersi cura del figlio è diventare una criminale…anche se ciò significherà essere la rivale del proprio padre.
Venerdì 17 marzo sbarca finalmente su Netflix Hasta El Cielo: La serie, diretta da Daniel Calparsoro e che funge da vero e proprio sequel al lungometraggio spagnolo omonimo che nel 2020, in pieno lockdown mondiale, aveva ottenuto ottime visualizzazioni da parte degli utenti della potente piattaforma di streaming. La serie che arriva invece tre anni dopo ha l’ardire di raccontare gli eventi che sono seguiti al film televisivo, moltiplicando il corollario di personaggi, narrazioni, sequenze al cardiopalma e rapine semplicemente spettacolari.
Nella nostra recensione di Hasta El Cielo: La serie scopriremo però che il nuovo prodotto sequel creato da Calparsoro assieme a Jorge Guerricaechevarrìa non riesce a tenere testa al capitolo precedente, troppo invischiato nei meccanismi algoritmici di una piattaforma, quella di Netflix, che ricerca il brivido e l’entertainment facile a discapito di una visiona artistica ed una scrittura più quadrata e di spessore. Ed è un vero peccato.
La storia: ecco cosa succede alla fine del film del 2020
Dopo la morte del marito, Sole è rimasta sola con suo figlio. Per evitare di tornare sotto la tutela del padre (trafficante di beni preziosi) decide di guadagnarsi da vivere diventando anche lei una criminale, anche se questo significherà mettersi contro il proprio padre. Tessendo reti e trovando nuovi alleati, dovrà farsi strada nella malavita di Madrid, riacquistando la fiducia dei vecchi compagni del marito per portare a termine ambiziose rapine.
Questo è l’incipit di Hasta El Cielo: La serie, nuovo progetto dietro la macchina da presa per il regista spagnolo Daniel Calparsoro (aveva già diretto in effetti il film omonimo del 2020) che, coadiuvato dalla mente artistica di Jorge Guerricaechevarrìa, mette in scena un sequel per il piccolo schermo che non conserva però la freschezza e la visione del lungometraggio di tre anni prima, anzi ne abbassa vertiginosamente la qualità.
Una crime series tutta al femminile
Riprendendo le fila del discorso narrativo intrapreso nel film del 2020, il regista spagnolo allestisce una serie tv che cambia però radicalmente il punto di vista del suo racconto: se nella pellicola precedente c’era un focus decisamente al maschile, con l’ideale passaggio di testimone dal padre criminale alla figlia (qui interpretata da Asia Ortega Leiva), si costruisce un prodotto d’azione squisitamente al femminile, guidato da una donna e tutto incentrato, come lo era di certo il film di tre anni prima, su spettacolari rapine in varie parti dell’Europa.
Una prospettiva fortemente femminile dunque che ha quantomeno l’ambire di scardinare alcuni cliché narrativi e pregiudizi di genere secondo i quali nel panorama passato e presente cine-televisivo l’action è materia prettamente maschile. Hasta El Cielo: La serie prova dunque ad allontanarsi da tale miope visione per consegnare le chiavi del racconto alla sua Sole, il cui volto sostituisce quello ben più celebre di Miguel Herran, che tra i protagonisti più riconoscibili de La casa di carta, tra l’altro.
Una Madrid che non ti aspetti
Ed è proprio dal brivido e dall’adrenalina narrativa di cui si cibava La casa di carta (probabilmente, il prodotto spagnolo Netflix di maggior successo in assoluto) che nasceva il film del 2020 diretto da Daniel Calparsoro: una trama semplice, avvincente, democraticamente indirizzata ad un vastissimo pubblico da streaming e divano che non pretende di certo sottotesti e letture particolarmente stratificate, condita con sequenze tesissime e spettacolari rapine al limite del parossismo. Conservando tale ambizione televisiva, la serie sequel almeno in questo mantiene la promessa, senza però superare la freschezza e la dinamicità dello script del film del 2020.
Forse l’elemento più interessante di Hasta El Cielo: La serie è il modo in cui sfrutta intelligentemente il suo molteplice setting: le rapine che vengono messe in atto nel corso degli episodi, difatti, si svolgono in luoghi molto distanti tra loro, come ad esempio la Galizia spagnola, Parigi, Lisbona, la Nigeria e ovviamente la capitale del paese iberico. E proprio Madrid viene incorniciata nella maniera che non ti aspetti: dalle periferie più malfamate e pericolose ai grandi quartieri dell’economia e della finanza, per nulla legati alla visione da cartolina della città amministrativamente più importante della Spagna.
Un prodotto seriale troppo legato all’algoritmo narrativo di Netflix
Elementi però che non riescono a coprire una sceneggiatura debole ed un impianto narrativo troppo legato ad una visione algoritmica della serialità contemporanea. Hasta El Cielo difatti non rifugge da alcuni meccanismi votati ad accontentare il numero più vasto possibile di spettatori della piattaforma di streaming; a ben guardarla, questa serie sequel di produzione spagnola non ha il coraggio di proporre al suo pubblico una visione, un punto di vista registico o di scrittura veramente interessanti, abbassando vertiginosamente la qualità della trama dei personaggi che avevano fatto la fortuna del film del 2020, ed agganciandosi furbamente alle numerose sequenze di rapina che la contraddistinguono.
Un modo di fare serialità pigro senza idee, ma semplice abbastanza da catturare quantomeno l’attenzione di una audience meno smaliziata e più basic. Un peccato però a conti fatti, visto che Hasta El Cielo: La serie è un prodotto assolutamente ordinario e poco interessante, che nell’intricato panorama algoritmico della popolarissima piattaforma di Netflix verrà presto dimenticato e gettato con velocità nel cestone dei prodotti seriali di cui presto si dimenticherà anche dell’esistenza.
La recensione in breve
La serie Netflix Hasta el Cielo, ispirata al film che sulla piattaforma di streaming ebbe un ottimo successo nel corso del 2020, è a tutti gli effetti deludente. Diretta anche questa volta da Daniel Calparsoro, mescola elementi drammatici e crime che avevano fatto la fortuna del lungometraggio spagnolo confezionando però un prodotto televisivo ordinario e assolutamente poco interessante.
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