La serie : Il mistero dei templari – La serie (National Treasure: Edge of History), 2022. Creata da: Cormac Wibberley, Marianne Wibberley. Cast: Lisette Oliviera, Lyndon Smith, Zuri Reed, Jake Austin Walker, Antonio Cipriano, Jordan Rodrigues, Catherine Zeta-Jones.
Genere: avventura. Durata: 45 minuti ca. /10 episodi. Dove l’abbiamo visto: su Disney+ (screener), in lingua originale.
Trama: La giovane Jess Valenzuela, aspirante agente dell’FBI, si ritrova coinvolta in un mistero legato a un antico tesoro e alla storia della sua famiglia.
Correva l’anno 2004, e Jerry Bruckheimer ribadiva la forza del suo sodalizio con la Disney – e con l’attore Nicolas Cage, con cui aveva già collaborato in diverse occasioni – tramite Il mistero dei templari, classica pellicola d’avventura per tutta la famiglia. Tre anni dopo è arrivato il sequel, e in attesa che qualcosa si smuova sul fronte del terzo film (la sceneggiatura è già pronta, stando a Bruckheimer) il franchise si sposta su Disney+ con uno spin-off seriale di cui parliamo nella nostra recensione de Il mistero dei templari – La serie. N.B. L’articolo si basa sulla visione in anteprima di quattro episodi su dieci.
La trama: i tempi cambiano, i tesori no
Sono passati quindici anni dagli eventi del secondo film, dopo i quali Peter Sadusky è andato in pensione. Il suo percorso, segnato dalla malattia, si intreccia con quello di Jess Valenzuela, aspirante agente federale che si è imbattuta in quelli che sembrano indizi capaci di portare a un tesoro nascosto. Tesoro che, tra le altre cose, sarebbe legato alla famiglia di Jess, di cui lei sa poco. A darle manforte ci sono gli amici e il nuovo alleato Liam Sadusky, nipote di Peter, ma loro non sono gli unici a cercare il tesoro, e la concorrenza, sotto forma di tale Billie Pearce, non esiterà a giocare sporco…
Il cast: una nuova generazione
Jess ha il volto di Lisette Oliviera, mentre il resto del gruppo da lei capitanato è composto da Zuri Reed, Jake Austin Walker, Antonio Cipriano e Jordan Rodrigues. Lyndon Smith, nota soprattutto per aver avuto una parte ricorrente nella serie Parenthood, è l’agente Ross, le cui indagini sono legate alla caccia al tesoro, e Billie Pearce è Catherine Zeta-Jones, ormai di casa sulle piattaforme. Assente il Ben Gates di Nicolas Cage, che però viene menzionato più volte negli episodi che abbiamo visto (e potrebbe apparire in eventuali stagioni future). Dai film ritornano Justin Bartha nei panni di Riley Poole e, per il passaggio di consegne generazionale in quanto nonno di uno dei nuovi protagonisti, Harvey Keitel nel ruolo dell’agente federale Peter Sadusky.
Nuove mitologie
Parte del fascino del film del 2004 risiedeva nella scelta di applicare agli Stati Uniti, e alla loro Storia breve ma non priva di grandi eventi, il filtro avventuroso e quasi mistico visto nelle avventure di Indiana Jones e, più recentemente, in quelle di Robert Langdon (non a caso, il debutto di Ben Gates è arrivato nelle sale meno di due anni dopo l’uscita in libreria de Il codice Da Vinci). La serie continua tale percorso allargandolo alla cultura mesoamericana, restituendo un ritratto più completo della società USA contemporanea (con tanto di inclusione del fenomeno delle escape room tra le passioni di chi si interessa agli enigmi), ma l’impressione rimane la stessa di quindici anni fa: il franchise ha sparato le cartucce più interessanti nel primo film, e la formula a ripetizione non è particolarmente efficace in questa sede.
Nicolas, dove sei?
Principale punto debole dello show, come sottolineato nel quarto episodio dove Riley si concede un’ospitata e continua a parlare al telefono con Ben, è l’assenza di Cage, la cui recitazione eccentrica dava un certo fascino a un personaggio che sulla carta era solo una pallida fotocopia di un certo archeologo. I nuovi volti, anche per un fattore anagrafico che in questo caso rende poco credibile il loro spirito intrepido, non hanno il carisma necessario per giustificare questo racconto esteso che, al netto di una villain simpatica e qualche momento azzeccato di tensione, non è lo stesso contenitore di divertimento con cui abbiamo fatto conoscenza quasi vent’anni fa. Il fatto che a suscitare maggiore interesse sia una scena in cui si allude a quello che potrebbe accadere nel terzo film la dice lunga…
La recensione in breve
La formula dei due lungometraggi cinematografici, allungata per il formato seriale, non ha la stessa efficacia senza l'eccentrica performance di Nicolas Cage.
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Voto CinemaSerieTV