La serie: Il Principe, del 2023 Creata da: Beatrice Borromeo Casiraghi. Cast: Vittorio Emanuele di Savoia, Emanuele Filiberto di Savoia, Birgit Hamer. Genere: Documentario true crime. Durata: 44 minuti ca./3 episodi. Dove l’abbiamo visto: Su Netflix.
Trama: Il Principe Vittorio Emanuele di Savoia rievoca il giorno della sparatoria all’Isola di Cavallo, in cui un giovane tedesco, Dirk Hamer, rimase mortalmente ferito. A condividere il loro punto di vista sulla vicenda, anche Birgit Hamer, sorella del ragazzo morto, il Principe Emanuele Filiberto e, in filmati d’archivio, anche Nicky Pende e altri personaggi coinvolti. Il documentario di Beatrice Borromeo Casiraghi rievoca anche altre vicisissitudini e scandali nei quali Vittorio Emanuele è rimasto coinvolto.
C’era una volta il Principe, non uno qualunque, ma l’erede dell’ultimo Re d’Italia, che tanti anni fa, in una notte d’estate, mentre si trovava sull’Isola di Cavallo, diede in escandescenze e decise di affrontare un gruppo di persone che aveva invaso il suo “regno”. Allo scoccare delle ore tre, l’uomo imbracciò un fucile e sparò un colpo che ferì un giovane tedesco, Dirk Hamer, mentre questi dormiva su una barca, cullato dalle onde. Nessun incantesimo riuscì a salvare il povero ragazzo, che morì qualche mese dopo, con il corpo straziato da troppi interventi chirurgici. In compenso, qualche magia oscura risparmiò al principe una condanna troppo severa.
Nella nostra recensione de Il Principe, parleremo della serie Netflix in tre episodi incentrata su Vittorio Emanuele di Savoia, e diretta da Beatrice Borromeo Casiraghi che, partendo da uno sconcertante fatto di cronaca, prosegue esplorando ulteriori intrecci, casi giudiziari e scandali, ma provando ad andare oltre la figura pubblica del figlio di Re Umberto, dei suoi familiari e anche di Birgit Hamer, la donna che per decenni fece di tutto per ottenere giustizia per il fratello morto.
La trama: il Principe cerca rogne
Seduto alla sua scrivania, Vittorio Emanuele ripercorre i capitoli più importanti e controversi della sua vita, dall’esilio dei Savoia dopo il referendum istituzionale del ’46, ai processi per la morte di Dirk Hamer e alle vicissitudini più recenti, per le quali fu incarcerato a Potenza. Le prime immagini del documentario ci portano sull’Isola di Cavallo, in Corsica, verso la fine degli anni ’70, in un’atmosfera spensierata, esclusiva. L’isola è frequentata da giovani ricchi, belli, e anche da Vittorio Emanuele, con suo figlio e sua moglie Marina. La narrazione di quello che accadde sull’isola, nell’agosto del 1978, viene affidata alla voce del principe, ma anche a quella di Birgit Hamer e ad alcune delle persone che erano lì, quella notte. Manca Nicky Pende, il chirurgo romano che fu sposato con Stefania Sandrelli e che è morto nel 2019, ma ascoltiamo alcune sue testimonianze nei filmati d’archivio opportunamente inseriti nel documentario. La sparatoria tra le barche ormeggiate a Cavallo ebbe origine proprio da uno scontro tra Vittorio Emanuele e Pende. Il medico infatti faceva parte del gruppo di “italiani di merda” che, secondo le testimonianze, Vittorio Emauele vedeva come un fastidio: erano chiassosi e avevano prelevato il canotto del figlio per spostarsi. Prevedendo le mosse del principe, Pende riuscì a scansare fortunosamente un colpo di fucile e poi a disarmarlo. Una delle pallottole però, feri gravemente Dirk Hamer, che era su un’altra barca.
Quello che accadde dopo, svela il documentario, fu ancora più sconcertante, tra soccorsi arrivati troppo tardi e decisioni avventate da parte della famiglia di Dirk, che decise di trasferire il ragazzo in un’altra struttura, nonostante fosse in condizioni gravi.
“Mio fratello si sarebbe salvato se fosse stato soccorso in tempo. All’inizio Vittorio Emanuele ci promise il suo elicottero per trasportarlo all’ospedale di Porto Vecchio. Ma aspettammo a lungo inutilmente, e alla fine decidemmo di portarlo noi in motoscafo. Aveva un’emorragia. Il medico ci disse che se avessimo tardato un altro quarto d’ora sarebbe morto. Poi iniziò il suo calvario: un’agonia di 111 giorni, l’amputazione della gamba destra, altre diciotto operazioni.”
Il racconto a questo punto si allarga a esplorare altri episodi della vita di Vittorio Emanuele, pur mantenendo il fulcro sull’incidente a Cavallo. Sembra infatti che molti di questi episodi, anche se non tutti, ruotino attorno a quel maledetto giorno di estate. Tra il coinvolgimento nello scandalo della P2, gli affari controversi con paesi esteri e i legami con personaggi influenti, la serie non risparmia rivelazioni allo spettatore e mostra un Principe che pur essendo esiliato, in realtà aveva agganci importanti nel nostro Paese.
Beatrice Borromeo Casiraghi, un ruolo scomodo per un true crime al sangue blu
A Beatrice Borromeo Casiraghi non piacciono le imprese facili. Lo ha ribadito in diverse interviste, spiegando che quando era incinta si recò a Scampia per intervistare una ragazza stuprata da un boss della camorra. Anche il suo ruolo di regista del documentario targato Netflix è scomodo. La madre di Beatrice infatti è la migliore amica di Birgit Hamer, e lei a sua volta considera Birgit una zia acquisita. Oltre a raccogliere la testimonianza della sorella di Dirk, però, Beatrice doveva fare in modo di rendersi disponibile ad ascoltare la storia dei Savoia, cercando di mettere da parte questioni personali e giudizi.
Ne viene fuori un racconto in cui si cerca di bilanciare il più possibile luci e ombre dei personaggi principali coinvolti. Alcune sequenze sono un po’ troppo costruite e artefatte – come quella di Birgit, che alla fine medita al sole e viene raggiunta dalle figlie danzanti, dopo che allo spettatore viene mostrata la confessione del Principe – ma il racconto ha ritmo, è molto avvincente e, a meno che non si conosca bene la vicenda, riserva numerose sorprese.
Ritratto di un Principe: molte ombre e un tocco di umanità
Non è certamente un ritratto lusinghiero, quello di Vittorio Emanuele di Savoia che viene fuori dalla serie Netflix. L’erede di casa Savoia non si risparmia nel raccontarsi alla macchina da presa, ma spesso è elusivo e dà giustificazioni a dir poco surreali riguardo alcuni dettagli scomodi della sua vita. Su alcune vicende, il Principe incede adagio sulle parole che usa, come se temesse di inciamparvi sopra, mentre nel raccontare altri episodi, li rievoca con aria divertita.
Dimostra molta più sicurezza, nel raccontarsi e nel dar forma alla sua verità, suo figlio Emanuele Filiberto, che al contempo cerca di trovare una mediazione nel consegnare allo spettatore un ritratto positivo e più umano possibile di suo padre. In un episodio, ad esempio, si sofferma sul fatto che il padre gli scrivesse spesso dal carcere in cui era richiuso, per fargli sentire la sua presenza. Un padre che voleva dare a suo figlio l’affetto e il calore che a lui erano mancati, per sua stessa ammissione e per ammissione della madre, la Regina Maria José.
Birgit Hamer, la storia di un’ossessione
Birgit Hamer, come suo fratello, era una bella ragazza che lavorava come modella e attrice. Aveva recitato anche in alcuni film, era stata Miss Germania. Probabilmente aveva una carriera davanti a sé, ma decise di metterla da parte per dedicarsi unicamente alla ricerca della verità sulla sparatoria all’Isola di Cavallo. Troverà la sua verità – ma non vi anticipiamo come – e nel suo percorso trova anche la fede in Dio, ma nell’arco di trent’anni svilupperà una vera e propria ossessione che la porterà a fare di tutto per far riaprire il processo a Vittorio Emanuele di Savoia. Un’ossessione che avrà un forte impatto anche sulla sua vita privata e familiare, come spiegano anche le sue figlie. Nel documentario Birgit viene fuori come un personaggio bramoso di giustizia, che cerca di mantenere l’attenzione mediatica sulla morte del fratello e non ha paura di mettere in luce le strategie e i tentativi di insabbiamento che avrebbero scoraggiato e intimorito molte persone. Mentre Birgit implora i giornalisti di continuare a occuparsi del caso, alcuni di loro ricevono telefonate minatorie. Tra questi c’è Stella Pende, che è anche cugina di Nicky.
Il racconto sulla morte di Dirk Hamer, offre la possibilità di esplorare anche gli aspetti più controversi della famiglia Hamer, come il padre, Ryke Gerd Hamer, medico tedesco fautore di teorie pseudoscientifiche e avversate, che fu bandito dall’ordine e che negli anni si ritrovò a occuparsi di pazienti malati di tumore, pur non potendo esercitare la professione di medico, o pronunciando per loro diagnosi campate per aria, che spesso li portarono alla morte. Fu proprio Hamer che fece pressioni per far trasferire il figlio altrove, subito dopo l’incidente.
La recensione in breve
Il principe è un documentario Netflix true crime che in tre episodi esplora le dinamiche di una vicenda di cronaca nera, e lo fa in modo avvincente, riuscendo a sorprendere lo spettatore e dando spazio e voce ai protagonisti, i Savoia e la sorella del ragazzo rimasto ucciso, Dirk Hamer.
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