La serie: La creatura di Gyeongseong, 2023. Regia: Chung Dong-yoon. Cast: Park Seo-jun, Han So-hee, Genere: Horror, Dramma. Durata: 6 episodi da 60 minuti circa. Dove l’abbiamo visto: Su Netflix
Trama: Nella primavera del 1945 nel misterioso ospedale Ongseong di Gyeongseong, un imprenditore e una detective lottano per la sopravvivenza affrontando un mostro nato dall’avidità umana.
Negli ultimi anni tantissimi prodotti sudcoreani si sono fatti strada nel panorama dell’intrattenimento mondiale, dai gruppi musicali del K-pop fino alle serie tv che hanno saputo conquistare il pubblico globale. Dopo il successo planetario di Squid Game, Netflix investito molto sulla creazione di opere provenienti dalla Corea del Sud, intercettando sempre di più un pubblico vastissimo. Il 22 dicembre è sbarcata sulla piattaforma dalla N rossa la prima parte de La Creatura di Geongseong, di cui vi parleremo in questa recensione, una nuova opera in bilico tra l’horror, il thriller e il dramma storico che conferma il buonissimo valore artistico e commerciale di quanto confezionato dalle K-Series uscite in streaming recentemente. Il secondo blocco di episodi sarà visibile dal 5 gennaio 2024.
Un oscuro intreccio
Siamo nella primavera del 1945. La Corea del sud è occupata da un Giappone sull’orlo della crisi militare, le cui violente milizie reprimono sanguinariamente i cittadini sudcoreani che manifestano in nome dell’indipendentismo. Jang Tae-sang è uno degli uomini più potenti e benestanti di Gyeongseong (l’odierna Seul), in quanto non solo è il proprietario di un rinomato banco dei pegni, ma è considerato l’uomo più informato della città, capace di tessere importanti e riservati legami interpersonali in modo tale da ottenere notizie sul conto di qualsiasi abitante.
Proprio per questa sua fitta conoscenza di Gyeongseong, viene incaricato dal commissario di polizia per indagare sulla misteriosa scomparsa della sua amante, e avrà tempo fino alla caduta di tutti i fiori di ciliegio. Jang Tae-sang sarà protagonista di un oscuro intreccio che lo porterà a conoscere due misteriosi personaggi con cui si dovrà scontrare con forze recondite che si celano dietro l’opulenza di una città in preda alla dominazione nipponica.
Lo scontro tra il bene e il male
La creatura di Gyeongseong è un prodotto ricco di personaggi radicati nel loro tempo, in una Corea dove si viveva anzitutto per sopravvivere. Ed è proprio il dramma storico a fare da sfondo ad un intreccio che procede essenzialmente su due linee parallele e contrapposte. Da un lato le nefandezze che circondano una città burrascosa, il terrore, la sofferenza e le morti macchiate del sangue di chi, dall’alto delle sue cariche, compie agghiaccianti ed atroci operazioni in nome della propria sete di dominio.
Dall’altro, un mistery che si inserisce in una struttura narrativa tipica della soap opera sudcoreana, con qualche sprazzo di commedia in grado di offrire delle scene divertenti volte ad intercettare un pubblico più vasto e indifferente all’horror. Un netto scontro tra il bene e il male, tra la luce e le tenebre che pervadono le vie di una città allo sbando, i cui abitanti vivono all’oscuro di ciò che si consuma introno a loro. Lo spettatore si trova di fronte ad un’alternarsi di sequenze scioccanti, intrise di un horror condito con una giusta dose di splatter, e momenti da cartolina che fondano le loro radici nei k-drama a cui le produzioni della penisola asiatica ci hanno abituato nel corso degli ultimi anni.
Follia e desiderio di dominazione
Basterebbe adocchiare la sinossi per dedurre che La creatura di Gyeongseong mette al centro del racconto un essere mostruoso strettamente legato alla cultura asiatica, risultato di esperimenti spaventosi (e andati male) in cui si riversano tutti i desideri di dominazione dell’essere umano. La furia distruttiva di tali creature anomale rappresenta la deformazione di un progresso che si è colorato della follia distruttiva dell’uomo, costantemente alla ricerca avida e ossessiva di un potere distorto. La creatura di Gyeongseong è quindi l’incarnazione del male, del declino di un’umanità che cerca nella violenza e nell’aggressività un tentativo di reprimere le proprie angosce e le proprie insicurezze percorse da elementi di disgregazione.
Sebbene non si possa considerare il soggetto pregno di chissà quale originalità, la creatura di Gyeongseong funziona bene perché pone il suo sguardo verso una solida consapevolezza storica, dialogando con il passato per elevarsi ad un monumento universale sulla crisi dell’uomo in perenne conflittualità con il suo istinto autodistruttivo. L’aspetto più interessante è che lo fa attraverso una grande pluralità di generi, attingendo a piene mani da una classico canovaccio di monster movie per poi svilupparsi sapientemente in una storia che include i canoni del dramma sentimentale.
La creatura di Gyeongseong si presenta, dunque, come un titolo interessante destinato ad imporsi nel catalogo Netflix negli ultimi giorni di questo 2023. Un’opera in grado di coinvolgere ed intrigare lo spettatore, nonostante la presenza di alcuni risvolti narrativi eccessivamente dilatati. Il secondo blocco di episodi sarà disponibile sulla piattaforma a partire dal 5 gennaio 2024.
La recensione in breve
Attingendo a piene mani da un tipico soggetto di monster movie, La Creatura di Gyeongseong è in grado di offrire un intreccio narrativo assolutamente intrigante e coinvolgente, che pone lo sguardo su una forte consapevolezza storica per elevarsi ad un monumento universale sulla crisi dell'uomo in conflitto con il suo istinto autodistruttivo.
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