La serie: La regina Carlotta, del 2023. Creata da: Shonda Rhimes. Cast: India Amarteifio, Corey Mylchreest, Adjoa Andoh, Michelle Fairley. Genere: romantica. Durata: 50 minuti ca./6 episodi. Dove l’abbiamo vista: in anteprima su Netflix, in lingua originale.
Trama: La giovane Carlotta di Mecklenburg-Strelitz viene promessa in sposa a re Giorgio III: seppur segnato da una grande passione il matrimonio tra i due dovrà passare per diverse difficoltà…
Il fascino dell’universo narrativo della saga di Bridgerton, un mondo unico, a mezza via tra lo storico ed il fantastico, ha catturato gli spettatori di tutto il mondo con le sue due prime stagioni. In attesa della terza, il team di Shondaland (in collaborazione con Netflix per la realizzazione di questo prodotto seriale) ha deciso di portare sullo schermo una serie spin-off, non direttamente tratta come le altre dai romanzi di Julia Quinn, ma ideata da quest’ultima in collaborazione con Shonda Rhimes. L’atmosfera è ancora una volta quella che abbiamo tanto amato nelle prime due stagioni di Bridgerton, quel mix irresistibile che ne ha fatto un successo senza precedenti: al centro della storia la regina Carlotta, che nella saga principale è interpretata da Golda Rosheuvel, attrice che qui condivide la scena con xx, nel ruolo di sé stessa da giovane.
Come vedremo in questa recensione de La regina Carlotta: Una storia di Bridgerton, è infatti il passato della regina ad essere esplorato nei sei episodi che la compongono, in particolare il passionale e turbolento matrimonio con Re Giorgio III. Se da una parte questa storia è “squisitamente Bridgerton”, dall’altra prende una strada leggermente diversa, ammantandosi di un tono più malinconico, che permea anche il tanto agognato lieto fine. I fan della serie (ma anche i conoscitori della storia di questa regina britannica, che è tra i pochissimi personaggi realmente esistiti di Bridgerton), sapranno già che il matrimonio tra Giorgio e Carlotta fu sì pieno d’amore, ma anche funestato dalla malattia mentale di lui, che finirà con il tempo per ricordarsi a malapena della sua identità e dei suoi cari. Shondaland non delude nemmeno questa volta, e la storia di Carlotta viene narrata con il giusto tono, unendo leggerezza e drammaticità e trovando il perfetto equilibrio narrativo, capace di catturare gli spettatori che hanno amato Bridgerton.
La trama: il matrimonio di Carlotta
Carlotta di Mecklenburg-Strelitz (India Ria Amarteifio) è una giovane principessa di origini tedesche, arguta, colta e cresciuta serenamente in compagnia del fratello dopo la morte dei genitori. Un giorno la sua vita cambia però all’improvviso, viene infatti promessa in sposa al re d’Inghilterra, Giorgio III. Costretta a delle nozze che non vorrebbe, Carlotta abbandona il suo paese per diventare regina: al suo arrivo nella sua nuova patria troverà ad aspettarla uno sposo affascinante e gentile, che al contrario di quel che si sarebbe mai aspettata sembra perfetto per lei. Le cose si dimostrano presto molto più complicate: lui – anche se evidentemente attratto da lei – la allontana, e Carlotta si rende conto che il nuovo marito nasconde numerosi segreti. Ad affliggere il monarca l’ombra di una debilitante malattia mentale, che nessuno dei medici di corte sembra in grado di curare.
Intanto, nel “presente”, Carlotta affronta un lutto in famiglia che mette in pericolo il futuro dinastico della monarchia. La regina deve quindi correre ai ripari e trovare delle consorti per i suoi figli, scapoli impenitenti che non avrebbero ancora voglia di sistemarsi. Incontriamo anche Violet, “mamma” Bridgerton, e Lady Agatha Dambury, costrette a fare i conti con la loro condizione di vedove e con gli amori ormai sepolti nel loro passato.
Contestualizzare il mondo di Bridgerton
Tra gli obiettivi che La regina Carlotta si pone, e che raggiunge in modo estremamente efficace, è quello di delineare ancor meglio il contesto storico/fantastico in cui si muovono le vicende. Se nelle prime due stagioni di Bridgerton scopriamo un contesto socio-culturale già definito – ci troviamo nel periodo della reggenza inglese, con però diverse varianti, l’obiettivo della serie, non ci stancheremo mai ripeterlo, non è quello dell’accuratezza storica -, in questo spin-off scopriamo che cosa ha portato a certi cambiamenti, in particolare si racconta come la società inglese sia diventata così multietnica. Il matrimonio tra Carlotta, principessa tedesca dalla pelle scura, con Giorgio ha portato all’integrazione di quelle fasce di popolazione che prima erano escluse dai circoli nobiliari: una rivoluzione sociale come questa in Bridgerton finisce per assomigliare ad uno scontro tra nobiltà e borghesia, più che ad una lotta per combattere la discriminazione razziale.
È una scelta che però apprezziamo, perché ricalca perfettamente il tono che la serie ha sempre cercato: lo ribadiamo, la veridicità storica non è mai stata importante. Anche se questo spin-off è incentrato su figure realmente esistite, Carlotta e Giorgio, Bridgerton non cambia direzione e continua a fare al meglio quello che ha sempre fatto, trasportando lo spettatore in un “passato altro”. Tutto il discorso (per altro storicamente infondato) sul fatto che la vera regina Carlotta potesse avere lontane origini africane risulta quindi, a nostro parere, del tutto irrilevante.
Prima della reggenza
Il fatto che questa storia venga ambientata nel passato, non più il periodo della Reggenza ma durante il regno di Giorgio III, è evidente tanta dai costumi – che riprendono quelli dell’epoca, non senza libertà artistiche ovviamente – alle scelte musicali. Ancora una volta ritroviamo cover strumentali di canzoni contemporanee, anche se in questo spin-off lo stile generale è diverso, ancor più classico: si è infatti cercato di ricreare uno stile più adatto al “passato”.
A livello narrativo stona forse un po’ il continuo passaggio tra passato e “presente”, il tono tra i due contesti temporali è diverso – più serio e “malinconico” nel caso della storia della giovane Carlotta, decisamente più frivolo e leggero per quella della regina adulta -, il finale (davvero toccante e perfetto, come vedremo) è capace però di tirare al meglio le fila della narrazione e di chiudere perfettamente il cerchio.
Protagoniste e protagonisti
Il cuore di Bridgerton sono sempre stati i suoi personaggi femminili, e anche in questo spin-off le protagoniste della storia non ci hanno assolutamente deluso, prime fra tutte India Ria Amarteifio e Golda Rosheuvel, nei ruoli di Carlotta da giovane e da adulta. Entrambe sono capaci di regalare una profonda dignità a un personaggio che fino ad ora, per quanto a suo modo affascinante e assolutamente esilarante nei suoi exploit, si era limitato ad essere un amante del gossip e del “matchmaking”.
Abbiamo particolarmente apprezzato anche l’approfondimento dato ai personaggi di Violet ed in particolare di Agatha Dambury, interpretata da Arsema Thomas e da Adjoa Andoh.
Non possiamo poi che soffermarci sul personaggio di Giorgio III, capace di unire fascino (l’interesse per il lato più passionale dell’amore tra i protagonisti non viene di certo abbandonato) e fragilità e di rendersi, così, molto più interessante agli occhi dello spettatore (che il duca di Hastings non ce ne voglia, ma il re di Corey Mylchreest ci è davvero rimasto nel cuore).
Un finale che commuove
Come vi anticipavamo il finale della serie tira perfettamente le fila di quanto detto in precedenza, costruendo un ponte tra passato e presente: è nell’episodio conclusivo che comprendiamo veramente la protagonista, le sue motivazioni, il perché del carattere duro che la caratterizzava nella sua versione più adulta. L’amore tra lei e il marito prende forma in maniera toccante, svelandoci le fragilità di una regina che nelle stagioni precedenti ci era sembrata dura ed inscalfibile. La sequenza finale, lo ammettiamo senza vergogna, ci ha davvero commosso.
A questo punto non ci resta che aspettare la terza stagione dello show principale, quella dedicata alla coppia formata da Penelope e Colin, con la certezza che Shonda Rhimes e Netlflix sapranno stupirci ancora una volta con questo guilty pleasure che è davvero diventato qualcosa di più. Ci chiediamo anche se ci attende anche uno spin off-dedicato a Violet e al suo amore per il patriarca dei Bridgerton, Edmund, che ne La regina Carlotta non compare. Non vogliamo fare previsioni, ma siamo quasi sicuri che Shondaland e Julia Quinn non si lasceranno scappare l’occasione di raccontare anche la loro storia.
La recensione in breve
La regina Carlotta ci riporta nell'universo unico di Bridgerton, che in questo si tinge di una certa malinconia, ma che non delude assolutamente i fan della serie principale.
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Voto CinemaSerieTV.it