La serie: La serie di Cuphead! 3 (The Cuphead Show!) del 2022. Creata da: Dave Wasson Cast: Tru Valentino, Frank Todaro, Joe Hanna, Grey Griffin.
Genere: Comico demenziale, fantastico. Durata 12 minuti ca./11 episodi. Dove lo abbiamo visto: su Netflix, in italiano.
Trama: Continuano le disavventure al limite dell’assurdo di Cuphead e Mugman, due fratelli ricercati da Satanasso in persona e che vivono con Nonno Bricco nella folle isola Calamaio.
Ci sono serie che non vogliono cambiare la storia della televisione. Si limitano a essere lì, presenti in un vasto catalogo, silenziose e senza troppi proclami, destinate – come forse accadrà in questo caso – a rimanere prodotti di nicchia dalla breve durata. Capaci, però, di acchiappare una piccola fetta di appassionati che hanno solo voglia di “staccare il cervello” per un po’.
E La serie di Cuphead! il cervello ce lo fa staccare davvero, confermandosi, per altri 11 episodi come una delle serie animate più folli (anche se non del tutto imprevedibili) che si possano vedere, rimanendo fedele a un pubblico eterogeneo che favorisce giovani spettatori e adulti amanti del nonsense.
Anche solo guardando i primi quattro episodi per scrivere questa recensione de La serie di Cuphead! 3 ci si può rendere conto del riproporsi di una formula che funziona quanto basta, impedendo alla serie di fare un vero e proprio salto di qualità (con alcune conseguenze di cui poi parleremo), ma semplicemente confermando tutto ciò che rende Cuphead… beh, Cuphead!
Disavventure da cartone animato
Il primo episodio della terza stagione di La serie di Cuphead! riprende, senza alcun riassunto, le fila della trama con cui si era chiusa la stagione precedente. Mugman è stato rapito da Satanasso, il signore degli inferi, per vendicarsi di Cuphead, proprietario del potente e magico forcone del diavolo. Forcone che non ha nessuna intenzione di restituire. Un cliffhanger perfetto da cui riprendere, che subito necessita di un episodio dalla durata extra-large (22 minuti, il doppio rispetto allo standard) e la cui soluzione, sin dai primi minuti, determina il tono di questa terza stagione.
Forse ancora più folle e dichiaratamente interessata a far ridere con le sue assurdità e l’illogicità delle situazioni, dei comportamenti dei personaggi e degli sviluppi, La serie di Cuphead! non riesce mai a prendersi sul serio, neanche nei momenti a prima vista più tristi e importanti.
Anzi, non c’è davvero nulla di importante se non quella sana e menefreghista voglia di fare pazzie. Le avventure di Cuphead e di suo fratello Mugman sono nate per essere un cartone animato, esagerando ogni singolo aspetto e facendosi forza su alcuni tormentoni che ormai, arrivati alla terza stagione, faranno ridere ancora di più gli spettatori affezionati. Con episodi autoconclusivi che regalano storie dove il delirio è l’unica regola incontrastata, il divertimento è assicurato. A patto di lasciarsi andare completamente.
Altro giro di giostra

Tutto come da aspettativa? Certo, a patto di ridurre quest’aspettativa all’ennesimo divertente giro di giostra a cui la serie c’ha abituato. Quasi nulle le novità che già raccontavamo nella recensione della seconda stagione, con un cast di personaggi sempre uguale e che si fa forza grazie al trascorso degli episodi passati. A volte si ha pure la sensazione che persino quel minimo di serietà rimasto si sia definitivamente lasciato perdere (è il caso di Satanasso, sempre un villain che non si prende troppo sul serio e che non è mai davvero pericoloso, ma qui viene trattato come uno sciocco continuamente; oppure di Nonno Bricco che in certe occasioni sembra più infantile dei nipotini) in favore della risata.
È il pregio e allo stesso tempo il maggior difetto della serie, che non è capace (o forse addirittura non vuole) fare un salto di qualità o cambiare quel tanto che basta per donare nuovo interesse a un potenziale pubblico rinnovato. Bloccata nella sua follia, l’Isola Calamaio si cristallizza immutabile, prendere o lasciare. Il risultato è una serie che vive in un limbo esistenziale: ora che gli episodi precedentemente ordinati da Netflix sono conclusi e distribuiti, che la serie venga rinnovata per una quarta stagione o che la sua storia finisca qui non cambia il risultato.
Una lettera d’amore

Si potrebbe pensare che quello de La serie di Cuphead! sia un triste destino. Un’opera quasi invisibile eppure davvero appagante per chi la segue, incapace di creare una vera e propria passione, riuscendo tuttavia a far sentire la propria mancanza quando non la si guarda. Il merito è dell’immaginario che propone, omaggio all’animazione degli anni Trenta e ai vecchi cartoni dove non contava una storia appassionante, ma solo l’intrattenimento. Capace di sfruttare al meglio le possibilità del disegno e dell’animazione, distorcendo le facce, i corpi, distruggendo ambienti e non rispettando le leggi della fisica, La serie di Cuphead! è in realtà una lettera d’amore al puro senso del divertimento, quello che proviene dalla pancia e che non ha bisogno di altro.
Forse è per questo che Cuphead e Mugman, eterni bambini infantili e pasticcioni, si dimostrano la maschera comica perfetta, proveniente da una lunga tradizione. E forse, quella lunga ed estenuante diatriba che ciclicamente torna, quando litigano incapaci di scegliere tra il cinema e il parco di divertimenti, è specchio di tutto ciò che ci serve. E quello che ci offrono.
La recensione in breve
La terza stagione de La serie di Cuphead! conferma tutte le qualità della serie animata targata Netflix e ispirata al celebre videogioco. Non c'è nulla di serio, il nonsense vige sovrano e, grazie a uno stile che ricorda i vecchi cortometraggi animati degli anni Trenta, l'interesse a scapito di tutto è solo uno: il divertimento. Non coinvolgerà un grande pubblico, ma per gli affezionati - nonostante l'assenza di novità - tanto basta.
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Voto CinemaSerieTv