La serie: Le combattenti, del 2022. Creata da: Camille Treiner e Cécile Lorne. Regia: Alexandre Laurent. Cast: Audrey Fleurot, Julie De Bona, Camille Lou, Sofia Essaïdi. Genere: drammatico, storico. Durata: 50 minuti ca./8 episodi. Dove l’abbiamo visto: su Netflix, in lingua originale.
Trama: Francia, settembre 1914. La Grande Guerra è iniziata da appena un mese. Mentre le truppe tedesche avanzano nella regione dei Vosgi e gli uomini partono per il fronte, quattro donne – Marguerite, Caroline, Suzanne e madre Agnes – si trovano a gestire le conseguenze catastrofiche della guerra a casa propria, a poca distanza dal teatro dei combattimenti.
Dopo il successo internazionale della miniserie francese Destini in fiamme – Le Bazar de la Charité, anch’essa nata per la tv nazionale e resa disponibile su Netflix, Alexandre Laurent torna dietro la macchina da presa per raccontare un’altra vicenda storica adottando un punto di vista femminile.
Insieme a lui, nel cast tornano anche tre volti chiave dello scorso telefilm, ossia Audrey Fleurot, Julie De Bona e Camille Lou, con l’aggiunta dell’attrice franco-marocchina Sofia Essaïdi.
Questa volta, però, il tema e la scala degli eventi sono molto più ambiziosi: Le Combattenti ci conduce infatti nella regione dei Vosgi all’inizio della prima guerra mondiale, nel settembre del 1914.
L’obiettivo, però, non è raccontare gli orrori della vita nelle trincee, bensì ripercorrere la storia di quattro personaggi femminili e, attraverso le loro vicissitudini, fotografare quella svolta storica che rivoluzionò la concezione della donna nell’immaginario collettivo.
Con gli uomini impegnati al fronte, infatti, furono proprio le donne di ogni età e condizione sociale a prendere in mano il proprio destino e quello delle proprie nazioni, giocando un ruolo chiave nella società, nell’economia e nella vita quotidiana del tempo.
Ecco la nostra recensione di Le Combattenti, prodotta per l’emittente nazionale francese TF1 e ora disponibile su Netflix.
La trama: quattro destini sconvolti dalla guerra
Francia, settembre 1914. Suzanne Fort è un’infermiera di Parigi, in fuga da un’ingiusta accusa di omicidio.
Il marito della vittima, che lavora nella polizia giudiziaria francese, le sta dando la caccia ed è pronto a farsi giustizia da sé, ma una donna, Jeanne, prova a portarla in salvo verso la Svizzera.
Giunta nel villaggio di Saint Paulin nei Vosgi, tuttavia, Suzanne dovrà fare i conti con l’orrore della guerra, e finirà per mettersi al servizio di un improvvisato ospedale militare, allestito in un convento.
Anche la madre superiora Agnes è messa a dura prova dal rapido mutare degli eventi e dalla morte di un volto amico, ma dovrà ben presto abituarsi alla nuova realtà.
Un incontro tra i feriti che ogni giorno affollano i corridoi del convento, tuttavia, finirà per mettere in crisi le sue certezze, e la porterà a mettere persino in discussione la propria fede.
Con la guerra e i soldati, intanto, a Saint Paulin sono arrivate anche le prostitute, che affollano il bordello di Marcel Dumont, un uomo spietato e pronto a tutto.
Tra le donne c’è anche Marguerite de Lancastel, una bella prostituta parigina determinata e indipendente che è segretamente alla ricerca di una persona all’interno dell’accampamento francese.
Le sue domande e il suo aspetto molto vistoso, tuttavia, attireranno l’attenzione, e le faranno piovere addosso l’accusa di essere una spia al servizio dei tedeschi.
Caroline Dewitt, invece, è la moglie di un industriale costretto a partire per il fronte, dove metterà al servizio della nazione le sue capacità ingegneristiche. Rimasta da sola a condurre la fabbrica del marito, dovrà fare i conti con il reclutamento forzato dei suoi operai, con l’ostilità della suocera e soprattutto con le mire del cognato Charles, che intende soppiantarla ad ogni costo per scampare alla chiamata di leva.
Un cast all’altezza del racconto
Dal punto di vista recitativo, Le Combattenti funziona nel migliore dei modi, e consacra ulteriormente il talento di tre volti di spicco nel panorama televisivo d’oltralpe, ossia Audrey Fleurot (Marguerite), Julie De Bona (madre Agnese) e Camille Lou (Susanne), già protagoniste nel 2019 della solida miniserie Destini in fiamme – Le Bazar de la Charité.
Altrettanto valida è la prova offerta dalla new entry Sofia Essaïdi, chiamata a vestire i panni dell’imprenditrice alle prime armi Caroline Dewitt: la sua prova non ha nulla a che invidiare a quelle della altre tre star e consente, anzi, a nostro avviso, di dar vita al personaggio meglio riuscito della serie.
Rispetto a Destini in fiamme, Le Combattenti si segnala per una costruzione decisamente più curata e approfondita degli antagonisti e dei personaggi secondari: malgrado la netta scansione in quattro filoni narrativi dedicati al punto di vista delle protagoniste, emergono dal racconto anche i volti e le storie di numerosi altri personaggi, come il medico Joseph Duvernet, lo spietato Marcel Dumont e il meschino Charles Dewitt, ben interpretati dai rispettivi attori.
Complessivamente, possiamo affermare che uno dei punti di forza della serie è rappresentato proprio dalla prova corale del suo cast: le emozioni sono autentiche e convincenti, e l’enfasi sul dramma, talvolta decisamente marcata, si concilia comunque particolarmente bene con la scelta di ambientare la miniserie nel settembre 1914, in un mondo che ancora non si è abituato agli orrori della guerra, e sogna ancora che possa trattarsi di un incubo passeggero.
Se l’intrattenimento prevale sulla qualità
Dal punto di vista narrativo, tuttavia, occorre constatare come la sceneggiatura si muova molto rigidamente, incastonata in una foresta di luoghi comuni e stereotipi assai convenzionali.
C’è il proprietario del bordello spietato e senza cuore, il medico altruista e affascinante, una madre che cerca un figlio, un fratello meschino che vuole usurpare gli averi di famiglia, la suora che mette in dubbio la propria fede, e tanto altro ancora.
Insomma, Le Combattenti sembra metterci di fronte all’intero armamentario della televisione e della letteratura di intrattenimento, e risulta piuttosto difficile immaginare che possa trattarsi di una vicenda autentica, ispirata alle vicende dell’epoca.
Per quanto, come già si è detto, le prove del cast siano molto valide e ci permettano di empatizzare con i personaggi, resta comunque forte la sensazione che dietro ciascuno di loro si celi una semplice maschera teatrale, un ruolo fisso che ne predetermina le azioni e ne appiattisce ogni aspirazione alla complessità.
A risentirne sono soprattutto i colpi di scena che affollano la seconda metà della serie: a chi già padroneggia il linguaggio televisivo, il racconto sembrerà muoversi su binari rigidamente predeterminati, e varie svolte narrative potrebbero finire per risultare prevedibili e scarsamente innovative.
Tutto sommato, però, la serie riesce comunque a raggiungere il suo obiettivo, che è quello di fare del sano intrattenimento senza troppe pretese.
Il risultato è un romanzo godibile e avvincente, seppure per nulla autoriale, che non mancherà di incollato al divano gli amanti della soap e, più in generale, chiunque vorrà davvero immedesimarsi nelle avventure delle quattro eroine protagoniste.
Una ricostruzione minuziosa
Una nota di merito, invece, va alle maestose scenografie della serie, che dal più piccolo dettaglio alle inquadrature esterne più maestose riescono a farci respirare le atmosfere della prima guerra mondiale per tutta la durata degli otto episodi.
Si tratta di un risultato frutto di duro lavoro: nell’estate 2021, le riprese di Le Combattenti hanno richiesto il ricorso a inquadrature aeree e alla costruzione di set ambiziosi, ma anche alla tecnologia digitale in sede di postproduzione.
Sul versante pratico, la mobilitazione – con 3.000 comparse, 600 divise militari, 700 costumi d’epoca e 200 litri di sangue finto – è stata davvero imponente, e rivela una grande padronanza dell’epoca storica in questione, che si traduce in un’attenzione certosina nell’evitare anacronismi e cadute di stile.
Interni, oggettistica, armi e indumenti: tutto ci riporta all’epoca dell’inizio Grande Guerra, e contribuisce a fare di questa miniserie una testimonianza comunque preziosa, sia pure al netto dei suoi molti limiti narrativi.
Il merito va innegabilmente al silenzioso lavoro del team dei consulenti storici di Le Combattenti, tra cui spicca in particolare l’autorevole figura di Jean-Pierre Verney.
Dal punto di vista tecnico e scenografico, insomma, la serie rappresenta un enorme passo avanti rispetto a Destini in fiamme, e senz’altro non mancherà di catturare l’attenzione degli amanti della storia.
La recensione in breve
Le Combattenti diverte, intrattiene e propone una ricostruzione storica particolarmente accurata dell'inizio della prima guerra mondiale, pur cadendo vittima di una sceneggiatura eccessivamente stereotipata e priva di originalità.
- Voto CinemaSerieTv