La serie: Le mille vite di Bernard Tapie, 2023. Creata da: Tristan Séguéla. Genere: Biografico, drammatico, storico Cast: Mark Lewis (IV), Ivan Murphy, Tania Tsikounas, Philippe Chaine, Laurent Lafitte. Durata: 50 minuti circa/7 episodi. Dove l’abbiamo visto: in anteprima su Netflix
Trama: La miniserie racconta i successi e i fallimenti di Bernard Tapie, imprenditore, politico e attore, personaggio controverso e molto conosciuto in Francia per essersi più e più volte reinventato.
Le storie di quei personaggi controversi, un po’ geni ed un po’ imbroglioni, di recente sono state alla base di prodotti di intrattenimento capaci di catturare il pubblico di tutto il mondo (facciamo l’esempio della docuserie Wanna, o della serie The Dropout, dedicata all’imprenditrice xx). L’ultimo arrivato di questo genere nella scuderia Netflix è Le mille vite di Bernard Tapie, serie francese dedicata alla figura di un imprenditore, politico e attore – il Bernard Tapie del titolo -, personaggio famosissimo in patria per essersi più e più volte reinventato, diventando un modello di intraprendenza nel mondo della finanza.
Come vedremo in questa recensione di Le mille vite di Bernard Tapie, Tristan Séguéla sfrutta la struttura narrativa del più classico biopic per raccontare una vita fatta inizialmente di fallimenti e poi di inaspettati successi. Ma chi era veramente Bernard Tapie? Un uomo che ha vissuto innumerevoli esistenze, che non ha fatto altro che reinventarsi, costantemente affamato di affermazione e di successo, a metà via tra l’imbroglione seriale e il genio degli affari. La figura perfetta per essere raccontata in una serie (i tempi di un lungometraggio non sarebbero stati sufficienti a renderle veramente giustizia!) che stupisce e coinvolge; ci chiediamo solo quanto appeal possa avere su un pubblico non francese: in patria attrarrà senza dubbio un vasto pubblico, qui da noi, invece, dove Tapie non è poi così conosciuto, la serie potrebbe perdersi negli infiniti meandri del catalogo Netflix.
La trama: la forza di reinventarsi
Bernard Tapie è un uomo dai mille talenti, ma che forse non ha ancora trovato il campo in cui può eccellere. A metà degli anni Sessanta il fallimento come cantante lo porta a gettarsi nell’imprenditoria e, dopo aver finalmente trovato un investitore, nella gestione di un negozio a cui può accedere solo chi è abbonato. Impresa che però presto fallisce, non perchè non potesse funzionare ma perchè Tapie si fa raggirare dal suo socio e perde tutto. Ma che cosa sarà mai una sconfitta del genere per chi è come lui è sempre pieno di nuove idee? Bernard Tapie cercherà prima di creare un servizio di assistenza accelerata ai malati di cuore e poi si dedicherà – tra arzigogoli legali – alla compravendita di aziende sull’orlo del fallimento, trovando finalmente la strada del successo. Da lì le possibilità per lui diventeranno infinite, tra imprese sempre più redditizie e scelte sempre più azzeccate e geniali.
La serie racconta anche la vita familiare di Tapie, fatta di alti e bassi, tra un matrimonio finito e nuove passionali avventure; nessuno sembra resistere al suo fascino da mascalzone e più e più persone sono disposte a seguirlo anche quando le garanzie di successo sono davvero poche. Chi era veramente Bernard Tapie? Un genio o un abile truffatore? Forse entrambe le cose, e la serie di xx riesce nella difficile impresa di rappresentare entrambe queste sue due anime.
Una figura ambigua
Ad affascinare di Bernard Tapie è proprio questa sua duplice natura, da una parte sembra semplicemente qualcuno che ambisce al riscatto sociale e le prova tutte le strade a sua disposizione, affabulando e addirittura imbrogliando chi gli sta attorno, dall’altra c’è della vera genialità nelle sue idee, e chi ha vero fiuto negli affari non fatica ad accorgersene. Bernard cammina costantemente su un filo sottile, senza mai sbilanciarsi in una direzione o in un’altra: l’esempio perfetto di questa sua ambiguità è quando cerca di fondare un servizio per l’assistenza dei malati di cuore. Per quanto motivato dai problemi di salute avuti dal padre – che avrebbe necessitato di un intervento più veloce dei medici – non può che considerare le grandi potenzialità di guadagno che questo suo sforzo generoso ed altruista potrebbe avere.
La duplicità di Tapie è incarnata alla perfezione dall’attore che lo interpreta: Laurent Lafitte. Lafitte rende il suo Tapie tanto amabile e a suo modo affascinante quanto detestabile, capace di smisurati gesti d’amore ma anche di egoismo. Accanto a lui risalta particolarmente la splendida Joséphine Japy, che interpreta l’amata Dominique, donna che lo ha appoggiato e supportato anche nei momenti peggiori.
Una storia particolarmente affascinante
In questo biopic che parla di riscatto sociale e di rinascita è piuttosto evidente il messaggio di fondo: mai arrendersi e mai rinunciare ai propri sogni. Costi quel che costi. Una scalata al successo, quella del protagonista, che ha però anche i suoi lati oscuri, e che ci fornisce diversi spunti di riflessione: quanto possiamo spingerci in là per ottenere ciò che vogliamo? Il gioco vale veramente la candela?
Come vi anticipavamo la storia di Tapie è complessa ed interessante, e più si prosegue nella visione più la parabola ascendente vissuta dal protagonista si fa coinvolgente; ci chiediamo, però, quanto una vicenda di questo tipo possa attrarre un pubblico non francese, un’audience, insomma, che non conosceva già questa controversa figura. Vedremo se l’algoritmo Netflix saprà dare il giusto risalto a Le mille vite di Bernard Tapie, catturando l’interesse anche degli spettatori nostrani.
La recensione in breve
Le mille vite di Bernard Tapie racconta il percorso di un personaggio ambiguo e controverso, rendendo giustizia alle sue diverse anime. Ottima l'interpretazione del protagonista Laurent Lafitte.
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Voto CinemaSerieTV