La serie: Le relazioni pericolose (Dangerous Liaisons), 2022. Creata da : Harriet Warner. Cast: Alice Englert, Nicholas Denton, Lesley Manville, Carice van Houten, Paloma Faith, Michael McElhatton, Kosar Ali, Nathanael Saleh, Hakeem Kae-Kazim. Genere: drammatico. Durata: 55 minuti ca. /8 episodi. Dove l’abbiamo visto: in anteprima stampa su Lionsgate+ in lingua originale.
Trama: Gli inizi del torbido, malsano rapporto fra Camille, futura marchesa di Merteuil, e Pascal, non ancora visconte di Valmont.
In quanti modi è possibile adattare il celebre romanzo di Pierre Choderlos de Laclos, caposaldo del genere epistolare? Una domanda a cui Starz (e, in paesi come l’Italia, la piattaforma un tempo nota come StarzPlay, ora Lionsgate+) cerca di rispondere con la sua nuova produzione seriale originale, di cui parliamo nella nostra recensione de Le relazioni pericolose.
La trama: sesso, bugie e corrispondenze
Siamo a Parigi, circa vent’anni prima degli eventi del romanzo originale, dove la marchesa di Merteuil e il suo amante/complice, il visconte di Valmont, complottavano per rovinare vite e reputazioni altrui. Nessuno dei due ha ancora raggiunto lo status prestigioso di cui godono nel prototipo. Quando si conoscono sono semplicemente Camille e Pascal, e gradualmente si costruiranno lo spazio necessario per aspirare ai ranghi più alti della società. E naturalmente, tra i due c’è una scintilla, messa in crisi quando viene fuori che Pascal ha il brutto vizio di ricattare le sue conquiste conservando le loro lettere…
Il cast: largo ai giovani!
Camille è Alice Englert, la figlia della cineasta Jane Campion, mentre Pascal ha le fattezze di Nicholas Denton. Al loro fianco vari caratteristi europei eccelsi, tra cui Lesley Manville (che in questi giorni è anche la principessa Margaret nella quinta stagione di The Crown, e nel 1985 fu Cécile de Volanges nella prima rappresentazione dell’adattamento teatrale del romanzo di Choderlos de Laclos, a firma di Christopher Hampton), Carice van Houten (alla prima apparizione televisiva dopo la conclusione de Il trono di spade) e Paloma Faith (che gli abbonati di Starz/Lionsgate+ conoscono forse grazie al suo ruolo da villain nella serie Pennyworth, sulle gesta del futuro maggiordomo di Batman).
Dalla carta, al palco allo schermo
Più che sotto forma di romanzo, la storia è nota soprattutto grazie alla pluripremiata trasposizione teatrale di Hampton, poi diventata film grazie a Stephen Frears e importante anche il altri ambiti cinematografici (la sua performance nei panni di Valmont valse a un allora ignoto Alan Rickman la parte di Hans Gruber in Trappola di cristallo). In un contesto più (post)moderno c’è anche l’operazione young adult effettuata con Cruel Intentions (di cui, ironia della sorte, i produttori hanno poi cercato di realizzare due versioni per il piccolo schermo), per non parlare dell’ufficiosa ma palese rielaborazione teen di Gossip Girl, che non trae esplicitamente ispirazione dai testi di Choderlos de Laclos o di Hampton ma ne ripropone abbastanza chiaramente le dinamiche aggiornate all’era delle identità online. In tal senso, è intrigante la nozione di fare un apparente “passo indietro” e di tornare alla fonte originale, all’ambientazione francese e ad atmosfere molto diverse da quelle contemporanee dove, a seconda delle circostanze, certi atteggiamenti libertini possono essere tollerati o addirittura incoraggiati. Anche se le incarnazioni più moderne non mancano, come il già citato Gossip Girl che è tornato in vita grazie alla piattaforma HBO Max.
Un “moderno” che stona
Hampton, inizialmente coinvolto come uno degli sceneggiatori dello show, è menzionato come produttore esecutivo nei credits ma di suo è rimasto ben poco, dal momento che se n’è andato prima che iniziassero le riprese. Anche perché coinvolgerlo in una versione moderna del testo ha poco senso, dal momento che il suo testo teatrale era già il perfetto aggiornamento del romanzo, la cui struttura epistolare fu tramutata in grande dramma fatto di interazioni personali, dove l’eleganza del racconto in costume si scontrava con un certo brivido erotico, per quanto ancora abbastanza morigerato per rispettare le convenzioni dell’epoca raccontata (anche il film, pur essendo un po’ più esplicito da quel punto di vista, tende a preferire l’eros verbale a quello fisico). In questa sede – e si percepisce l’identità britannica del progetto – il tocco più al passo coi tempi riguarda principalmente il casting, che segue la logica colorblind del teatro inglese assegnando i ruoli a prescindere dall’etnia degli attori e dà al tutto un sapore che mescola sapientemente il classico e il contemporaneo. Diverso il discorso linguistico, con dialoghi che vogliono attirare lo spettatore di oggi ma cozzano con l’estetica d’altri tempi portata sullo schermo dalla regista Leonora Lonsdale, abituata a operazioni simili avendo già firmato per la BBC la miniserie The Pale Horse, dal libro di Agatha Christie. Anche il sesso si fa un po’ più spinto, contraddicendo il senso di un’operazione che, sulla carta, dovrebbe trasudare eros lavorando di sottrazione. Invece trasuda solo schematismi che lasciano intravedere una certa povertà drammaturgica sotto gli abiti sfarzosi e le scenografie impeccabili.
La recensione in breve
La nuova trasposizione seriale del Le relazione pericolose vuole parlare al pubblico di oggi, ma così facendo perde di vista il senso degli intrighi di potere al centro della storia.
- Voto CinemaSerieTV