La serie: Lo scontro, 2023. Creata da: Lee Sung Jin. Cast: Steven Yeun, Ali Wong, Maria Bello, David Choe, Joseph Lee. Genere: Commedia, Grottesco. Durata: 10 episodi/35 minuti circa. Dove l’abbiamo vista: Su Netflix, in anteprima stampa.
Trama: Un muratore in crisi ed un’imprenditrice insoddisfatta rimangono coinvolti in un incidente causato dalla rabbia al volante. La faida che segue fa emergere i loro istinti più cupi.
Giovedì 6 aprile arriva su Netflix una delle serie più sorprendenti ed irriverenti di questi primi mesi del 2023. Co-prodotta da A24 Television, Lo scontro è già stata osannata da parte della critica statunitense, che ha potuto vederlo in anteprima al South By Southwest Film Festival generando ammirazione ed entusiasmo. Creato (ed in parte diretto) da Lee Sung Jin, Lo scontro mette in campo due performance feroci e sfaccettate interpretate da Steven Yeun ed Ali Wong, volti che raccontano alla perfezione più di ogni altro elemento narrativo il fulcro contenutistico di questa serie inaspettata.
Nella nostra recensione de Lo scontro vi spiegheremo come il prodotto destinato al piccolo schermo di Lee Sung Jin sia molto più di un’irriverente commedia nera, bensì una critica sociale cattivissima e ad alto tasso di corrosività che non fa salvo nessuno, nemmeno la nutrita comunità asiatica in terra statunitense che costituisce buonissima parte del suo ispirato cast.
La trama: scontro di auto con rabbia repressa
Danny Cho (Steven Yeun) è un piccolo imprenditore edile in difficoltà che lavora come muratore per guadagnare soldi e portare in America i due genitori rimasti in Corea con i debiti fino al collo; una situazione famigliare acuita anche dal fatto che il fratello di Danny, suo socio in affari, non lo aiuta minimamente nel lavoro grosso così, accecato dal rancore, si scontra letteralmente in auto con Amy Lau (Ali Wong) imprenditrice indipendente con una vita personale piuttosto insoddisfacente e complicata. La faida tra i due prima nasce come scontro al volante con tanto di inseguimento su quattro ruote, poi i due cercheranno in tutti i modi di vendicarsi sull’altro per il torto subito a bordo delle rispettive automobili; presi da una rabbia cieca, metteranno in gioco una caccia del gatto col topo irriverente ed assolutamente imprevedibile.
Queste sono le premesse de Lo scontro, serie targata Netflix che arriva nel catalogo della piattaforma di streaming a partire da giovedì 6 aprile e che siamo sicuri lascerà a bocca spalancata anche gli spettatori meno smaliziati. Un prodotto televisivo, quello ideato da Lee Sung Jin, che mette in campo una trama superficialmente molto accattivante, perfetta per un indiavolato binge-watching, che ben si combina però con riflessioni sulla contemporaneità sociale degli Usa profonde e mai banali. Scopriamo assieme perché.
Occhio per occhio rende il mondo cieco
Facciamo un piccolo passo indietro e partiamo dall’analisi del curioso titolo in lingua originale della serie, Beef. La parola “beef” in lingua inglese significa letteralmente “carne da macello”, ma il modo di dire figurato “to have a beef with someone” può assumere il significato di “avere un conto in sospeso con qualcuno”; esattamente il tipo di relazione narrativa che lega i due protagonisti interpretati da Steven Yeun e Ali Wong, il cui destino si intreccerà indissolubilmente e all’insegna del rancore più totale dopo essersi causalmente scontrati in strada a bordo delle rispettive automobili.
La ragione di tale astio reciproco? Specificatamente nessuna, se non che il loro (s)fortuito incontro su quattro ruote è accaduto in momenti della rispettiva vita in cui la frustrazione e il senso di insoddisfazione erano talmente elevati da giustificare un repentino ed inaspettato atteggiamento da “pirata della strada” provetto. Un atteggiamento, quest’ultimo, che darà il via ad un perverso e caustico gioco del gatto col topo dove la parola d’ordine sembra essere quella dell'”occhio per occhio”. E quando Danny ed Amy decidono di prendersi mira l’un l’altro…non ce n’è per nessuno!
Avere tutto ma sentirsi vuoti
Lo scontro è innanzittuto un prodotto seriale che rifugge dal mero binge-watching di superficie. Sì certo, il livello di scrittura dei vari personaggi, delle situazioni (talvolta assolutamente paradossali!) non fa che acuire l’interesse e l’attenzione dello spettatore anche più sprovveduto, ma lo show Netflix di Lee Sung Jin affonda il coltello nella piaga del suo commentario sociale molto più in profondità di quanto non si pensi. Perché dietro al parossistico gioco di piccole vendette, screzi e minacce vicendevoli tra Danny ed Amy, c’è tutto un discorso sull’incapacità cronica di sentirsi adeguati ed in focus all’interno della propria vita.
Se il personaggio sanguigno interpretato da Steven Yeun vive una vita di stenti e di lavoretti da muratore per permettere ai genitori rimasti in Corea del Sud di rifarsi una vita negli Stati Uniti, quello di Ali Wong invece raffigura alla perfezione l’altro lato della medaglia della quotidianità percorsa da Daniel: imprenditrice di successo con una famiglia apparentemente perfetta alle spalle ed una vita invidiabile, ad Amy sembra non mancare nulla; eppure in cuor suo sa che nonostante questo si sente profondamente vuota ed insoddisfatta. Le stesse emozioni che prova anche la sua nemesi giurata, il cui incontro/scontro genererà fuoco e faville nella maniera più inaspettata e corrosiva.
A24, prima di tutto
Il successo de Lo scontro? Non è soltanto nella stratificazione di temi e livelli di lettura della serie creata da Lee Sung Jin, ma anche nell’avallamento produttivo affidato ad A24, da anni casa dei più interessanti prodotti cine-televisivi votati all’inclusività di interpreti appartenenti ad etnie sotto-rappresentate ad Hollywood. Grazie a script spesso di grande qualità ed originalità, comunità fino a qualche anno poco “utilizzate” nell’industria dello show business sono diventate protagoniste assolute di lungometraggi e prodotti per il piccolo schermo di spessore e rilevanza socio-culturale.
Lo scontro non è affatto da meno, riflessione a suon di rabbia repressa di quanto il sogno americano di oggi, così come forse anche quello di ieri, non è mai stato orizzonte del desiderio facile da perseguire per le minoranze etniche integrate nel tessuto societario degli Stati Uniti d’America. Quasi come se Lee Sung Jin abbia voluto equiparare una volte per tutte le esperienze quotidiane e i tormenti dell’animo dei suoi protagonisti asiatici con quelli della cosiddetta comunità wasp. Che il cinema e la televisione, nei decenni, l’ha pure ingiustamente colonizzata.
La recensione in breve
Lo scontro è la miniserie che non ti aspetti: interpreta da due Steven Yeun e Ali Wong in assoluto stato di grazia, racconta un'irriverente e corrosiva storia contemporanea che scava con cattiveria e senza peli sulla lingua sul ribaltamento del sogno americano all'interno della comunità asiatica. E, non a caso, produce la divisione televisiva di A24.
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Voto CinemaSerieTV