La serie: Mameli, il ragazzo che sognò l’Italia, 2024. Creata da: Antonio Antonelli. Cast: Riccardo De Rinaldis Santorelli, Amedeo Gullà, Giovanni Crozza Signoris, Marco Gualco, Luca Ward, Neri Marcorè. Genere: Drammatico, biografico, storico. Durata: 60 minuti ca./4 episodi. Dove l’abbiamo visto: su Rai 1.
Trama: La storia del giovane Goffredo Mameli, rivoluzionario pupillo di Mazzini e Garibaldi che compose il Canto degli italiani.
Sulla Rai è arrivata in quattro episodi (trasmessi il 12 e e il 13 febbraio) la fiction dedicata a uno dei personaggi chiave del Risorgimento italiano, quel Goffredo Mameli che scrisse il nostro inno nazionale, il Canto degli italiani. La serie ideata da Antonio Antonelli sceglie la prospettiva di Mameli per raccontare uno dei periodi più complessi e tumultuosi della Storia del nostro Paese: come vedremo però in questa recensione di Mameli – Il ragazzo che sognò l’Italia, la materia storica che si sceglie di racchiudere in poco meno di quattro ore è davvero troppo vasta, tanto che la narrazione risulta fin da subito affrettata e confusa. I momenti emozionanti ci sono, ma nel complesso lo show Rai finisce per risultare un deludente mappazzone, che non rende onore a un periodo storico così interessante.
Il Canto degli italiani
La serie sceglie di coprire gli ultimi due anni di vita del giovane Mameli (Riccardo De Rinaldis Santorelli), che morirà appena ventunenne durante gli scontri per la difesa della Repubblica Romana: se il primo episodio è principalmente incentrato sul suo tormentato amore per Geronima Ferretti, la narrazione vira velocemente sulla sua partecipazione ai moti rivoluzionari, che lo portò a comporre il suo famoso Canto e a stingere una profonda amicizia prima con Nino Brixio (Amedeo Gullà) e poi con personaggi del calibro di Mazzini e Garibaldi. Il giovane eroe della rivoluzione e i suoi compagni d’avventura si scontreranno però con chi trama per mantenere gli austriaci al potere, in particolare un gruppo di oscuri individui, di stampo massonico, guidati da padre Sinaldi (Luca Ward).
Tra melodramma in costume e fiction Rai
Mameli, il ragazzo che sognò l’Italia sceglie la prospettiva ben precisa del giovane poeta genovese per raccontare, come dicevamo, un periodo turbolento della nostra Storia: la serie diretta da Luca Lucini e Ago Panini non sembra però trovare il linguaggio giusto per dare vita a questa vicenda; il melodramma in costume si fonde alla fiction lasciando poco spazio alla ricostruzione storica. Gli interpreti, in particolare il protagonista Mameli ma anche i diversi comprimari, finiscono per soffocare in una recitazione a volte troppo pomposa ed enfatica qualsiasi tentativo di realismo. Lo spettatore si trova quindi trascinato in una narrazione affrettata, sorretta da personaggi a tratti macchiettistici (spesso dagli exploit fin troppo moderni per risultare credibili) con cui si fa fatica ad empatizzare.
Un giovane patriota
Il racconto della genesi del nostro Paese, e di uno dei patrioti che ne sono stati il simbolo, avrebbero meritato decisamente un altro approccio. A deludere maggiormente, il fatto che la serie non riesca mai veramente a trasmettere la personalità del suo protagonista, di cui poco si percepiscono le motivazioni: che cosa lo ha spinto ad unirsi alla rivoluzione? Più che un patriota guidato da grandi ideali sembra più un ragazzino desideroso di avventura, di successo e di lasciarsi alle spalle la noia di una vita troppo agiata. Se Brixio, il padre di Mameli, interpretato da Marcorè, e Adele Baroffio (Chiara Celotto) risultano convincenti nelle parti, il resto dei personaggi ed in particolare il villain di Luca Ward, eminenza oscura di cui poco ci viene veramente rivelato, sono tratteggiati superficialmente e senza la cura necessaria.
Nel complesso Mameli – Il ragazzo che sognò l’Italia risulta un’operazione un po’ deludente, che non cattura quanto potrebbe, soprattutto vista la materia trattata. Ambientazioni e costumi colpiscono per una certa ricercatezza, ma una buona cornice non basta da sola a reggere e valorizzare un quadro spoglio di contenuti.
La recensione in breve
Mameli - Il ragazzo che sognò l'Italia si perde tra melodramma in costume e fiction Rai, non trovando mai il giusto realismo, anche a causa della recitazione pomposa ed enfatica dei suoi protagonisti.
- Voto CinemaSerieTV