La serie: Only Murders in the Building 4, 2024. Creata da: John Hoffman, Steve Martin. Genere: Giallo, Commedia. Cast: Steve Martin, Martin Short, Selena Gomez, Meryl Streep, Paul Rudd. Durata: 10 episodi/35 minuti circa. Dove l’abbiamo vista: Su Disney+, in anteprima stampa ed in lingua originale.
Trama: Il trio di podcaster dell’Arconia di New York si ritrova a venire chiamato da Hollywood, che ha intenzione di realizzare un film sui loro casi risolti di omicidio.
A chi è consigliata? La quarta stagione di Only Murders in the Building è sicuramente consigliata a tutti coloro che continuano ad amare alla follia questa irriverente ed intelligente serie comedy sin dalla sua prima stagione. Inoltre, chi è appassionato di racconti gialli, di trame intricate e di delitti da risolvere, troverà senza dubbio pane per i loro denti.
Era il 2021 quando la coppia formata da John Hoffman e Steve Martin portava per la prima volta sul piccolo schermo una serie comedy uscita in sordina ma che, grazie all’incessante e appassionato passaparola, è diventata successivamente di culto. Stiamo parlando ovviamente di Only Murders in the Building, che non soltanto ha risollevato la carriera più recente di Steve Martin davanti la macchina da presa, ma ha rilanciato anche quella del comedian statunitense Martin Short e aperto una volta per tutte le porte a quella di Selena Gomez. Che adesso è arrivata alla sua quarta, attesissima stagione televisiva.
Nella nostra recensione di Only Murders in the Building 4 vi spiegheremo perché, nonostante la bravura e l’ironia sempre perfette del trio di protagonisti ed un nuovo, intricatissimo caso da risolvere, questo quarto appuntamento conferma purtroppo un trend discendente di cui ci eravamo già accorti nelle stagioni precedenti: la serie di John Hoffman e Steve Martin sta diventando una vera e propria fabbrica di camei e partecipazioni eccellenti!
Bentornati all’Arconia, per la quarta volta!
Nella quarta stagione di Only Murders in the Building, il nostro trio di podcaster amatoriali affronta gli sconvolgenti eventi della fine della terza stagione che circondano la controfigura e amica di Charles, Sazz Pataki (Jane Lynch). Mettendo in dubbio se la vittima designata fosse lei o Charles, la loro indagine li porta fino a Los Angeles, dove uno studio di Hollywood sta preparando un film sul podcast più famoso di New York. Mentre Charles, Oliver e Mabel (rispettivamente, Steve Martin, Martin Short e Selena Gomez) tornano di corsa a New York, si renderanno conto di dover intraprendere un viaggio ancora più epico: ovvero attraversare per la prima volta il cortile del loro edificio per addentrarsi nelle vite contorte dei residenti della West Tower dell’Arconia. E ci saranno, ovviamente, delle sorprese.
Ad un solo anno di distanza dalla messa in streaming della terza stagione, Only Murders in the Building torna su Disney+ con i primi due episodi del quarto capitolo a partire da martedì 27 agosto, portando con sé attesa, curiosità ed aspettative. Perché è lecito pensare che i due ideatori dello show televisivo, Hoffman e Martin, siano ormai perfettamente consapevoli del rigurgito pop che la serie nel tempo ha generato, tanto che con il passare delle stagioni in streaming (sempre più seguite e commentate su social) c’è stata una vera e propria corsa tra le star di Hollywood nel far parte del cast ed incorniciare le gesta del trio di podcaster dell’Arconia Building di New York. E la quarta stagione di Only Murders si arricchisce particolarmente proprio di comparsate e simpatici camei che in un certo qual modo restituiscono tutta la carica “virale” del murder mystery più seguito della tv contemporanea.
Largo ai camei!
Del resto lo aveva anticipato proprio Steve Martin tempo fa: “Questa stagione (la quarta) sarà piena di star”, ed aveva perfettamente ragione. Sia chiaro, sin dai suoi primissimi episodi Only Murders in the Building ci aveva abituato a camei e comparsate eccezionali e particolarmente gradite (ricordate Sting nella prima stagione? Amy Schumer nella seconda? Senza dimenticare ovviamente Meryl Streep e Paul Rudd nel terzo appuntamento). Con il debutto del trio di podcaster a Los Angeles e nel cuore della produzione hollywoodiana, era giocoforza che nuove star sarebbero entrate nel cast di questo appuntamento in streaming disponibile da martedì 27 agosto sulla piattaforma di Disney+.
E quindi, a vestire i panni degli attori che interpreteranno Charles Haden-Savage, Oliver Putnam e Mabel Mora sul grande schermo ecco che arrivano (come loro stessi!) Eugene Levy, Zack Galifianakis e Eva Longoria; un trittico divertentissimo e scanzonato che va ad arricchire una pletora di nuovi personaggi secondari che fanno capolino proprio nel corso dei concitati ed intricatissimi episodi della quarta stagione. Non solo Hollywood, ma nella West Tower dell’Arconia “debuttano” interpreti del calibro di Richard Kind e Kumail Najiani, senza dimenticare l’irriverente Melissa McCarthy nei panni della sorella di Charles, e il ritorno (annunciatissimo sin dal primo trailer) di Meryl Streep in quelli di Loretta. Seguendo un trend che curiosamente pare interessare parallelamente anche The Bear, lo show di John Hoffman e Steve Martin aumenta la sua popolarità proporzionalmente alle comparsate inaspettate che riesce ad inserire all’interno del tessuto narrativo.
Questa stagione sarebbe piaciuta ad Hitchcock
Il fatto è che con questa sovrabbondanza di simpatiche collaborazioni e personaggi secondari a volontà, la quarta stagione di Only Murders in the Building perde parte del fascino che l’aveva caratterizzata sin dai suoi primissimi episodi del 2021, ben più focalizzata sul murder case, sulle implicazioni, sui possibili sospettati, sul percorso avvincente della risoluzione del caso, sull’ironica dissertazione riguardo al potere dei podcast di true crime nella contemporaneità dell’informazione. Al quarto appuntamento, tutto questo non esiste più, seppellito da una commedia fin troppo auto-referenziale e consapevole della propria valenza pop e virale; che rende sì la visione sempre e comunque particolarmente piacevole ed irresistibile, ma che inizia al contempo a mostrare le sue evidenti crepe produttive.
Un gran peccato, perché al di sotto di queste problematiche impalcature narrative ed artistiche, si cela ancora una volta una intricatissima trama da seguire tutta d’un fiato, alla spasmodica ricerca del colpevole del misterioso omicidio avvenuto questa volta all’interno dell’appartamento di Charles. Un omicidio che sa riflettere con intelligenza sopraffina sull’importanza dell’atto dell’osservare, che sia da una finestra o attraverso una videocamera di sorveglianza, o addirittura tramite l’occhio di un cineasta pronto a realizzare un lungometraggio su tre improbabili podcaster, oppure sullo schermo di uno smartphone. Ideale e naturalissima evoluzione de La finestra sul cortile, Alfred Hitchcock avrebbe senza ombra di dubbio apprezzato lo show targato Hulu.
Un trend in discesa?
Se il trend qualitativo di Only Murders in the Building è quindi evidentemente in discesa, c’è da chiedersi se la possibile quinta stagione sarà quella finale per le avventure investigative amatoriali di Steve Martin, Martin Short e Selena Gomez, ancore di salvezza di uno show televisivo che sta progressivamente perdendo la sua identità focale nonostante la continua piacevolezza di visione dall’altra parte di un piccolo schermo. Alla creatura televisiva partorita dalle menti comiche di John Hoffman e Steve Martin non possiamo che augurare in ogni caso il meglio per il suo incerto futuro.
Per queste ragioni, in definitiva, la quarta stagione di Only Murders in the Building seppur riesca a soddisfare tutti i palati più sopraffini alla ricerca di trame intricate, delitti e casi di omicidio (multiplo!) da risolvere, conferma tuttavia un trend discendente che si era concretizzato già nelle stagioni precedenti: troppi camei e partecipazioni eccellenti finiscono per risucchiare l’attenzione su quelli che erano i punti cardine del successo di una serie che avrebbe ancora tantissimo da raccontare. Magari con meno frivole auto-referenzialità.
La recensione in breve
La quarta stagione di Only Murders in the Building soddisfa tutti i palati più sopraffini alla ricerca di trame intricate, delitti e casi di omicidio (multiplo!) da risolvere, ma stavolta conferma un trend discendente che si era concretizzato già nelle stagioni precedenti: troppi camei e partecipazioni eccellenti risucchiano l'attenzione su quelli che erano i punti cardine del successo della serie.
The Good
- Il trio formato da Steve Martin, Martin Short e Selena Gomez, sempre in forma
- L'intelligenza nella scrittura di John Hoffman
- Il caso di omicidio da risolvere, stavolta più complesso di sempre
The Bad
- Troppi camei e partecipazioni che distolgono l'attenzione
- Voto CinemaSerieTV