La serie: Ossessione, 2023. Creata da: Glenn Leyburn e Lisa Barros D’Sa.
Cast: Richard Armitage, Charlie Murphy, Indira Varma e Rish Shah. Genere: Thriller, erotico, drammatico. Durata: 40 minuti ca./4 episodi
Dove l’abbiamo visto: Su Netflix, in anteprima in lingua originale.
Trama: Un padre di famiglia di successo inizia una passionale relazione con la fidanzata di suo figlio: un precario equilibrio che non può durare.
Su Netflix arriva una miniserie britannica che spera di attrarre gli amanti del thriller psicologico e del racconto erotico. Ossessione è l’adattamento del romanzo Il danno di Josephine Hart, già trasporto negli anni Novanta in un film con Jeremy Irons e Juliette Binoche. La storia è ancora una volta piuttosto fedele all’opera originale, ma a differenza del suo predecessore fallisce nel coinvolgere lo spettatore, che si trascina, un episodio dopo l’altro, fino a un finale non così incisivo come una storia di questo tipo necessiterebbe.
Come vedremo in questa recensione di Ossessione, la miniserie diretta da Glenn Leyburn e Lisa Barros D’Sa non ha la stessa potenza né del materiale originale né del precedente adattamento: i protagonisti risultano piatti e poco approfonditi, il ritmo poco adatto ad un racconto come questo, che dovrebbe catturarci e tenerci incollati allo schermo, e la sceneggiatura vacilla proprio nei momenti che dovrebbero risultare più intensi ed emozionanti. Peccato, perché gli spunti per costruire un buon thriller c’erano tutti.
La trama: ossessionato da una donna
William Farrow (Richard Armitage) è uno stimatissimo chirurgo, capace di compiere delle vere e proprie magie nella sala operatoria. È felicemente sposato da moltissimi anni con Ingrid (Indira Varma), e con lei ha due figli. La vita per lui cambierà radicalmente quando il maggiore, Jay (Rish Shah), annuncia in famiglia di essersi innamorato: la fortunata è Anna Barton (Charlie Murphy), una donna estremamente bella è affascinante, più grande di lui.
Anna nasconde però oscuri segreti legati al suo passato e fin da subito William non può evitare di sentirsi attratto dal suo essere così indecifrabile e misteriosa. L’attrazione è tale che tra i due scoppia presto una passione proibita, fatta di incontri clandestini e di regole a cui lei si sottomette.
Una relazione difficile da mantenere, soprattutto quando l’ossessione di lui per la fidanzata di suo figlio si fa totalizzante, e il rispettato padre di famiglia viene completamente risucchiato dal bisogno di passare più tempo possibile con Anna. Un equilibrio, quello che si è creato tra i due amanti, che quindi non può durare…
Un ritmo che non funziona
Come vi anticipavamo in apertura Ossessione non riesce, nei quattro episodi di cui è composta, a trovare il giusto ritmo per coinvolgere veramente lo spettatore. Forse la scelta di adattare questa storia in una miniserie piuttosto che in un film (come era stato fatto nel 1992) risulta in questo caso piuttosto controproducente, la narrazione tende infatti a perdersi in dilungamenti innecessari, scene di passione che rasentano a tratti il grottesco e fungono più da riempitivi che da elementi di spessore per lo svolgimento della trama. Il finale è poi piuttosto anticlimatico, dopo un colpo di scena che rimescola le carte in tavola proprio all’inizio del quarto episodio ci ritroviamo con un’altra mezz’ora – decisamente troppo! – in cui i personaggi principali concludono lentamente il proprio arco narrativo.
Dei protagonisti con cui è difficile empatizzare
È voluto, nel caso di storie come questa, che lo spettatore sia portato a non empatizzare con i protagonisti, che compiono scelte decisamente poco condivisibili. Il problema di Ossessione, però, è che tanto William che Anna vengono nel complesso tratteggiati solo superficialmente, e per questo risulta particolarmente difficile farsi trascinare dalla vicenda: entrambi sono personaggi fastidiosamente disprezzabili, ma risulta anche poco chiaro da cosa nasca la profonda attrazione che li lega.
Lui, in una manciata di minuti e dopo due parole scambiate frettolosamente, si ritrova a mandare all’aria la sua intera esistenza per instaurare una relazione extraconiugale con la fidanzata di suo figlio. La scrittura non riesce a rendere sufficientemente credibile la storia che si dispiega sullo schermo, tanto che molte delle reazioni dei personaggi finiscono per apparire fuori luogo. Un esempio fra tutti l’ultimo incontro tra William e Anna: in cui, dopo tutto quello che è accaduto – e di cui sono stati entrambi la causa – lui la incita a lasciarsi il passato alle spalle, perché “quel che è fatto è fatto”. Né Richard Armitage né Charlie Murphy riescono a risollevare una sceneggiatura così carente, soprattutto l’interprete di Anna prova a fare del suo meglio, ma non è comunque capace di dare spessore al personaggio.
La recensione in breve
Ossessione non riesce a coinvolgere lo spettatore come il romanzo da cui è tratta né come il primo adattamento. Una serie piatta priva di guizzi narrativi.
- Voto CinemaSerieTV.it