La serie: Perry Mason 2, del 2023. Creata da: Rolin Jones, Ron Fitzgerald. Cast: Matthew Rhys, Juliet Rylance. Genere: Noir, crime. Durata: 60 minuti/8 episodi. Dove l’abbiamo visto: Su Sky Atlantic.
Trama: Mentre lotta con i fantasmi del caso Dodson, il giovane Perry Mason dovrà difendere due fratelli di origini ispaniche dall’accusa di aver ucciso il rampollo di una potente famiglia di industriali. Tra razzismo e corruzione, però, il caso lo porterà a scontrarsi con l’intero sistema…
Quando nel 2020 la miniserie prequel Perry Mason ha fatto il suo debutto su HBO Max, il sentimento prevalente nella critica americana (e non solo) era lo scetticismo: i panni del compianto Raymond Burr – uno dei volti più iconici della storia della tv occidentali – sembravano troppo scomodi per un nuovo interprete, a prescindere dal suo talento.
Eppure Matthew Rhys, reduce da sei eccellenti stagioni di The Americans, ha saputo vincere ogni scetticismo e persino conquistare una prestigiosa nomination all’Emmy come miglior attore: grazie anche a una suggestiva narrazione a tinte noir, il telefilm ambientato negli anni Trenta ha conquistato un plebiscito di consensi, e da miniserie autoconclusiva si è trasformata in una serie tv a tutti gli effetti, conquistando il rinnovo per una seconda stagione.
Di mezzo, però, si sono messi la pandemia e un radicale cambio di management in casa Warner Bros., per cui l’atteso secondo ciclo di episodi approda soltanto ora in tv, a tre anni di distanza dal precedente. Questa volta le attese erano ben altre, e la sfida consisteva nel riconfermarsi sugli ottimi livelli della scorsa stagione: un’impresa davvero non indifferente. Com’è andata? Ecco la recensione di Perry Mason 2, su Sky Atlantic e Now Tv.
Nuova trama, nuovo caso, solite ingiustizie
Malgrado la vittoria nel caso Dodson e l’apertura di uno studio legale in società con Della Street, Perry Mason è ancora tormentato dai fantasmi del passato. La sua cliente, Emily Dodson, non è riuscita a superare le conseguenze della controversia giudiziaria e il dolore per la perdita del figlio, e si è suicidata. Ora Perry deve fare i conti con il ben più noioso diritto civile, oltre a trovarsi costretto a difendere il ricco e prepotente proprietario di una catena di supermercati, Sunny Gryce, in una causa contro un suo ex dipendente che, dopo anni di maltrattamenti, ha avuto il coraggio di mettersi in proprio.
Anche la gestione del nuovo studio presenta qualche problema, tra mille piccoli attriti quotidiani con Della e l’assunzione di una nuova segretaria. All’orizzonte, però, è in arrivo una battaglia legale senza precedenti, che spingerà Perry a rimettersi in gioco in difesa dei più deboli: qualcuno ha assassinato Brooks McCutcheons, ricco rampollo di una famiglia di industriali coinvolto nel recente sabotaggio di una nave da crociera, e nel mirino degli inquirenti sono finiti due fratelli di origini ispaniche e di bassa estrazione sociale.
Nel tentativo di riportare alla luce la verità, il protagonista dovrà fare i conti con una società corrotta e piena di pregiudizi, oltre a combattere contro il potente padre della vittima: in gioco potrebbe esserci la sua intera carriera…
Un noir magistrale, tra storia e attualità
Se la prima stagione esplorava il mondo della religiosità americana, tra devozione sincera, fanatismo e superstizione, questa volta nel mirino ci sono invece i pregiudizi, il razzismo e il divario sociale tra ricchi e poveri, mai così accentuato come nelle stagioni di crisi.
A partire dal caso McCutcheons, Perry Mason 2 ci conduce nel cuore più oscuro e profondo degli anni Trenta degli Stati Uniti e della Grande Depressione, con una magistrale ricostruzione storica e, al tempo stesso, una capacità di proporre allusioni suggestive strizzando l’occhio anche alle grandi contraddizioni dell’America contemporanea e all’attuale stagione di crisi economica e sociale.
Sotto questo punto di vista, Perry Mason condivide con l’originale serial degli anni Cinquanta e Sessanta poco più che il nome e l’ispirazione alla medesima figura letteraria, nata dalla penna di Erle Stanley Gardner. Non si tratta soltanto di un prequel a livello cronologico, bensì di un radicale cambio di paradigma: prima di essere un giallo avvincente e un legal drama, il Perry Mason di Matthew Rhys è soprattutto un noir a tinte fosche, che pone la massima cura nel far rivivere la peculiarità degli anni Trenta, con cupe atmosfere suburbane, colori opachi, personaggi tormentati e un senso di oppressione e ingiustizia dilagante. Al centro della narrazione non c’è soltanto un caso da risolvere – che anche stavolta si dipana con sapiente lentezza lungo l’intera stagione – bensì un intero microcosmo di corruzione, paura e sopraffazione.
L’atmosfera si sposa alla perfezione con la giovinezza del personaggio: Perry Mason non è un affermato principe del foro, ma un avvocato idealista alle prime armi che lotta contro un sistema marcio, anche ricorrendo a metodi assai eterodossi rispetto alle best practices della procedura penale. La domanda è legittima: “la giustizia è solo un’illusione”?
Matthew Rhys è il Perry Mason del nuovo millennio
Certo, Raymond Burr occupa un posto d’onore nella storia della televisione occidentale, e sarebbe davvero assurdo azzardare paragoni estemporanei. Tuttavia, anche stavolta Matthew Rhys si cala nel personaggio di Perry Mason con una performance davvero monumentale, che dà vita un avvocato-investigatore tormentato e determinato ben più rozzo, imperfetto e problematico dell’originale.
Se Burr era un perfetto e insuperabile Perry Mason per le scorse generazioni, la versione Matthew Rhys riesce però a incarnare lo spirito del tempo e a dar vita un personaggio estremamente attuale: un “social justice warrior” vulnerabile e pieno di difetti, che non deve soltanto risolvere gialli complessi, ma anche e soprattutto affrontare macchinazioni contorte, minacce e ricatti.
Al suo fianco brilla un cast d’eccezione, incredibilmente a suo agio con i personaggi e le atmosfere noir della serie: c’è il duo di collaboratori formato da Juliet Rylance e Chris Chalk, c’è la conferma dell’ottimo Shea Wigham, e c’è soprattutto una formidabile new entry: Sean Astin, che sveste i panni bonari del Sam della saga del Signore degli Anelli e del Bob di Stranger Things per dar vita a un personaggio dispotico, meschino e spregevole. Una prova magistrale, che non fa rimpiangere l’addio di Tatiana Maslany e conferma la qualità complessiva del cast della serie. Insomma, c’è poco da fare: anche la seconda stagione di Perry Mason si conferma eccellente! Ora non resta che sperare in una terza stagione…
La recensione in breve
Con la sua eccellente seconda stagione, il Perry Mason di Matthew Rhys si conferma un autentico gioiello del noir contemporaneo, accanto a True Detective e alle altre pietre miliari del filone.
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Voto CinemaSerieTv