La serie: Piccoli Brividi 2, 2025. Creata da: R.L. Stine. Cast: Justin Long, Ana Yi Puig, Miles McKenna. Genere: Horror, avventura. Durata: 45 minuti circa/10 episodi. Dove l’abbiamo visto: su Disney+.
Trama: Un gruppo di liceali risveglia accidentalmente il male legato a un oscuro passato della loro cittadina. Insieme, dovranno affrontare le loro paure più profonde per fermare una serie di eventi terrificanti.
A chi è consigliato? Ideale per chi ama i brividi e le storie di paura con un tocco di avventura, perfetto per nostalgici delle storie di R.L. Stine e nuove generazioni di appassionati di horror.
Con Piccoli Brividi 2, la seconda stagione della serie Disney+ ispirata ai celebri libri di R.L. Stine, i creatori Rob Letterman e Nicholas Stoller riescono a rinnovare il fascino di una saga amatissima, offrendo una nuova storia che strizza l’occhio sia ai fan nostalgici degli anni ’90 sia ai giovani spettatori di oggi.
Questo reboot si distacca dai racconti pre-adolescenziali originali, calando i protagonisti in un’ambientazione urbana contemporanea che, seppur talvolta generica, riesce a mantenere il giusto equilibrio tra spaventi e dramma adolescenziale.
Una trama intrigante ma inconsistente
La narrazione si concentra su Devin e Cece, gemelli non identici interpretati rispettivamente da Sam McCarthy e Jayden Bartels, che trascorrono l’estate con il loro padre botanico (il veterano delle serie tv David Schwimmer) a Gravesend, Brooklyn.
La trama si sviluppa attorno a un’indagine su una sostanza misteriosa legata alla scomparsa dello zio Matty nel 1994. Nonostante il ritmo iniziale promettente, la stagione fatica a mantenere la tensione, alternando momenti di puro horror a trame adolescenziali più leggere. Tuttavia, Piccoli Brividi 2 si distingue per la sua capacità di unire elementi soprannaturali con i temi tipici dei drammi familiari e delle storie adolescenziali.
Personaggi inclusivi ma decisamente troppo stereotipati
Il cast giovane è variegato e inclusivo, con personaggi provenienti da diversi contesti sociali. Tuttavia, la caratterizzazione soffre di una certa superficialità: ogni figura appare intrappolata in archetipi che limitano il loro sviluppo. Mentre Cece si distingue come la studentessa modello e Devin lotta con la propria percezione di fallimento, i personaggi secondari, come Frankie e Alex, aggiungono spessore alla dinamica di gruppo senza mai davvero brillare. Schwimmer, d’altro canto, si conferma un’ottima scelta come figura paterna protettiva, capace di combinare vulnerabilità e mistero.
Un horror troppo annacquato
La serie brilla maggiormente quando abbraccia l’estetica e il tono dei libri originali: mostri surreali, tensione crescente e un pizzico di gore che sorprende. Tuttavia, il formato seriale e l’ambientazione urbana sottraggono parte del fascino spettrale e campestre delle storie di Stine, trasformando l’horror in un dramma leggero e spesso prevedibile. Nonostante registi di talento come Eduardo Sanchez abbiano lasciato il segno, il risultato complessivo appare fin troppo levigato per il pubblico moderno (abituato a ben altro sul fronte della serialità horror).
Piccoli Brividi 2 non raggiunge le vette della serie originale degli anni ’90 (che è a suo modo un piccolo cult), ma rappresenta un passo interessante nel tentativo di aggiornare il franchise per nuove generazioni. Con una narrazione più solida e personaggi meglio sviluppati, il potenziale per stagioni future è sicuramente promettente.
La recensione in breve
La seconda stagione di Goosebumps rinnova il fascino della serie con una trama moderna e un cast inclusivo, ma soffre di ritmo incostante e caratterizzazioni superficiali. Sebbene l’elemento horror resti centrale, il risultato è un prodotto più adatto al pubblico Disney+ che ai fan dell’horror puro. Tuttavia, la serie riesce a catturare l’essenza dei libri di Stine, con una buona dose di brividi e avventure.
Pro
- Cast inclusivo e diversificato.
- Elementi horror fedeli allo spirito dei libri originali.
- Buon equilibrio tra temi familiari e soprannaturale.
Contro
- Caratterizzazione dei personaggi spesso stereotipata.
- Ambientazione urbana generica e poco evocativa.
- Ritmo narrativo incostante.
- Voto CinemaSerieTV