Episodi: Furia / Battaglia La serie: Romulus II: La guerra per Roma, del 2022. Creata da: Matteo Rovere. Cast: Andrea Arcangeli, Francesco Di Napoli, Marianna Fontana, Emanuele Di Stefano. Genere: Storico, drammatico. Durata: 50 minuti ca./8 episodi. Dove l’abbiamo visto: Su Sky Atlantic, in lingua originale (proto-latino).
Trama: Wiros ritorna a Roma con Yemos, ma trovano ad attenderli una scelta drammatica: il cibo scarseggia, e l’unica maniera per ottenerne altro sembra condurre a un conflitto con il culto di Rumia, la Dea Lupa da cui tutto ha avuto inizio. Le distanze tra Yemos e Wiros si allargano. Amulius incontra sua figlia Ilia, prigioniera dei Sabini, e le offre una possibilità. Titus riceve la visita dei delegati della Lega Latina, e prende una decisione inattesa. Romani e Sabini si affrontano in campo aperto in una grande battaglia, durante la quale le sorti di Wiros, Yemos, Ilia, Attus e Amulius cambieranno per sempre.
La sfida alla profezia sembra aver avuto successo: con l’aiuto degli Etruschi, Wiros è miracolosamente riuscito a salvare la vita di Yemos, e a sfatare (per ora) la profezia del dio Sancos. La sacerdotessa Ersilia si è addirittura convinta che il giovane re sia un dio in forma umana, e inizia a guardarlo con adorazione.
Sulla strada dei due giovani sovrani, però, si ergono ora nuove sfide, che porteranno alla luce una volta per tutte la grande distanza che ha sempre separato Wiros da Yemos. Nel frattempo, Ilia affronta suo padre Amulius, e tra i due si consuma uno scontro finale, mentre Romani e Sabini si affrontano una volta per tutte in una spettacolare battaglia.
Insomma, nei due nuovi episodi della serie di Matteo Rovere, trasmessa da Sky Atlantic e NowTv, è successo davvero di tutto. Scopriamo di più nella recensione degli episodi 5 e 6 di Romulus II.
La trama di “Furia”, il quinto episodio
Di ritorno dal loro viaggio, i due re di Roma devono fare i conti con un dilemma: le riserve di cibo sono quasi finite, e la carne di una mandria morta di recente rischia di deteriorarsi rapidamente, finendo per diventare inutilizzabile.
La soluzione è sotto gli occhi di tutti: il sale per uso civile è quasi finito, ma il tempio di Rumia, la Dea Lupa, ne conserva enormi quantità. Morire di fame, o profanare il santuario della divinità che ha propiziato il viaggio dei due protagonisti fin dal primo giorno?
Il dilemma apre una profonda spaccatura tra Wiros e Yemos: il primo, spregiudicato e pronto a tutto per sopravvivere, così come ha sempre fatto fin da quando era uno schiavo, è pronto ad assaltare il tempio e recuperare il sale, mentre il secondo, pur professandosi d’accordo, non riesce ad accettare fino in fondo la decisione.
Sulla loro strada si erge Tarinkri, la zelante sacerdotessa di Rumia, mentre quanti in origine erano abitanti di Velia caldeggiano lo spregiudicato piano di Wiros.
L’episodio è sapientemente giocato sull’antitesi tra devozione e spregiudicatezza, valori ed egoismo: il dilemma etico, pur rappresentando apparentemente una sottotrama secondaria, si rivela fondamentale per far emergere una nuova, esplicita spaccatura tra i due eroi del racconto.
La trama di “Battaglia”, il sesto episodio
Nel sesto episodio, invece, va in scena una spettacolare resa dei conti: l’esercito sabino di Titos marcia su Roma, e Wiros decide di effettuare una sortita con tutti gli uomini disponibili per incontrare il nemico in campo aperto.
Un’abbondante metà della puntata è così dominata da una grandiosa battaglia, nel corso della quale tutti i nodi irrisolti del racconto subiscono una svolta o uno stravolgimento.
Ilia e Amulius, che nella puntata precedente erano stati protagonisti di un commovente dialogo che aveva messo a nudo i residui di umanità dell’antagonista, incrociano le spade sul campo di battaglia. Attus, mentore e autentico padre adottivo di Ilia, non lascia sola la sua allieva al momento della prova, e affronta il padre biologico della ragazza in un duello mozzafiato.
Nel frattempo, la concordia di Wiros e Yemos giunge al punto di rottura: se finora i due giovani re si erano sforzati di ostentare unità, allineandosi alle decisioni del compagno anche quando non erano d’accordo, sul campo di battaglia non c’è più tempo per la politica, e servono decisioni immediate, senza potersi consultare.
La grande prova di Ilia
La vera star del quinto episodio di Romulus II: La guerra per Roma è però Marianna Fontana, con la sua indomita Ilia.
L’avevamo lasciata prigioniera dei Sabini, e ora il suo cammino finisce inesorabilmente per incrociare quello di Amulius, il padre che aveva scelto di risparmiare, contravvenendo al suo voto di vendetta al dio Marte.
Per lei si avvicina il tempo della grande prova, la resa dei conti rimasta in sospeso fin dall’epilogo della scorsa stagione: con drammatica intensità, Fontana riesce a farci vivere il dilemma morale di Ilia, che è al tempo stesso figlia e vendicatrice, bambina e donna.
Ad aggiungere pathos alle scene che la vedono protagonista c’è anche la solida performance di Sergio Romano, che con Amulius sembra quasi delineare un antieroe tragico, prima di sprofondare ancora una volta in un abisso di oscurità.
La forza e l’autenticità della recitazione di Marianna Fontana emergono anche in occasione dell’incontro con il suo mentore Attus, che incarna la vera figura paterna per Ilia, aumentando la carica emotiva dello scontro che andrà in scena nell’episodio successivo.
La regia di Michele Alhaique ci porta nel cuore della guerra
A dominare la coppia di episodi è però soprattutto la spettacolare battaglia tra Romani e Sabini che dà il titolo alla sesta puntata, magistralmente diretta da Michele Alhaique.
In un periodo in cui le scene di guerra sul piccolo schermo non sempre risultano così convincenti, visto il divario tra le risorse a disposizione e ambizioni narrative, Romulus non si nasconde, e ci propone una battaglia ad ampio respiro, che non si sottrae al confronto con House of the Dragons e Gli Anelli del Potere, ma anzi ne esce vincitore.
La lunga sequenza, girata con un gran numero di attori in carne e ossa, senza fare massiccio ricorso alla CGI o a scorciatoie narrative che restringono il campo dell’inquadratura, riflette alla perfezione l’arte della guerra nell’epoca arcaica che ha preceduto la stagione delle grandi formazioni, come le falangi greche e le legioni romane.
Dopo alcune manovre strategiche iniziali, il combattimento si frammenta disordinatamente in un gran numero di duelli individuali e scaramucce, proprio come narrato nei poemi di Omero e nelle altre fonti antiche.
L’ottima regia di Michele Alhaique supera brillantemente la prova tecnica più difficile della stagione, e ci propone una fotografia memorabile, che fa ricorso a costanti simmetrie compositive e inquadrature mozzafiato, regalandoci una delle migliori scene di guerra del 2022 televisivo.
Convince anche la scelta di abbassare i toni della colonna sonora, che pure accompagna e scandisce costantemente le fasi salienti della battaglia: la sequenza, in definitiva, rappresenta un vero e proprio vademecum di come raccontare la guerra in tv.
La frattura si allarga
Il vero filo conduttore della coppia di episodi, che si inserisce in un alveo ben più ampio – appena abbozzato a inizio stagione, e ora sempre più marcato – è la frattura umana che separa i due protagonisti della serie.
Andrea Arcangeli e Francesco Di Napoli riescono a dare vita a una dinamica complessa e sempre giocata sul filo del rasoio, senza mai perdere di credibilità: la crepa che lentamente sta separando la loro unione, che inizialmente pareva quasi indissolubile, si sta allargando con la giusta gradualità, senza alcuna svolta improvvisa o irragionevole.
Il merito è anche e soprattutto di una sceneggiatura ferrea, che riesce a far tesoro delle otto puntate a disposizione senza mai premere il piede sull’acceleratore, tenendo sempre a mente quanto già è stato costruito nella scorsa stagione.
A conti fatti, Wiros è sempre stato un giovane sopravvissuto, un superstite figlio di nessuno e pronto a tutto per ritagliarsi un posto nella storia di Roma.
Yemos, invece, è pur sempre un principe di sangue reale, figlio della sacerdotessa Rea Silvia e imbevuto fin dalla nascita di quei valori che hanno sempre contraddistinto la cultura di Alba e del Lazio primitivo.
Per qualche tempo, la serie è riuscita a illudere anche noi del fatto che ogni differenza potesse essere accantonata nel nome di un ideale più grande, e di un difficile tratto di strada che li ha visti uniti contro il mondo intero.
Ma così non è, e forse non lo è mai stato…
La recensione in breve
Negli episodi 5 e 6 di Romulus II: La guerra per Roma le storyline gradualmente costruite nel corso della stagione giungono a un punto di svolta, e va in scena una spettacolare resa dei conti. A impreziosire l’arco narrativo è la regia di Michele Alhaique, che firma il miglior episodio della stagione, e fa rivivere le emozioni della guerra con precisione filologica, precisione tecnica e grande intensità.
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