La serie: Scott Pilgrim Takes Off, 2023. Creata da: Bryan Lee O’Malley, BenDavid Grabinski. Cast: Michael Cera, Mary Elizabeth Winstead, Satya Bhabha, Kieran Culkin, Chris Evans, Anna Kendrick, Brie Larson, Alison Pill, Aubrey Plaza, Brandon Routh, Jason Schwartzman, Johnny Simmons, Mark Webber, Mae Whitman, Ellen Wong, Julian Cihi. Genere: animazione, azione, commedia. Durata: 30 minuti ca. /8 episodi. Dove l’abbiamo visto: su Netflix (screener), in lingua originale.
Trama: Scott Pilgrim deve affrontare i sette ex malvagi di Ramona Flowers, la ragazza dei suoi sogni.
Penalizzato all’epoca da un insuccesso commerciale in sala (ma è poi divenuto un discreto fenomeno in home video), Scott Pilgrim vs. the World di Edgar Wright è tra i titoli più apprezzati nell’ambito degli adattamenti cinematografici dei fumetti. Nella fattispecie, i sei volumi scritti e disegnati dal canadese Bryan Lee O’Malley tra il 2004 e il 2010, che Wright condensò in un unico film di 107 minuti, con licenze poetiche dettate non solo dal passaggio da un medium all’altro ma anche dalle tempistiche di pubblicazione (il sesto volume non era ancora stato completato prima dell’inizio delle riprese, e Wright e il cosceneggiatore Michael Bacall dovettero avvalersi di alcuni appunti di O’Malley per avere un’idea generale di dove sarebbe andato a parare il fumetto).
Tredici anni dopo, è venuto il momento di riesumare quell’universo molto peculiare, questa volta in forma seriale su Netflix con un adattamento animato di otto episodi scritto dallo stesso O’Malley in collaborazione con BenDavid Grabinski. Un’operazione che omaggia in più punti il film (con Wright e Bacall coinvolti come produttori esecutivi) ma allo stesso tempo se ne allontana, ritagliandosi un proprio spazio all’interno del franchise che non è neanche quello dei sei volumi cartacei, di cui rispetta lo spirito ma non sempre la lettera, facendo sì che anche i fan più incalliti rimangano piacevolmente sorpresi dinanzi alle trovate di cui andiamo a parlare nella nostra recensione di Scott Pilgrim Takes Off.
La trama: c’era una volta in Canada…
Toronto, ai giorni nostri. Scott Pilgrim è un aspirante musicista squattrinato che vive a scrocco dall’amico Wallace ed esce con una liceale, Knives Chau. Ha ripetutamente sognato una misteriosa ragazza, e una sera la incontra di persona: Ramon Flowers. Tra i due il colpo di fulmine è più o meno immediato, una cosa che fa arrabbiare parenti e amici di Scotto poiché Ramona non è al corrente di Knives (e viceversa). Ma quello, in fin dei conti, è il problema minore, come Scott scoprirà abbastanza rapidamente: Ramona, infatti, ha sette ex che si autodefiniscono malvagi, e uno di loro, Gideon Graves, ha riunito gli altri con l’intenzione di distruggere chiunque cerchi di conquistare la ragazza. E il primo di questi ex, Matthew Patel, è pronto a fare a botte appena possibile…
Il cast: tutti insieme nuovamente
Complice la partecipazione di Wright, è stato riunito quasi tutto il cast principale della versione cinematografica, con gli attori che in inglese prestano le voci agli stessi personaggi che avevano interpretato nel 2010. Una scelta azzeccata, poiché i diretti interessati, da Michael Cera (Scott) a Chris Evans (Lucas Lee) passando per Brie Larson (Envy Adams), Anna Kendrick (Stacey Pilgrim) e Jason Schwartzman (Gideon), si divertono a giocare con la familiarità del materiale caricando ancora di più le battute, agevolati dalla maggiore libertà concessa da una performance puramente vocale. L’unica modifica vistosa riguarda gli ex numero 5 e 6, i gemelli Kyle e Ken Katayanagi: poiché nel film non parlavano, è stato deciso di affidare il duplice ruolo a un attore nuovo, Julian Chihi.
Riconoscibile ma non troppo
La serie mette le mani avanti sulla sua duplice impostazione, nostalgica ma con moderazione, nel primo episodio, quando Scott cerca di attaccare bottone con Ramona parlando di curiosità nerd. Nello specifico, l’argomento è come nel 1993 andassero in onda nello stesso periodo due diverse serie animate di Sonic, una umoristica e l’altra più drammatica, con lo stesso attore (Jaleel White, alias Steve Urkel) nel ruolo del celebre riccio. E dopo aver terminato l’aneddoto, Scott, con la voce di Cera, chiede a Ramona (ma anche, indirettamente, al pubblico) “Te lo puoi immaginare, uno che interpreta due versioni diverse dello stesso personaggio?”. E se in questo caso la differenza non è abissale, il concetto di base rimane invariato: l’interprete è il medesimo, ma non è lo Scott che abbiamo conosciuto più di dieci anni fa, e questo fattore è ancora più forte per i personaggi secondari e in particolare per gli antagonisti, con Evans, Schwartzman, Brandon Routh e compagnia bella che prendono quella dimensione elevata che già c’era nel film di Wright e la elevano ancora di più, aggiungendo sfumature interpretative che in un contesto live-action avrebbero forse stonato un po’.
Il mondo secondo Bryan
Per il fumetto, O’Malley si era ispirato ai manga, anche per la possibilità di realizzare le storie in bianco e nero per motivi economici, e coerentemente con il tratto dell’autore la serie si avvale di una troupe soprattutto giapponese per fornire la giusta estetica anime, con l’aggiunta di abbondanti dosi di colore, sulla falsariga delle successive ristampe dei sei volumi, per accentuare il lato deliziosamente surreale del mondo in cui si muovono Scott e i suoi amici. È un impianto visivo riconoscibile e al contempo nuovo di zecca, l’ennesima evoluzione di una premessa che da quasi vent’anni si presta a varie letture che rielaborano un canovaccio di base in modo squisitamente personale in base ai gusti delle singole persone implicate. La partenza è bene o male la stessa, ma ogni volta si sale di livello per esplorare nuove potenzialità e meditare su come mantenere la freschezza di un’idea basilare aperta a mille variazioni sul tema. Perché ad avere l’accesso a vite extra, da buon videogiocatore, non è solo Scott Pilgrim personaggio, ma l’intero universo che porta il suo nome con spudorato orgoglio nerd.
La recensione in breve
Scott Pilgrim torna sullo schermo in una trasposizione animata che gioca con la familiarità della premessa e del precedente film di Edgar Wright per regalare allo spettatore un'esperienza riconoscibile e al contempo nuovissima.
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