La serie: Sei ciò che mangi, 2023. Regia: Louie Psihoyos. Genere: Documentario. Cast: Michael Greger, Lucia Aronica, Tim Spector, Nicole Avena, Nimai Delgado, Christopher Gardner, Marion Nestle, Eric Adams. Durata: 4 episodi da 45 minuti. Dove l’abbiamo visto: Netflix.Trama: Gemelli monozigoti cambiano dieta e stile di vita per 8 settimane in un esperimento scientifico unico, pensato per esplorare l’impatto di alcuni alimenti sull’organismo.
Da qualche anno a questa parte l’alimentazione sana, in particolare quella vegana, sta diventando un tema cruciale in numerose produzioni per le piattaforme in streaming. E Netflix si è distinta in maniera particolare per aver finanziato alcuni dei documentari più interessanti sull’argomento, da What the Health, focalizzato sul rapporto tra salute e dieta a The Game Changers, che invece ha analizzato il rapporto tra dieta plant based e attività sportiva professionistica. Proprio i produttori di quest’ultimo lavoro hanno affidato allo stesso regista Louie Psihoyos una miniserie con un obiettivo molto ambizioso. Sei ciò che mangi: gemelli a confronto, infatti, ha messo a fuoco quanto e come una dieta sana possa influire sull’organismo di due persone geneticamente identiche. I risultati, come vedremo nella recensione di Sei ciò che mangi: gemelli a confronto, sono stati molto interessanti sotto ogni profilo.
Gemelli diversi
Il presupposto da cui sono partiti gli autori dello studio condotto dall’università di Stanford è molto semplice. Hanno utilizzato 21 coppie di gemelli monozigoti di varia estrazione sociale, assegnando loro per 8 settimane due diete diverse: una dieta onnivora sana e una dieta vegana, ovvero prima di carne, pesce, latte e uova, sana. Lo studio è stato estremamente dettagliato e ha esaminato microbioma intestinale, valori del colesterolo, vita sessuale, composizione corporea, attività cerebrale e invecchiamento cellulare. Per le prime quattro settimane i gemelli hanno consumato pasti forniti dai ricercatori. Per successive quattro hanno cucinato da soli. Il risultato? Strabiliante.
Entrambe le coppie di gemelli hanno migliorato la loro condizione fisica e più in generale il loro stato di salute. Tuttavia, coloro a cui era stata assegnata la dieta vegana avevano un colesterolo migliore (quasi azzerato), una migliore attività sessuale e soprattutto erano ringiovaniti a livello della funzionalità dell’organismo. I gemelli che hanno seguito la dieta plant based hanno allungato i telomeri dei loro cromosomi, fattore chiave per determinare l’efficienza del proprio corpo. In poche parole, la dieta ha inciso sulla genetica. Non è un risultato di poco conto, se si pensa che diabete e colesterolo possono essere ereditari. Una sana alimentazione, però, può modificare in meglio l’espressione dei geni.
Dimmi cosa mangi e ti dirò chi sei
Solo un essere umano rinchiuso per secoli in una caverna senza possibilità di connettersi col mondo ignora il fatto che un’alimentazione sana sia l’elemento di maggior importanza per stare bene. Cosa vuol dire alimentazione sana? Non è certo angosciarsi per calcolare le calorie di ogni pasto, ma scegliere con cura il cibo che si mangia. Preferendo le verdure, la frutta, i cereali integrali e i legumi. E, se proprio non si riesce a eliminare del tutto carne, pesce, uova e latte, almeno ridurre drasticamente il loro consumo. In poche parole, mangiare bene è un atto politico.
Perché identificare con cura gli alimenti da consumare ha un impatto sulla società e sull’ambiente. Sei ciò che mangi: gemelli a confronto è da questo punto di vista un prodotto esemplare, una miniserie ineccepibile che riesce grazie alla maggiore durata rispetto a un classico documentario, a sviscerare ogni fattore legato al tema principale. La salute, che poi è il cuore della ricerca condotta dal dottor Christopher Gardner, è centrale. Ma assieme a questo si parla del cibo come elemento di identità culturale (le due gemelle di origine sudafricana), come tassello chiave della questione ambientale ed etica (la parte dedicata agli allevamenti intensivi di bestiame, con il rischio pandemico a essi collegato). E, dulcis in fundo, come atto di creazione artistica, segmento incarnato dallo chef pluristellato Daniel Humm, titolare del ristorante vegano più noto del pianeta.
Born in the USA
Chiariamo subito una questione importante: questi documentari sono una riflessione sulla società americana, che è quasi un ecosistema a sé. Nonostante questo però analizzare da vicino certi fenomeni ha una grande utilità anche per noi, da sempre più abituati rispetto agli americani a mangiare bene. La società a stelle e strisce, in effetti, viene spesso usata come cartina di tornasole perché molti aspetti della sua vita sociale e culturale sono stati esportati e “imposti” a tutto il mondo. Le grandi lobby del tabacco, ad esempio, hanno veicolato un’immagine affascinante delle sigarette (Mad men docet).
Stesso dicasi per la dieta, strutturata su carne, grassi saturi e derivati del latte. Anche dalle nostre parti l’hamburger è diventato appetitoso e desiderabile. Sulla base di un continuo lavaggio del cervello del marketing. Dalla Seconda Guerra Mondiale in avanti, insomma, mangiare tanto è diventato l’obiettivo da raggiungere. Che questo mangiare tanto sia anche un mangiare male è stato considerato nel tempo una sorta di danno collaterale. Gestibile, per esempio, attraverso la prescrizione di farmaci contro il colesterolo o il diabete. Patologie che come dimostra la notevole testimonianza del sindaco di New York Eric Adams, possono invece essere curate e guarite completamente solo attraverso l’alimentazione vegetale.
Questione di feeling
Se mangiare vegan fa bene, cos’è che allora blocca la diffusione dell’alimentazione plant based? La risposta della serie è molto chiara: le emozioni. Si tratta di un misto di pregiudizi e di difesa della propria libertà di scelta. A cui si aggiungono una certa pigrizia nel voler sperimentare nuovi cibi e accostamenti di sapore e il desiderio atavico di non abbandonare le polpette di nonna o il panino al salame. Un vulnus su cui i grandi produttori di carne del pianeta hanno puntato senza mezzi termini. Fino a quando non si è iniziato a sperimentare con le alternative vegetali alla carne e al formaggio. Miyoko Schinner, creatrice dei formaggi vegani più noti al mondo, è una vera celebrità negli States. Al pari di Patrick Brown, fondatore di Impossible Food.
Esattamente come The Game Changers, Sei ciò che mangi: gemelli a confronto è un documentario militante. Cerca cioè di promuovere senza mezzi termini un’idea specifica, ovvero che mangiare vegetale sia sano sotto ogni punto di vista. Lo fa, ancora una volta, in maniera molto articolata e fornendo a ogni spettatore, anche l’onnivoro più incallito, una serie di informazioni importanti che potrà elaborare in libertà. Si tratta quindi di un’operazione interessante da un duplice profilo, tematico e metodologico. Produzioni come questa non faranno cambiare idea a chi ritiene la bistecca serale come un diritto inalienabile, ma di certo può spingerlo a una riflessione che farebbe bene a non “skippare”.
La serie è estremamente piacevole e divertente, come del resto i gemelli che ne sono protagonisti, tutti davvero simpatici. Sorta di versione migliorata dei vlog di YouTube o dei video del genere What I Eat in a Day, Sei ciò che mangi: gemelli a confronto non rappresenta certa un lavoro originale, ma in certi contesti l’originalità non ha quasi ragion d’essere. Serve solo testimoniare nella maniera più adeguata, pulita e precisa possibile un assunto che si vuole dimostrare. E Psihoyos lo fa in maniera ottima. Per la cronaca: nessuna delle coppie di gemelli che seguiamo nella docuserie, quattro coppie sulle 21 totali dello studio, è diventata vegana. Tutte e tutti loro, però, hanno deciso di diminuire tanto il consumo di carne.
La recensione in breve
Sei ciò che mangi: gemelli a confronto è il più completo lavoro sulla questione vegan prodotto finora. La miniserie affronta in maniera approfondita ogni aspetto della tematica. Quello salutistico in primis, poi c'è l'aspetto sociale e culturale, quello etico e della sostenibilità. Se volete saperne di più sull'argomento, avete dubbi, domande, questa miniserie fornisce risposte esaurienti, con approccio militante, ma senza preconcetti.
- Voto CinemaSerieTV