La serie : Star Wars: Tales of the Jedi, 2022. Creata da : Dave Filoni. Cast: Ashley Eckstein, Corey Burton, T.C Carson, Ian McDiarmid, Bryce Dallas Howard, Matt Lanter, James Arnold Taylor, Phil Lamarr, Clancy Brown, Liam Neeson, Micheál Richardson. Genere: animazione, fantascienza. Durata: 15 minuti ca. /6 episodi. Dove l’abbiamo visto: su Disney+, in lingua originale.
Trama: Due blocchi di tre storie ciascuno, il primo su varie fasi della vita di Ahsoka Tano, il secondo sulle avventure del Conte Dooku prima del suo passaggio al Lato Oscuro della Forza.
Con l’avvento di Disney+ il produttore Dave Filoni, specializzato nell’animazione in seno alla Lucasfilm, ha avuto nuova linfa vitale per i suoi progetti, dalla stagione conclusiva di Star Wars: Le guerre dei Cloni allo spin-off The Bad Batch (la cui seconda annata è imminente). Storie che gli permettono di approfondire concetti introdotti soprattutto nella seconda trilogia, come accade anche in questo nuovo titolo antologico di cui parliamo nella recensione di Star Wars: Tales of the Jedi.
La trama: piccoli Jedi crescono
La serie ha un formato antologico, eseguito però in ordine cronologico alternando due “percorsi”, come li ha definiti Dave Filoni: il primo è incentrato su Ahsoka Tano, l’apprendista di Anakin Skywalker, di cui vediamo la nascita, i primi addestramenti e le prime gesta dopo la caduta della Repubblica, con quest’ultimo episodio che pone le basi per la storyline di Ahsoka in Star Wars Rebels; il secondo parla invece del Conte Dooku, con tre diverse storie che mostrano il suo rapporto con il suo padawan Qui-Gon Jinn, i suoi progressivi disaccordi con la filosofia degli altri Jedi (sostanzialmente dei galoppini del Senato) e ciò che lo porterà ad allearsi con Darth Sidious/Sheev Palpatine e diventare un Sith con il nome di Darth Tyranus.
Il cast: voci stellari
Chi segue regolarmente le produzioni animate del franchise sarà felice di ritrovare gran parte delle voci storiche: Corey Burton (Dooku), Ashley Eckstein (Ahsoka), James Arnold Taylor (Obi-Wan Kenobi), Matt Lanter (Anakin Skywalker), T.C. Carson (Mace Windu), Phil Lamarr (Bail Organa) e Dee Bradley Baker (i cloni). Clancy Brown, veterano delle serie precedenti, in questa sede presta la voce a un Inquisitore, mentre Bryce Dallas Howard, regista di alcuni episodi di The Mandalorian, è la doppiatrice di Yaddle. Infine, dai film ritornano Ian McDiarmid nel ruolo di Palpatine e Liam Neeson in quello di Qui-Gon Jinn, mentre suo figlio Micheál Richardson doppia il personaggio da giovane.
Tanto tempo fa, su una piattaforma lontana lontana…
Dal 2008, prima con la televisione lineare e poi con lo streaming, Dave Filoni si è servito della narrazione seriale in forma animata per espandere l’universo lucasiano, in particolare la cornice cronologica dei prequel (Le guerre dei Cloni si svolge nell’arco temporale tra gli Episodi II e III), dando il giusto spazio a elementi che al cinema erano stati usati poco e/o male (Anakin, Padmé Amidala, e il redivivo Maul, non più Darth, che è divenuto uno dei personaggi più affascinanti dell’intero franchise grazie alle storie catodiche). Ne ha approfittato per metterci anche del suo, ad esempio creando insieme a Lucas la figura di Ahsoka, che di recente ha fatto la transizione verso il live-action con le fattezze di Rosario Dawson, con un ruolo sempre più importante nella mitologia della galassia lontana lontana.
Due storie in una
Con Tales of the Jedi Filoni unisce le due componenti della sua poetica, portando avanti l’evoluzione di Ahsoka tramite quella che è a tutti gli effetti una origin story e approfondendo quello che forse a livello narrativo era l’elemento più affascinante dei prequel, la figura di un cavaliere Jedi votato al male ma per motivi tutto sommato razionali (Dooku criticava apertamente il fatto che i colleghi fossero praticamente al servizio del Senato come una sorta di task force galattica). E così fa quello che, in un certo senso, è un film o una miniserie di circa 90 minuti con un inizio, una parte centrale e una fine, dove le due storyline non si intersecano mai ma formano un tutt’uno coerente sull’ascesa del Lato Oscuro e la formazione di colei che sarà una delle sue maggiori oppositrici negli anni a venire. Con la potenza visiva a cui il reparto animazione ci ha abituati negli ultimi anni (basti pensare alle scene action che non hanno nulla da invidiare ai momenti migliori dei lungometraggi con attori in carne e ossa), una scrittura precisa che rispetta il canone lucasiano ma non inciampa nella trappola dei dialoghi a volte un po’ maldestri, e performance vocali all’apice della forma (Burton conferisce a Dooku una profondità inedita e toccante).
Nuovi racconti in un mondo noto
Anche se per ora non ci sono informazioni in merito, l’impostazione di questi sei episodi lascerebbe intendere che l’idea sia di adottare l’approccio antologico anche per altri personaggi, approfondendo la storia dell’ordine dei Jedi negli anni che precedono la nascita dell’Impero. Una formula che consentirebbe a Filoni di continuare a muoversi in quell’era a cui è particolarmente affezionato ed esplorarne ulteriori angoli inediti, attraverso personaggi che sullo schermo hanno avuto poco spazio (e qui pensiamo a Qui-Gon, che proprio nel 2022 sta godendo di un certo credito nelle varie produzioni della Lucasfilm per Disney+), o una presenza praticamente nulla (e qui lo show fornisce già uno spunto interessante in merito, dando finalmente un ruolo di un certo peso a Yaddle, finora nota curiosa solo per i fan duri e puri che ricordano anche i camei muti sullo sfondo). E così, mentre altrove si cerca di raccontare storie che non c’entrino con gli Skywalker e lo scontro sempiterno tra le due fazioni, nel mondo animato la Forza potrà continuare a essere con noi. Per sempre?
La recensione in breve
Dave Filoni continua ad approfondire elementi della seconda trilogia di Star Wars, servendosi dell'animazione per raccontare storie brevi ma potenti sullo scontro fra i due lati della Forza.
- Voto CinemaSerieTV