La serie: Suburræterna, 2023. Creata da: Ezio Abbate, Fabrizio Bettelli. Cast: Giacomo Ferrara, Carlotta Antonelli, Paola Sotgiu, Filippo Nigro. Genere: Gangster. Durata: 50 minuti/8 episodi. Dove l’abbiamo visto: Alla Festa del Cinema di Roma.
Trama: Roma, 2011. Il governo rischia di cadere, il Vaticano è in crisi e le piazze della città sono letteralmente incendiate.
A tre anni di distanza dalla chiusura di Suburra, la serie che ampliava il discorso cominciato nel 2013 dall’omonimo libro di Carlo Bonini e Giancarlo De Cataldo e proseguito col film di Stefano Sollima nel 2015, l’universo della criminalità romana tra chiesa, politica e bassifondi si espande con Suburræterna, una serie sempre targata Netflix che funge da seguito, nonostante il cambio di nome e i personaggi in parte diversi, quindi come fosse una specie di spin-off.
In questa recensione di Suburræterna, serie diretta da Ciro D’Emilio e Alessandro Tonda che, dopo la presentazione dei primi due episodi alla Festa del cinema di Roma sarà online dal 14 novembre, vi diremo se e come prosegue il discorso della precedente serie e quali novità ci si possono aspettare.
La trama: Spadino non abita più qui
Il sopravvissuto Spadino (Giacomo Ferrara) non vive più a Roma, ha lasciato stare la sua famiglia e la criminalità per rifarsi una vita a Berlino; ma un evento tragico e imprevisto lo costringe a tornare nella capitale, sullo sfondo di una crisi politica e di una guerra tra gang sinti che rischia di mettere in ginocchio il Campidoglio e il Vaticano.
Scritti e supervisionati da Camilla Buizza, Giulia Forgione e Marco Sani, gli otto episodi di Suburræterna non intendono cambiare nulla della formula della serie madre, che aveva funzionato benissimo nella prima stagione, per poi calare sulla distanza, proponendo un gangster drama duro e puro, in cui la politica e la cronaca fungono più da collante che da obiettivo della riflessione.
Vite violentate
Se il cuore del racconto è nella lotta generazionale tra chi si batte per avere uno spazio, i più giovani, e chi lotta per negare loro quello spazio, ovviamente gli adulti, la vera riuscita della serie è nel volersi porre da subito come un mezzo di intrattenimento che non ha bisogno dello specchio della realtà per funzionare, che abbassa le ambizioni e punta a ottimizzare la resa tecnica, registica e narrativa: diretto e intrigante, abile ad alternare micro-linee narrative e macro-archi stagionali, senza andare per il sottile nei tempi del racconto e nei dialoghi, pensati per un pubblico ampio, non necessariamente esperto delle precedenti stagioni.
Suburræterna garantisce ritmo, tensione e quel minimo di lavoro sui personaggi, interpretati da un buon cast, che permette di restare dentro la storia: niente di più e niente di meno, ma non è poco visto che con le serie italiane, Netflix ci azzecca meno di quanto vorremmo.
La recensione in breve
Il seguito/spin-off della serie criminale Suburra è un buon intrattenimento pieno di ritmo, tensione e colpi di scena, pensato per un pubblico ampio e pop.
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