La serie: Succession 4, 2023. Creata da: Jesse Armstrong. Cast: Jeremy Strong, Kieran Culkin, Sarah Snook, Matthew Macfadyen, Nicholas Braun, Alexander Skarsgard. Genere: Drammatico. Durata: 60 minuti circa. Dove l’abbiamo vista: Su Sky Atlantic.
Trama: La vendita epocale della Waystar Royco al visionario del tech Lukas Matsson si avvicina e i membri della famiglia Roy si preparano a una lotta per il potere ancora piu’ accesa.
Succession è implacabile. Lo show televisivo creato da Jesse Armstrong e che consta di quattro stationi (quella attualmente in corso è, come vi abbiamo già ampiamente anticipato, quella finale) arriva al cosiddetto giro di boa della season 4 con il quinto episodio di dieci annunciati. Con il sostanzioso “Kill List” si è praticamente giunti alla metà esatta della stagione conclusiva della serie tv firmata HBO, senza però intravedere una parvenza di senso di chiusura, a sole cinque puntate dall’ending promessoci. C’è da preoccuparsi?
Nella nostra recensione di Succession 4×05 ci addentreremo ovviamente nelle tematiche affrontate nell’ultimo episodio andato in onda su Sky Atlantic e on demand su NOW TV, legandoci a doppio filo a due dubbi amletici che ci stanno sempre più attanagliando nel corso della visione di questa stagione finale: non sono pochi soli cinque appuntamenti dalla grande conclusione? Come riuscirà Armstrong e la sua squadra di pur ottimi sceneggiatori a tessere una volta per tutte le fila di una guerra al potere fratricida così intensa e che si sviluppa sin dal 2018? Non stiamo di certo parlando di un calo di qualità, eppure il timore che si arrivi ad una conclusione frettolosa inizia a sormontare…
La trama: viaggio in Norvegia per la famiglia Roy
Il quinto episodio della quarta ed ultima stagione di Succession ha il titolo evocativo di “Kill List” ed è diretta da Andrij Parekh, mentre lo script è stato affidato a quattro mani dal duo formato da Jon Brown e Ted Cohen, sempre ovviamente supervisionati dallo showrunner Jesse Armstrong. Un episodio interlocutorio che, oltre a segnare il giro di boa matematicamente esatto della stagione (quella in corso sarà difatti costituita da dieci appuntamenti televisivi), segna anche un cambio repentino di setting: dagli Stati Uniti alle accecanti bellezze naturali dei fiordi norvegesi.
Sì, perché i tre fratelli Roy (Kendall, Roman e Siobahn), dopo la tragica morte del padre Logan, sono costretti a volare con tutto il consiglio d’amministrazione della Waystar Royco. in Europa per incontrare una volta per tutte il giovanissimo magnate della tecnologica e delle nuove comunicazioni Lukas Matsson (Alexander Skarsgard) per confermare o far decadere l’accordo di incorporamento della Waystar all’interno della futuristica GoJo dello svedese. Una trattativa che si rivelerà però decisamente tesa, tra attacchi e contrattacchi, strategie di compravendita e colpi bassi.
L’ombra di Siobhan
Una trattativa inedita per la serie di Armstrong, che per la prima volta, dopo gli eventi concitati del quarto episodio, vede formarsi ancor di più l’alleanza duplice tra Kendall Roy (Jeremy Strong) e il fratello Roman (Kieran Culkin), nominati direttori operativi dell’azienda del defunto patriarca ad interim. Tra di loro però si staglia la figura sempre più enigmatica e complessa di Siobahn (Sarah Snook), tagliata ufficialmente fuori dalla direzione amministrativa della Waystar ma praticamente informata di ogni mossa strategica dai suoi due fratelli. Una vera e propria Lady Macbeth contemporanea, capace dunque di influenzare gli esiti positivi o negativi della trattativa con Matsson stando ufficiosamente… nell’ombra.
Una trattativa, quella con il magnate svedese, che nel corso del quinto episodio diretto da Parekh diventa sempre più scontro ideologico tra un’America dalla concezione tardo-imperiale (“A noi del destino della Francia non frega assolutamente un cazzo!” dirà il Tom interpretato da Matthew Mcfadyen) e un’Europa arroccata su un sistema di idee e valori socio-economici a misura di cittadino. Collettivismo del “Vecchio Continente” contro lo spiccato individualismo del Nuovo Mondo quindi, quest’ultimo perfettamente emblematizzato dal sistema di valori e relazioni che da sempre ha contraddistinto la famiglia Roy.
Quale futuro per la Waystar?
E allora dunque, in una battaglia ideologica tra due culture bramose di abbeverarsi di potere economico, chi l’avrà vinta alla fine? Non ve lo sveleremo, eppure il cuore di questo quinto episodio (solo apparentemente interlocutorio) pare battere in una delle ultimissime sequenze di “Kill List”, in un dialogo serratissimo e senza esclusione di colpi tra il Lukas Matsson di Skarsgard e il risoluto Roman interpretato da Culkin: che sia stata proprio la pressione del magnate nordeuropeo a decretare lo stress emotivo (e dunque l’arresto cardiaco) di Logan Roy in procinto di regalare la sua amata Waystar all’azienda svedese?
Non importa dove sta la verità, solo questa illazione è sufficiente per Roman per odiare con tutto il suo cuore la freddezza calcolatrice di Matsson, indipendentemente dall’esito della trattativa Waystar-GoJo. Un momento quindi spartiacque per la stagione finale di Succession che, a soli cinque appuntamenti dalla fine, ci tiene ancora una volta incollati alla poltrona desiderosi di scoprire cosa accadrà alla famiglia Roy, ma che allo stesso tempo ci mette di fronte ad un dubbio amletico: saranno sufficienti sole cinque puntate per sbrogliare l’intera matassa narrativa di una serie costituita da ben quattro, intense stagioni? Noi, sempre però cautamente fiduciosi, qualche timore iniziamo ad averl. Nonostante tutto.
La recensione in breve
Con il quinto episodio della quarta ed ultima stagione di Succession, il popolare show targato HBO e creato da Jesse Armstrong raggiunge il giro di boa e mette in scena un capitolo necessariamente interlocutorio legato a doppio filo a due domande: riusciranno a chiudere in maniera soddisfacente tutte le storyline nei rimanenti cinque episodi? Cosa ne sarà della Waystar Royco?
-
Voto CinemaSerieTV