La serie: Succession 4, 2023. Creata da: Jesse Armstrong. Cast Jeremy Strong, Kieran Culkin, Sarah Snook, Matthew Mcfadyen, Nicholas Braun, Alexander Skarsgard. Genere: Drammatico. Durata: 10 episodi/60 minuti circa. Dove l’abbiamo vista: Su Sky Atlantic.
Trama: Sperando di sfruttare l’occasione, Kendall e Roman Roy convincono la sorella Shiv ad allestire nel suo attico la festa per l’elezione del governatore dello stato di New York che mesi prima aveva organizzato Logan.
Ci credete che siamo a tre episodi dalla fine di Succession? Iniziata nel 2018 con subitaneo plauso della critica del settore e con un crescente gradimento di un pubblico sempre più largo, lo show targato HBO creato da Jesse Armstrong si sta per chiudere definitivamente con la sua quarta stagione. E, ad un passo dalla conclusione, il settimo appuntamento su Sky Atlantic e on demand su NOW TV viene affidato alla regia di una coppia di autori che sono un po’ una garanzia: Robert Pulcini e Shari Springer-Berman.
Nella nostra recensione di Succession 4×07 vi spiegheremo perché il lavoro dietro la macchina da presa del duo americano, coadiuvato da uno script affidato a Will Tracy (tra gli sceneggiatori dell’ottimo film The Menu), sia stato incisivo ed abbia gettato luce su alcuni dei rapporti tra i vari personaggi le cui conseguenze saranno forse fatali per il gran finale all’orizzonte.
La trama: metti una cena prima delle elezioni
Dopo la cocente delusione della trasferta in Norvegia per pareggiare i conti con Lukas Matsson (Alexander Skarsgard) e mettere in atto la macchina della trattativa per inglobare la morente Waystar all’europea GoJo, i fratelli Kendall (Jeremy Strong) e Roman Roy (Kieran Culkin) approfittano dell’occasione di una party pre-elettorale nell’attico della sorella Shiv (Sarah Snook) per rivedere l’accordo con il magnate svedese e convincere il fratello maggiore Connor (Alan Ruck) a desistere dal concorrere per la carica politica. Ci saranno delle conseguenze.
Diretto dalla coppia formata da Robert Pulcini e Shari Springer-Berman (assieme, avevano già lavorato dietro la macchina da presa per serie come Fleischman a pezzi, Night Sky e WeCrashed) e scritto da Will Tracy, il settimo episodio intitolato “Tailgate Party” assume dei toni quasi teatrali nell’uso prevalente di una singola location per raccontare l’evolversi dei rapporti (d’affari e privati) dei vari personaggi che costituiscono il fermentoso microcosmo narrativo ideato da Jesse Armstrong.
Un episodio “asfissiante”
Un episodio teatrale perché per buona parte della sua durata Tailgate Party si svolge all’interno dell’attico posseduto da Shiv Roy (una sempre più brava Sarah Snook), luogo scelto per allestire un party pre-elettorale precedentemente voluto dal Logan Roy interpretato da Brian Cox e che sarà vero e proprio “teatro di guerra” per alcuni dei rapporti più turbolenti di questa quarta ed ultima stagione. In questo settimo appuntamento televisivo con Succession, le trattative finanziare e d’affari sostituiscono ancora una volta i sentimenti che dovrebbero caratterizzare i rapporti parentali e d’affetto tra i vari membri della famiglia Roy, trattenuti dall’irruzione a sorpresa di Lukas Matsson e della sua squadra svedese e da un intenso litigio tra Shiv e suo marito Tom Wambsgans (Matthew Mcfadyen).
Ad un certo punto della puntata, mentre Roman cerca di convincere in maniera pittosto accesa suo fratello maggiore Connor a desistere dalla sua candidatura politica per favorire l’avversario Mencken, il Lukas Matsson interpretato da un sempre convincente Alexander Skarsgard afferma a gran voce: “Che bella famiglia!” Un monito volutamente canzonatorio ed irridente che dimostra non solo il disprezzo dello svedese di GoJo verso la famiglia Roy, ma anche la presa di consapevolezza dei tantissimi spettatori di Succession, ancora una volta sbalorditi dalla totale assenza di empatia e sentimento fraterno dei protagonisti di questo prestige drama intenso e shakespeariano.
Fine di un matrimonio
Un episodio televisivo che, al netto della (quasi) totale assenza di sangue caldo ed affezione dei suoi protagonisti, esplode letteralmente nel terzo ed ultimo atto narrativo quando Siobhan e Tom si incontrano sul balcone dell’attico della prima, erosi dalla frustrazione e dalla rabbia di un matrimonio a pezzi e dalla scomparsa di un patriarca duro ma protettivo che ha letteralmente sconvolto la vita di entrambi. In questo intenso incontro/scontro tra i due personaggi interpretati da Sarah Snook e Matthew Macfadyen (entrambi in odore di Emmy) si disvela quanto le pedine narrative create da Armstrong siano essenzialmente delle broken people, esseri umani incapaci di amare ed essere amati, di ricevere ma impossibilitati a donare, che sono fermamente convinti che il mondo intero (e le persone che popolano la loro vita) sia ai loro piedi.
Un microcosmo narrativo, quello ideato dallo showrunner americano, che ben delinea e cristallizza il sentimento comune di tutta la serie, sin dal suo primissimo episodio: i membri della famiglia Roy sono nati e cresciuti all’interno di un nucleo famigliare che ha insegnato loro a dare valore alla mercificazione e alla spendibilità delle persone; impossibile quindi biasimare i traumi e le esperienze di vita che hanno condotto Kendall, Roman e Shiv ad essere quello che sono oggi, e che noi spettaori abbiamo imparato ad amare/odiare: non semplicisticamente dei mostri senza scrupoli, bensì dei figli cresciuti troppo presto, allevati da una madre assente ed instabile e da un padre padrone che pensave di dominare il mondo.
La recensione in breve
A soli tre episodi dal gran finale di serie, Succession mette in campo un settimo episodio dove la coralità del cast e il microcosmo dei personaggi dello show creato da Jesse Armstrong viene a galla tra dialoghi serratissimi, una location semi-teatrale ed un incontro/scontro tra due attori in stato di grazia.
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