La serie: Succession 4, 2023. Creata da: Jesse Armstrong. Cast: Jeremy Strong, Kieran Culkin, Sarah Snook, Alexander Skarsgard, Nicholas Braun, Matthew Macfadyen. Genere: Drammatico. Durata: 60 minuti ca./10 episodi . Dove l’abbiamo vista: Su Sky Atlantic.
Trama: Mentre la famiglia si prepara a un commovente funerale, Kendall si trova in disaccordo con Rava e riceve notizie inopportune da Jess. Successivamente, Shiv cerca di riposizionarsi all’interno di un nuovo panorama politico, mentre Kendall raduna i sostenitori al suo fianco.
Era ora. Era ora che i componenti dell’algida e calcolatrice famiglia Roy si riunissero assieme a parenti, amici, conoscenti, colleghi e avversari per dare l’ultimo, emozionante saluto al patriarca Logan Roy, venuto improvvisamente a mancare per un arresto cardiaco nel terzo, sconvolgente episodio della quarta e ultimissima stagione di Succession. Letteralmente ad un passo dal decimo e ultimo appuntamento televisivo in assoluto per la serie ideata da Jesse Armstrong per HBO, lo sceneggiatore americano assieme al bravissimo regista Mark Mylod confeziona per l’ennesima volta un episodio semplicemente perfetto.
Nella nostra recensione di Succession 4×09 vi spiegheremo perché il nono appuntamento intitolato “Church and State” alza la posta in gioco per l’ultima volta prima che il sipario si chiuda definitivamente su uno dei prodotti destinati al piccolo schermo più influenti e rivoluzionari degli ultimi anni. Un sipario che si sta per abbassare nella maniera più imprevedibile di sempre.
La trama: cosa resta di Logan Roy
Tutto è pronto per porgere l’ultimo saluto a Logan Roy (Brian Cox). Il funerale organizzato dai figli Kendall (Jeremy Strong), Shiv (Sarah Snook), Roman (Kieran Culkin) e Connor (Alan Ruck) raduna una marea umana costituita da parenti, colleghi, conoscenti, amici e avversari finanziari e politici. Tutti nello steso luogo di culto per celebrare il funerale del pater familias che ha mosso le fila delle vite del sistema di personaggi della serie. Ma la funzione religiosa sarà attraversata da eventi inaspettati: prima Shiv propone a Lukas Matsson (Alexander Skarsgard) il passaggio della Waystar a GoJo in cambio di un CEO americano, poi Roman scoppia in lacrime di fronte al feretro di suo padre, mostrando una fragilità compromettente.
Da queste istanze si muove “Church and State”, nono e penultimo episodio della quarta stagione di Succession scritto da Jesse Armstrong e diretto dal fido Mark Mylod. Ad un passo dal gran finale della serie, si intesse un affresco funereo e luttuoso non solo dell’eredità del ferino patriarca interpretato da Brian Cox, ma anche dei figli dello stesso, messi nuovamente a nudo di fronte all’incrollabile ineluttabilità della vita. Ognuno con reazioni e angolazioni diverse, ma accomunate da un miracoloso momento di fragilità umana che sarà, molto probabilmente, decisiva per le mosse finali di quella che si prospetta una conclusione di serie scioccante e difficile da prevedere.
Messa da requiem per la serie di Jesse Armstrong
Ad un solo appuntamento di distanza dalla grande conclusione di Succession, Armstrong e Mylod realizzano uno degli episodi migliori non solo della quarta stagione, ma di tutto il percorso televisivo dello show di successo firmato HBO. E lo fanno allestendo una partita a scacchi in cui la posta in gioco si alza vertiginosamente, dove le emozioni trattenute dei suoi protagonisti vengono prepotentemente a galla e in cui i dialoghi dello sceneggiatore e i dinamici movimenti di macchina del regista contribuiscono a regalare alla puntata in questione un’aura funerea da messa da requiem.
Una sensazione, quest’ultima, acuita anche e soprattutto dal corredo emozionale di Church and State, epitomizzato dai travolgenti discorsi in cima all’altare tenuti rispettivamente da Ewan Roy (James Cromwell), anziano fratello di Logan, da Kendall e poi da una commossa Siobhan. Discorso a parte meriterebbe la reazione di Roman di fronte al feretro di suo padre quando, intento a salire i gradini dell’altare per prendere commiato dal suo genitore scomparso con un appassionato discorso di addio, cede a un’inaspettata emotività, scoppiando in lacrime come un bambino.
L’elaborazione del lutto di Roman Roy
Una reazione decisamente sorprendente per il fumantino e spesso spietato personaggio interpretato da Kieran Culkin (anche lui in odore di Emmy), adesso vero e proprio ago della bilancia dei delicati equilibri tra lui, il fratello e socio in affari Kendall e la sorella Shiv, che nell’episodio precedente era stata “beccata” mentre faceva affari con Lukas Matsson all’insaputa di entrambi. Un vulcano di emotività repressa in esplosione che chiude il penultimo episodio di Succession con il dono dell’inaspettato, con il sentimento crescente di poter assistere la prossima settimana a una conclusione di serie vertiginosa ed impossibile da decifrare.
Per un progetto televisivo come Succession in cui i propri protagonisti agiscono e si interfacciano tra di loro tramite contrattazioni, scambi di informazioni e strategie interpersonali per scopi puramente egoistici, la carta dell’imprevedibilità che adesso Roman pare voglia giocarsi potrebbe essere la chiave di svolta definitiva per il crollo dell’impero Roy per mano del figlio minore di Logan. Quel figlio senza spina dorsale che in passato tanto aveva deluso il padre e che adesso però minaccia di polverizzare l’eredità di famiglia con un’arma segreta apparentemente sconosciuta ai suoi fratelli: il sentimento umano.
La recensione in breve
Il nono e penultimo episodio della quarta stagione di Succession mette in scena una messa da requiem non solo per il Logan Roy interpretato da Brian Cox, ma anche per i figli, qui a un bivio tra (a)moralità e sentimento, a un passo numerico dal decimo episodio, gran finale di tutta la serie ideata da Jesse Armstrong.
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