La serie: The Acolyte: La Seguace (The Acolyte), 2024. Creata da: Leslye Headland. Cast: Amandla Stenberg, Lee Jung-jae, Manny Jacinto, Dafne Keen, Charlie Barnett, Jodie Turner-Smith, Rebecca Henderson, Dean-Charles Chapman, Joonas Suotamo, Carrie-Anne Moss.
Genere: fantascienza, avventura. Durata: 40 minuti ca. /8 episodi. Dove l’abbiamo visto: su Disney+ (screener), in lingua originale.
Trama: Un secolo prima dell’ascesa dell’Impero, una misteriosa assassina prende di mira alcuni maestri Jedi.
A chi è consigliato? A chi vuole scoprire una nuova era nella cronologia dell’universo lucasiano, senza elementi legati esplicitamente alla Skywalker Saga.
È dal 2019, quando è uscito in sala Star Wars: L’ascesa di Skywalker, che Lucasfilm parla della volontà di allontanarsi, narrativamente e cronologicamente, dalla cosiddetta Skywalker Saga, raccontando storie ambientate in altre epoche e altri luoghi della celeberrima galassia lontana lontana. Un piano che finora ha generato solo Andor, che si colloca nel periodo che conosciamo ma essenzialmente trascura la lotta fra i due lati della Forza e i suoi esponenti più noti, mentre le altre serie realizzate per Disney+, sia live-action che animate, in un modo o nell’altro hanno dato spazio in abbondanza ai personaggi che conosciamo da decenni. Ma le cose stanno per cambiare con il nuovo progetto seriale del franchise, il primo a uscire dai confini cronologici delle vicende di Anakin Skywalker e i suoi discendenti. Di questo nuovo racconto si parla nella nostra recensione di The Acolyte: La Seguace, che si basa sulla visione in anteprima di quattro episodi su otto.
Indagine Jedi
La storia si svolge circa cento anni prima della nascita dell’Impero galattico: i cavalieri Jedi assicurano la giustizia in giro per il cosmo, e i loro nemici giurati, i Sith, sono ufficialmente estinti da secoli. Poi, improvvisamente, una misteriosa figura assassina comincia a prendere di mira dei maestri Jedi, spingendo uno di essi, Sol, a indagare sull’accaduto. La vicenda lo porta a contattare una sua vecchia apprendista, Osha, che ha lasciato l’ordine anni addietro a causa di dubbi sul suo legame personale con la Forza, ma potrebbe rivelarsi utile per chiarire alcuni aspetti di questo mistero. Mentre dei flashback approfondiscono le motivazioni dell’antagonista, nel presente Sol, Osha e altri Jedi si recano da un pianeta all’altro per capire con cosa hanno a che fare, nella speranza che non sia troppo tardi per impedire che la presenza misteriosa porti a termine il suo piano a base di cadaveri legati al Lato Chiaro…
Presenze inedite
Per lo meno nei quattro episodi che abbiamo visto, non appaiono personaggi già noti al pubblico (e per motivi legati all’epoca in cui è ambientata la vicenda, l’unica eventuale ospitata che ha senso sarebbe quella di Yoda), e parte del fascino dello show sta proprio nel fare la conoscenza di queste nuove figure, che aggiungono strati di mistero alla funzione dei cavalieri Jedi (le cui debolezze dopo secoli di dominio incontrastato sul Lato Oscuro erano uno degli elementi centrali della seconda trilogia cinematografica). Particolarmente notevoli sono il divo coreano Lee Jung-jae, al suo primo ruolo in lingua inglese nei panni di Sol, e Carrie-Anne Moss, che nella parte di Indara ci ricorda che è ancora in grado di fare tutte le mosse imparate all’epoca della trilogia di Matrix (la serie è interessante anche in termini coreografici, con duelli a base di pugni anziché spade laser, seguendo il modello orientale dei wuxia).
Protagonista – al netto della natura corale del progetto – è Amandla Stenberg, che con Osha consente al franchise di esplorare i lati più nebulosi della Forza e le sue implicazioni per i giovani apprendisti (argomento già accennato in precedenza ma qui al centro dell’attenzione). Da segnalare, inoltre, il ritorno all’ovile (o meglio, alla galassia) dell’attore finlandese Joonas Suotamo, che dal 2017 ha sostituito definitivamente Peter Mayhew nel ruolo di Chewbacca e qui, forte della statura imponente che gli è valso l’ingresso nel franchise quasi dieci anni fa, presta il corpo a un altro Wookiee, Kelnacca, un Jedi che ha scelto di vivere in solitudine ed è costretto a tornare in azione quando i suoi amici cominciano a morire male.
Prima degli Skywalker
Dopo essersi già cimentata con la rilettura di generi su Netflix con la serie Russian Doll, la sceneggiatrice e produttrice Leslye Headland inaugura sullo schermo quella che è una vera e propria sottocategoria del franchise lucasiano: l’era dell’Alta Repubblica, ossia i cinque secoli che precedono la distruzione dell’ordine dei Jedi e l’ascesa di Sheev Palpatine/Darth Sidious. Terreno fertile per esplorare nuove sfumature filosofiche, occasione che Headland sfrutta pienamente andando a indagare una zona intermedia della Forza, rappresentata dal dubbio circa la stessa e dalle incertezze sulla presunta infallibilità morale dei sedicenti difensori della pace nell’intera galassia. E con la componente mystery al centro della premessa restituisce al franchise anche la possibilità di sorprendere, a cui Lucasfilm sembrava aver in parte rinunciato dopo le reazioni negative di parte del fandom ad alcuni eventi della terza trilogia. Nel dubbio su come andare avanti, la soluzione stava nell’andare a ritroso, reinterpretando quel “Tanto tempo fa” che dal 1977 introduce le avventure cosmiche per antonomasia.
La recensione in breve
La saga stellare torna indietro di circa un secolo per raccontare una storia intrisa di mistero e vendetta, che rielabora elementi noti con un gusto per la freschezza.
Pro
- L'assenza degli Skywalker e personaggi limitrofi dà alla serie una certa freschezza
- Il cast è in sintonia con il materiale
- I combattimenti sono riconoscibili e al contempo inediti
- L'elemento mystery è molto intrigante
Contro
- L'assenza di personaggi conosciuti potrebbe deludere lo zoccolo duro dei fan
- Voto CinemaSerieTV