La serie: The Boys 4, 2024. Creata da: Eric Kripke. cast: Karl Urban, Jack Quaid, Antony Starr, Erin Moriarty, Jessie T. Usher, Laz Alonso, Chace Crawford, Tomer Capone, Karen Fukuhara, Nathan Mitchell, Colby Minifie, Claudia Doumit, Cameron Crovetti, Valorie Curry, Susan Heyward, Jeffrey Dean Morgan.
Genere: azione, fantascienza, commedia. Durata: 60 minuti ca. /8 episodi. Dove l’abbiamo visto: su Prime Video (screener), in lingua originale.
Trama: La rivalità tra i Boys e i supereroi si fa sempre più accesa e personale, con l’aggiunta di lotte intestine all’interno di entrambe le fazioni.
È fresca di stampa la notizia che una delle serie di punta di Prime Video, adattamento dell’omonimo fumetto di Garth Ennis e Darick Robertson, chiuderà i battenti tra il 2025 e il 2026 (a seconda di quando saranno pronti gli episodi conclusivi), con la quinta stagione, esattamente come previsto sin dall’inizio dal creatore Eric Kripke (il che però non impedisce la continuazione del franchise con spin-off vari, come ad esempio Gen V). Un dettaglio che conferisce maggiore potenza drammatica alla penultima annata (o almeno ai sei episodi – su otto – che abbiamo visto in anteprima), disponibile, come sempre, in modalità ibrida: i primi tre capitoli tutti insieme, e gli altri cinque a cadenza settimanale, per dare una longevità ulteriore, a livello di conversazioni post-visione, alla storyline di cui andiamo a parlare nella nostra recensione di The Boys 4, senza spoiler.
Dissensi interni
Il conflitto tra i Boys e i Super si è complicato ulteriormente con l’ascesa di Victoria Neuman, elemento di disturbo per diverse fazioni a causa della sua segreta natura non umana e la sua alleanza con il Patriota, sempre più instabile e ora sotto processo per aver ucciso un uomo in pubblico. I Sette sono in crisi per la defezione di Starlight, ora alleata fissa dei Boys, e la necessità di reclutare nuovi membri (nonché l’ingresso di un secondo Black Noir, costretto al silenzio per impersonare al meglio il suo defunto predecessore, la cui morte non è di dominio pubblico). E nemmeno i Boys sono serenissimi, poiché Billy Butcher, ora in fin di vita dopo aver abusato della versione provvisoria della formula V, vuole continuare a far parte del gruppo mentre gli altri, con la parziale eccezione di Hughie che continua a vedere del buono in lui, non ne vogliono sapere. Tutti questi percorsi sono in rotta di collisione, soprattutto quando emergono nuovi dettaglio che potrebbero cambiare radicalmente l’esito della crociata di Butcher contro la Vought e i supereroi…
Boys and (new) girls
Sono soprattutto femminili le nuove aggiunte al cast, sia nel cast fisso con l’ingresso di Valorie Curry nei panni di Firecracker, una complottista bigotta con poteri legati al fuoco, e Susan Heyward in quelli di Sister Sage, la persona più intelligente del mondo, sia tra le presenze ricorrenti con l’atteso debutto della madre di Hughie, interpretata da Rosemarie DeWitt. Altro reclutamento di lusso quello di Jeffrey Dean Morgan, già alla corte di Kripke in Supernatural dove interpretava John Winchester e qui ricicla il suo penchant per le simpatiche carogne nel ruolo del misterioso Kessler. Ma come sempre le soddisfazioni le più grandi sul piano recitativo le danno i veterani, a cominciare da Karl Urban e Antony Starr, perfettamente calati nelle rispettive parti di due lati della stessa, psicotica medaglia. Ma lasciano il segno più o meno tutti, con Jessie T. Usher che va incontro all’evoluzione più interessante come A-Train, personaggio che sin dalla sua prima apparizione nello show ha esibito un potenziale interessante.
Verso il capolinea
In un mercato, in particolare quello supereroistico, dove l’idea che qualcosa abbia una conclusione definitiva è quasi blasfema (basti pensare al conflitto creativo tra Zack Snyder e la Warner Bros., che questa serie ha messo alla berlina più volte), è quasi una ventata d’aria fresca il sentore che ci sia effettivamente un traguardo definitivo dietro l’angolo, a cui la parzialmente dispersiva terza annata già alludeva e che la quarta sottolinea in maniera esplicita (Kripke, dal canto suo, ha postato su Twitter, oscurando i dettagli principali, la pagina finale dell’ottavo episodio, che si conclude con “E ora l’ultima stagione”). Il tono crepuscolare si fa sentire con forza, senza per questo rinunciare agli eccessi che, per quanto edulcorati rispetto alla versione cartacea (Ennis ha un senso dell’umorismo estremo che sullo schermo sarebbe a tratti indigeribile se trasposto in maniera fedele), contribuiscono alla decostruzione del genere con somma, dissacrante gioia. Esemplare, da quel punto di vista, il quinto episodio della stagione, che raggiunge nuove vette di follia capaci di far impallidire i vari Herogasm e soci. La serie starà anche finendo, ma non è ancora a corto di idee.
La recensione in breve
La quarta stagione della serie basata sul fumetto di Ennis e Robertson ha un tono più crepuscolare e malinconico, che ben si sposa con le trovate più estreme che satirizzano il mondo dei supereroi.
Pro
- I nuovi ingressi nel cast sono tutti eccellenti
- Le trovate dissacranti non smettono di sorprendere e divertire
- Il tono più malinconico dà alla serie una maggiore maturità
Contro
- Come sempre, la distribuzione settimanale degli episodi metterà alla prova gli spettatori più impazienti
- Voto CinemaSerieTV