La serie: The Buccaneers, 2023. Creato da: Katherine Jakeways.
Cast: Kristine Frøseth, Aubri Ibrag, Kristina Hendricks. Genere: Dramma in costume, drammatico, commedia. Durata: 8 episodi da 50 minuti circa.
Dove l’abbiamo visto: Su Apple Tv+, in anteprima
Trama: Un gruppo di giovani ragazze americane amanti del divertimento che sbarca nella Londra strizzata nel corsetto degli anni Settanta dell’Ottocento, .
In principio era Sofia Coppola, con il suo tocco post punk e new wave con cui aveva colorato di anni Ottanta la sua Marie Antoinette, e creando un interessante anacronismo musicale. Poi la tendenza è stata seguita da molti: dalle nostre Susanna Nicchiarelli per Miss Marx e Paola Cortellesi per C’è ancora domani, per passare dagli anacronismi musicali più moderati di Bridgerton, che nella colonna sonora usa canzoni pop, ma arrangiate come musica da camera di quei tempi.
Gustosi anacronismi musicali arrivano adesso su Apple Tv+, come vi raccontiamo nella recensione di The Buccaneers, la nuova serie composta da otto episodi e ispirata all’omonimo romanzo incompiuto di Edith Wharton. Creata da Katherine Jakeways, The Buccaneers farà il suo debutto su Apple TV+ l’8 novembre con i primi tre episodi, seguiti da nuovi episodi settimanali ogni mercoledì, fino al 13 dicembre. Il pop e il rock, a tratti a tinte dark, che accompagnano le azioni delle protagoniste di The Buccaneers sono una delle note liete di una serie che brilla di una leggerezza e di una fresca sensualità che rendono la visione davvero piacevole.
La trama: ragazze americane nella Londra dell’Ottocento
Ragazze con i soldi, uomini con il potere. Nuovo denaro, vecchi segreti. È questa la tagline di The Buccaneers, che racconta la storia un gruppo di giovani ragazze americane amanti del divertimento che sbarca nella Londra strizzata nel corsetto degli anni Settanta dell’Ottocento, dando il via a uno scontro culturale anglo-americano con la conservatrice Inghilterra attraversata da un’aria nuova che guarda con disprezzo a secoli di tradizione. Inviate dall’America per assicurarsi mariti e titoli, queste giovani donne puntano molto più in alto, e dire “lo voglio” è solo l’inizio…
Colori che esplodono
Edith Warthon è l’autrice del romanzo premio Pulitzer L’età dell’innocenza, da cui Martin Scorsese aveva tratto il suo film sensuale, doloroso ed elegante ispirato allo stile di Luchino Visconti. Lì eravamo nella New York dell’Ottocento, qui siamo a Londra nello stesso periodo. E la cornice dell’epoca viene in qualche modo esaltata e poi sconvolta. Vengono fatti esplodere i colori – guardate i verdi e i viola delle prime sequenze e poi la sigla – con immagini che a tratti sembrano iperrealistiche. Se negli interni, ricostruiti con gran cura, spiccano i broccati, i velluti e le carte da parati dai colori accesi (con la notevole cura per le scenografie che hanno certe grandi produzioni), negli esterni si punta sul verde, sui fiori e le piante dei giardini inglesi di campagna, oltre che ai paesaggi mozzafiato della Cornovaglia. Tutto questo sembra pura forma, ma è un voler avvolgere e sedurre lo spettatore, un invito a entrare in quel mondo e a fari conquistare dallo charme e della grazia delle giovani protagoniste.
La musica rock che astrae i personaggi dalla loro epoca
Le protagoniste sono spesso in deshabillé, con i vestiti slacciati, i piedi nudi, i corsetti ben in vista, una cosa che contrasta con quella regola non scritta che vuole che, nei film in costume, anche allo spettatore i personaggi vengano presentati come uscirebbero in pubblico, eleganti, bardati e castigati. Così The Buccaneers prova a sciogliere i lacci ai corsetti della serie, a togliere il paludamento, la rigidità, la formalità tipica dei film in costume. La musica, lungi dall’avere un significato preciso, come in Marie Antoinette (era la musica dell’adolescenza di Sofia Coppola e veniva da un’epoca decadente come la Francia pre-rivoluzione) serve ulteriormente a questo, a creare un cortocircuito, ad astrarre i personaggi dall’epoca in cui vivono e a renderli vicini a noi, universali. Nella colonna sonora, prodotta da Stella Mozgawa della band Warpaint) ci sono Taylor Swift, Boygenius, Maggie Rogers, Bikini Kill, Yeah Yeah Yeahs, Angel Olsen, Brandi Carlile, oltre alle musiche originali di Folick, Lucius, Alison Mosshart, Warpaint, Gracie Abrams, Sharon Van Etten, Bully, Danielle Ponder e delle AVAWAVES, compositrici della serie.
Kristine Frøseth, occhi come fossero due pietre di giada
Ne esce una serie tv di ottima qualità, che è un po’ un Sex And The City d’antan, un po’ Bridgerton ma fatta meglio. Ma anche con un po’ di Piccole donne e dei romanzi di Jane Austen. Nan St. George (Kristine Frøseth), infatti, è un po’ la Jo di Piccole Donne, con quel suo fare un po’ da maschiaccio e fuori dalle regole, un po’ la Emma di Jane Austen per come, almeno all’inizio, si preoccupa dei matrimoni e dei fidanzamenti delle sue amiche. Ed è proprio lei, Kristine Frøseth, una delle attrici di spicco della serie: volto da bambina un po’ impunita, sorriso irresistibile, e occhi di un colore tra il grigio, l’azzurro e il verde, come fossero due pietre di giada. Bravissima a recitare con il volto e con tutto il corpo. Così come lo è l’altra attrice che ci ha colpito particolarmente Aubri Ibrag, nel ruolo di Lizzy Elmsworth, influencer e modella australiana (l’abbiamo vista nella serie Dive Club), dall’affascinante volto mediorientale e dal corpo da top model che esibisce in un coraggioso nudo integrale. In un momento molto forte, che ci avvisa che la serie parlerà anche di maschilismo, un tema molto attuale.
Christina Hendricks, bellezza preraffaellita
Ma, tra tante giovani bellezze, c’è anche quella Christina Hendricks che tutti ricordiamo nella serie tv Mad Men. Da quella serie è passato un po’ di tempo e l’attrice ora fa ruoli da madre. È lei la madre delle ragazze St. George. Il suo fisico da pin-up sta benissimo anche nei corsetti ottocenteschi. Ma è il viso a colpire: è cambiato, sfinato, privato del trucco anni Cinquanta e con un make up invisibile. Il suo viso è mobilissimo, e i capelli rossi, arricciati ad arte, sembrano quelli di una figura di un quadro preraffaellita. C’è anche lei a tirarci dentro questa serie. A ritmo di rock e dei balli sfrenati e leggiadri di queste ragazze, vi sentirete inebriati e trascinati dentro una serie che è già da considerare tra le migliori del catalogo Apple TV+.
La recensione in breve
Nella recensione di The Buccaneers via abbiamo spiegato che il pop e il rock, a tratti a tinte dark, che accompagnano le azioni delle protagoniste di The Buccaneers sono una delle note liete di una serie che brilla di una leggerezza e di una fresca sensualità che rendono la visione piacevole.
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Voto CinemaSerieTv