La serie: The Devil’s Hour, 2022. Creato da: Tom Moran. Cast: Jessica Raine, Benjamin Chivers, Nikesh Patel, Peter Capaldi. Genere: Thriller, sovrannaturale. Durata: 60 minuti ca./6 episodi. Dove l’abbiamo visto: In anteprima su Prime Video.
Trama: Lucy è un’assistente sociale con un figlio problematico e le cui notti sono funestate da inquietanti visioni. Presto scopriamo che i suoi incubi potrebbero essere collegati a dei casi su cui due detective stanno indagando.
Durante il periodo di Halloween le piattaforme accolgono nei loro cataloghi un gran numero di prodotti che fanno del brivido e del mistero le loro caratteristiche principali. È questo il momento dell’anno in cui anche lo spettatore che tendenzialmente non si approccia a questo genere di storie fa uno strappo alla regola e da volentieri un assaggio a film e serie a base di horror, sovrannaturale e atmosfere dark. Come vedremo in questa recensione di The Devil’s Hour, in questa nuova serie Prime Video – a differenza di quel che il titolo potrebbe far presagire – non sono il terrore e la paura a trainare la storia creata dal britannico Tom Moran, ma un mistero sovrannaturale raccontato con gli stilemi del thriller. L’idea da cui nasce lo show è particolarmente intrigante, The Devil’s Hour vacilla però un po’ nella gestione altalenante del ritmo e in un finale che – pur chiudendo il cerchio in maniera azzeccata – si limita a un lungo spiegone dei fatti, affascinante sì, ma meno d’impatto di quanto probabilmente avrebbe voluto essere.
La trama: la madre, il bambino inquietante ed il serial killer
Lucy (Jessica Raine) ama profondamente suo figlio, ma si rende conto che in lui c’è qualcosa che non va. Isaac (Benjamin Chivers) sembra non provare emozioni, non sorride, non gioca, non interagisce con i suoi coetanei. Non piange e non prova dolore. Dei dottori e psicologi a cui l’ha portato nessuno è stato in grado di fornire una diagnosi soddisfacente. La condizione di Isaac, poi, ha definitivamente rovinato il matrimonio con Mike (Phil Dunster) che, incapace di instaurare un legame con il figlio, se ne è andato di casa. Come se non bastasse, le sue notti sono funestate da incubi e Lucy si sveglia, fin da quando era bambina, sempre alla stessa ora, alle 3:33, l’ora del diavolo. Lucy, che è un rispettato assistente sociale, inizia poi ad essere perseguitata da strane visioni sui casi che segue, e le cose per lei si fanno sempre più complicate.
Intanto, una coppia di detective, Ravi Dhillon (Nikesh Patel) e Nick Holness (Alex Ferns) stanno cercando di risolvere dei misteriosi omicidi: più le loro indagini vanno avanti più sembra che le vittime siano in qualche modo legate tra loro e che i delitti affondino le loro radici in un passato lontano e in altri crimini compiuti molti anni prima.
A rendere ancor più complicata questa storia, una serie di flashforward ci portano in un momento del futuro non ben identificato: Lucy è seduta a un tavolo con un misterioso individuo, Gideon (Peter Capaldi), che sembra conoscere la natura delle sue visioni e delle stranezze che stanno sconvolgendo la sua vita quotidiana. Che cosa ha portato quest’uomo nella vita della protagonista e come è legato ai casi su cui Ravi e Nick stanno indagando?
Una storia (troppo) ricca di elementi
Come vi anticipavamo in apertura a questa recensione, la storia immaginata e costruita da Tom Moran è a suo modo estremamente affascinante, mette infatti insieme con coerenza diversi elementi facendo della classica storia di caccia al serial killer un intrigante racconto sovrannaturale, in cui dimensioni diverse e piani temporali distinti si intersecano. Gli elementi che vengono inseriti e vanno a comporre il grande disegno della serie, che per certi versi potrebbe somigliare a una sorta di Dark in salsa britannica, sono tanti, troppi forse: questa ricchezza di temi e sottotrame fa sì che in certi momenti la serie finisca per essere più confusa che coinvolgente.
Se inizialmente, poi, sembrava essere stata ricercata una certa deriva horror – Isaac che dice quasi catatonico di vedere persone per casa è a suo modo particolarmente inquietante -, più la visione procede più le atmosfere cambiano, risultando sempre meno tese. Come se non si avessero le idee ben chiare sul genere a cui lo show dovesse appartenere.
Il cast: le interpretazioni di Jessica Raine e di Peter Capaldi
Se sulla sceneggiatura e sullo sviluppo narrativo abbiamo qualche riserva, a convincerci completamente sono le scelte di cast. Jessica Raine è davvero splendida nel ruolo di una madre che, pur sapendo che suo figlio non è come gli altri, non si arrende mai nel cercare di dargli una vita normale. Raine funziona molto bene in un ruolo sfaccettato e complesso, rendendo credibili le azioni e reazioni di un personaggio la cui vita si fa sempre più incredibile e assurda. Particolarmente affascinanti anche i momenti di confronto con il Gideon di Peter Capaldi, così carismatico da risultare forse un po’ sprecato per il limitato minutaggio che gli viene destinato.
Il finale colpisce per come riesce a tirare le fila di quanto detto in precedenza, ma per farlo si è costretti a una lunga spiegazione di fatti e antecedenti, non scatenando quindi le giuste emozioni nello spettatore e risultando in un ultimo atto inaspettatamente anticlimatico. Peccato, perché – come abbiamo sottolineato più volte – le idee da cui prende il via questa storia sono particolarmente avvincenti e intriganti: con un ritmo meno altalenante e uno sviluppo meno confuso in certi punti, The Devil’s Hour sarebbe potuto essere uno dei prodotti seriali più interessanti del periodo.
La recensione in breve
The Devil's Hour è una serie dalle premesse particolarmente interessanti, ma fallisce nel mantenere il ritmo alto e si conclude con un finale inaspettatamente anticlimatico. Molto convincenti le interpretazioni di Jessica Raine e Peter Capaldi.
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