Il film: The Gentlemen, 2024. Creata da: Guy Richie. Cast: Kelly Rowland, Trevante Rhodes, Nick SagaTheo James, Kaya Scodelario, Daniel Ings, Joely Richardson, Giancarlo Esposito, Peter Serafinowicz, Vinnie Jones. Genere: Gangster/Action. Durata: 50 minuti/8 episodi. Dove l’abbiamo visto: su Netflix.
Trama: Può l’eredità di un titolo nobiliare e di. una tenuta mettere nei guai un giovane uomo completamente ignaro? Ovviamente si ed è quello che è destinato a scoprire Eddie con la morte del padre, il duca di Halstead. Di regola fuori dall’asse ereditario, si ritrova ad essere l’erede unico di titolo e casa a discapito del fratello maggiore Freddy. Le volontà straordinarie, infatti, sono state scritte in un testamento dal padre e nascondono una ragione ben precisa, anche se ancora sconosciuta ad Eddie. Dietro la tenuta, infatti, c’è molto di più e il caotico Freddy non è certo in grado di gestire una serie di affari e attività poco consueti. Almeno per una famiglia blasonata. Ma si sa che la nobiltà obbliga alla cieca di un determinato stile che, in alcuni casi, può essere rincorso anche attraverso comportamenti a dir poco peculiari.
Tutto è iniziato con un film, The Gentlemen, diretto nel 2019 da Guy Ritchie. Ad onor del vero, però, quella storia era già nata nella mente del regista britannico per essere trattata in modo più approfondito attraverso una serie tv. Non trovando nessun aiuto produttivo in questo senso, Ritchie si è “accontentato” di realizzare un lungometraggio dovendo, inevitabilmente, ridurre le sue aspettative narrative.
Si sa, però, che per chi sa attendere i risultati desiderati prima o poi arrivano. Ed è così che, dopo cinque anni dalla sua uscita sul grande schermo, The Gentlemen diventa una serie televisiva targata Netflix. Un’opportunità per Ritchie di ampliare notevolmente la narrazione di un mondo già definito a grandi linee, aggiungendo elementi estetici e contraddizioni per un melting pot stilistico che somiglia incredibilmente al regista e, soprattutto, al suo background culturale. In sostanza, dunque, è possibile affermare che The Gentlemen, la serie, segna il ritorno di Guy Ritchie con il suo tocco inequivocabilmente british, l’attenzione per i particolari e lo stile. Per non parlare del ritmo narrativo assolutamente alto che, però, tende a perdersi nella lunghezza del racconto.
Trama: Ricominciare dall’inizio
Riavvolgiamo il nastro della narrazione e ritorniamo alle origini per comprendere cosa accade in questa serie, che ha il pregio di poter essere goduta pienamente senza aver visto il film. Qui, dunque, ritroviamo il personaggio di Eddie Halstead (Theo James), giovane uomo appartenente all’aristocrazia britannica ma che ha scelto di dedicarsi alla vita bilatere. Improvvisamente, però, viene strappato dalla sua quotidianità e richiamato a casa al capezzale del padre. Qui, inaspettatamente, scopre di essere l’erede del ducato con tanto di proprietà e titolo. Un evento assolutamente non programmato, visto che è il secondo genito. Il testamento del padre, però, è piuttosto chiaro nella scelta di escludere il primogenito Freddy (Daniel Ings).
Le cose, però, sono ancora più complessa di quanto non si possa pensare. Freddy, infatti, è seriamente indebitato con persone poco raccomandabili e, come se non bastasse, Eddie scopre una vera e propria fabbrica di cannabis in una zona tranquilla e sotterranea della tenuta. Il tutto gestito da una famiglia locale della malavita che, evidentemente, pagava al vecchio duca un lauto affitto e, soprattutto, elargiva una parte dei proventi. A questo punto, cosa fare e come affrontare questa situazione assolutamente imprevista?
Le prime direttive arrivano da Susie Glass (Kaya Scodelario), responsabile dell’operazione cannabis. E, sempre lei, fornisce all’ignaro Eddie i contatti con il mondo criminale e una certa esperienza. In questo modo, dunque, il neo duca cerca di barcamenarsi all’interno di una situazione che definire imprevista è un eufemismo. Il tutto cercando di limitare anche i danni prodotti dalla caotica energia del fratello.
Lo stile Guy Ritchie
Alcuni registi hanno uno stile inconfondibile, tanto da renderli riconoscibili fin dalla prima inquadratura. Guy Ritchie è proprio uno di questi. Il suo modo di fare regia, infatti, è caratterizzato da un certo gusto estetico per l’immagine, soprattutto quella in azione costruita tra un voluto alternarsi di lento e veloce. Come i due film su Sherlock Holmes mostrano chiaramente.
Allos tesso tempo, poi, utilizza una commistione di generi, ambientazioni e toni che dovrebbero avere il compito di dare ancora maggior ritmo alla narrazione. Per questo motivo è facile trovare scene di violenza ed ambientazioni criminali arricchite da quell’innegabile ed irriverente sense of humor tipico della natura britannica.
In sostanza un grande insieme di elementi apparentemente discordanti ma che, passati, attraverso le sue mani, riescono a trovare un’armonia naturale. Tutti aspetti, questi, che è possibile ritrovare anche in The Gentlemen evidenziati all’ennesima potenza grazie alla lunghezza narrativa di un prodotto seriale ma, per lo stesso motivo, anche diluiti e, forse, meno d’impatto. Almeno a lungo andare. Nonostante tutto, dunque, guadagna l’attenzione dei riflettori il mondo della malavita britannica, definita da un chiaro accento cockney ma certo non priva di stile.
Ogni personaggio, infatti, è studiato da Ritchie con grande attenzione, partendo proprio dai suoi aspetti più bizzarri. Questi antieroi non appartengono a nessun tipo di universo se non a quello narrativo del regista. Per questo motivo si muovono attraverso scelte e modalità assolutamente al di sopra delle righe, hanno nomi d’arte ed ognuno mostra un potenziale fashion del tutto personale. In questo modo, dunque, si arriva ad una forte caratterizzazione capace di rendere la storia e l’esperienza stessa di visione assolutamente insolita, peculiare ed unica. Anche se la materia di partenza non è esattamente innovativa.
Eleganza Brit
Per un regista dedito a forgiare la forma della narrazione e dei suoi personaggio anche attraverso l’estetica,, l’immagine che si rimanda è assolutamente importante. Anche in questo caso, dunque, Ritchie prende spunto dalla cultura pop per andare a definire il look vestito dai suo cast categoricamente “brit” e dalle ambientazioni.
Un risultato che ottiene andando a scavare nella peculiare realtà inglese in cui borghesia e nobiltà si contaminano quotidianamente, in cui è possibile muoversi tra il sottobosco urbano e le tenute signorili di un mondo passato. Una commistione di colori, ambientazioni e suoni che va a costruire uno stile del tutto originale come un abito sartoriale nato dalla fantasia innovativa della Vestwood ma realizzato con le tradizionali stoffe della Burberry.
A tutto questo, poi, si abbina alla perfezione la scelta di far indossare ai suoi protagonisti abiti su misura con tanto di gemelli di provenienza nobiliare abbinati. Perché va bene trovarsi invischiato in una situazione piuttosto incresciosa, ma è sempre bene non perdere la propria innata eleganza. Unica pecca di questa attenzione maniacale per il particolare, però, è il rischio di perdersi in una ricerca fin troppo attenta e definita. Un aspetto che va ad incidere, inevitabilmente anche sulla narrazione. Ritchie, infatti, è un regista talmente concentrato sulla definizione e gestione dei suoi personaggi da rischiare un eccessivo prolungamento narrativo pur di dare loro tutto lo spazio di cui necessitano. Un aspetto, questo, che è possibile notare all’interno della serie, soprattutto con l’evoluzione della vicenda, e che caratterizza, in alcuni momenti, una flessione del ritmo narrativo.
Nonostante questo, però, la serie rappresenta non solo il ritorno a pieno regime di un regista che da un pò di tempo non riusciva a trovare la propria intonazione ma, soprattutto, una completa ed assoluta immersione nel suo mondo. Per questo The Gentlemen è un’esperienza che non deve essere assolutamente persa da chi ama il tocco alla Ritchie.
Guy Ritchie è tornato alla regia e lo ha fatto con una serie tv che è frutto del suo gusto e delle esperienza artistiche costruite fino a questo punto. Questo vuol dire che The Gentlemen è un'esperienza dalla forma unica, dal ritmo alto e, soprattutto, dotata di quell'amore per lo stile che caratterizza la visione di Ritchie. Unica pecca, probabilmente, una narrazione forse troppo articolata e dilungata che va ad impoverire l'impatto e il dinamismo iniziale.
- Il voto di CinemaSerieTv