La serie: The Offer, 2022. Regia: Michael Tolkin. Genere: Biopic, commedia. Cast: Miles Teller, Matthew Goode, Juno Temple, Dan Fogler, Patrick Gallo, Giovanni Ribisi. Durata: 60 minuti ca./10 episodi. Dove l’abbiamo visto: Su Paramount+.
Trama: La storia della genesi e della lavorazione del Padrino, costellata di incredibili eventi e ostacoli, tra cui l’ingerenza della Mafia e degli executive della Paramount.
La lavorazione di un film somiglia al percorso di una diligenza nel Far West: all’inizio uno spera di fare un bel viaggio, poi comincia a domandarsi se arriverà a destinazione.
Con queste parole Francois Truffaut descriveva in modo efficace e sintetico cosa vuol dire realizzare un film, in quella dichiarazione d’amore nei confronti del cinema che è Effetto notte. Neanche la realizzazione di un capolavoro della settima arte come Il padrino, sfugge alla definizione del regista de I 400 colpi, anzi, si può dire che, proprio nel caso del cult di Francis Ford Coppola, fu un vero miracolo che il film venne portato a compimento. Ingerenze della mafia di New York, amministratori della Paramount, all’epoca sull’orlo del fallimento, che osteggiarono fin dal principio le scelte artistiche di Coppola, a cominciare da Al Pacino nel ruolo di Michael Corleone, sono solo alcuni degli aspetti che resero la lavorazione del Padrino un vero inferno, ma anche un’incredibile avventura.
È normale dunque che, prima o poi, a qualcuno venisse in mente di costruire una storia con questo materiale così incandescente. Ci è riuscito lo Showrunner Michael Tolkin che, basandosi sulle memorie autobiografiche di Al Ruddy, leggendario produttore esecutivo del Padrino (tuttora vivente e in attività), ha creato e sviluppato, insieme con Nikki Toscano, una brillante e avvincente serie, il cui titolo rimanda ad una delle battute più famose del capolavoro di Coppola. Inutile dire che, per qualunque cinefilo o appassionato di cinema in generale e del Padrino in particolare, la serie, disponibile su Paramount+, articolata in 10 episodi, diventa un percorso a dir poco esaltante, trasformandosi in una esperienza seriale che non potrete rifiutare. Anche chi non ha mai visto il cult di Coppola (sul pianeta pare ce ne sia ancora qualcuno), potrebbe essere incuriosito, alla fine dell’appassionante visione, a guardare il film e capire perché un uomo che sta troppo poco con la famiglia non sarà mai un vero uomo. Andiamo dunque a scoprire, nella nostra recensione di The Offer, quali incredibili circostanze hanno portato alla realizzazione de Il Padrino.
La trama: come si realizza un capolavoro del cinema
Albert Ruddy è un giovane programmatore presso la Rand Corporation, ma la routine d’ufficio non fa per lui e, tramite alcune amicizie, si avvicina al mondo della televisione, arrivando a creare una sitcom di successo come Gli eroi di Hogan. Anche l’orizzonte della tv diventa però angusto per Al e così il passo verso il cinema è breve e più che naturale, riuscendo da subito a entrare nelle grazie del capo della Paramount, Robert Evans, e vedendosi affidare la produzione de Il Padrino, basato sull’omonimo romanzo di successo di Mario Puzo, di cui la casa produttrice si era opportunamente assicurata un’opzione.
Il progetto nasce però come film a medio-basso budget (4 milioni), che dovrebbe risollevare la Paramount dalle cattive acque in cui naviga. Ruddy, munito di un fiuto non indifferente, ingaggia subito il giovane, geniale, e (caratteristica importante) italiano, Francis Ford Coppola che ha le idee molto chiare su come girare il film. Ci si mette però la mafia di mezzo che, risentitasi dell’immagine degli italoamericani contrabbandata dal romanzo, vuole a tutti i costi impedire la realizzazione del film. Come se non bastasse, Evans è assolutamente contrario all’ingaggio dell’allora sconosciuto Al Pacino come Michael Corleone, della cui bravura Francis Coppola è invece convinto. Non ultime le ingerenze di Charles Blundhorn, executive della Gulf and Western, multinazionale di cui la Paramount è solo una parte, e degli amministratori Charles Lapidus e Jack Ballard.
La mafia per davvero
Sarebbe scontato immaginare una serie sulla lavorazione de Il Padrino partendo dal coinvolgimento di Coppola, più interessante invece assumere il punto di vista di Albert Ruddy, giovane e coraggioso producer che, letteralmente, si fece le ossa proprio su Il Padrino, lottando, sgomitando e versando lacrime e sangue per quella che, a tutti gli effetti, fu una sua creatura produttiva, senza nulla togliere al genio di Coppola ovviamente. La massima principale di Bob Evans, mentore di Al, è che sia lecito fare qualunque cosa, anche fuori le regole, per mandare in porto il film. Al non si fa pregare e la mette in pratica, arrivando perfino a incontrare e a trattare con il boss della malavita italoamericana newyorchese, Joseph Colombo, incarnato da un perfetto, padrinesco Giovanni Ribisi.
È qui infatti che la serie spara una delle sue cartucce migliori, raddoppiando la trama gangsteristica del Padrino nella realtà dei fatti, incredibili, che ne accompagnarono la produzione. Gli intrighi mafiosi che fecero realmente da cornice alla lavorazione del Padrino, con colpi di scena degni dello stesso film, diventano un divertente e appassionante gioco di specchi tra la trama del film in lavorazione e la realtà, costituendo l’ossatura della serie e della sua tematica. Basti la scena in cui Coppola, alla fine di una intensa sessione di sceneggiatura con Mario Puzo, si porta via l’intera scatola di cannoli da un tavolo, in ossequio alla famosa scena in cui Clemenza dice la famosa battuta: “La pistola lasciala, pigliami i cannoli.”
Leggende incarnate
L’altro asso nella manica di The Offer è l’aver messo in scena il mito cinematografico. Vedere Coppola, incarnato in modo fantastico dal paffuto e convincente Dan Fogler di Animali fantastici, impegnato nelle estenuanti sedute di sceneggiatura con Mario Puzo (interpretato dal bravissimo Patrick Gallo), a base di discussioni e cibo, oppure mentre, al primo incontro ufficiale con Evans, snocciola in poche vibranti parole il senso ultimo de Il padrino nonché la sua visione in proposito, è un sogno che si avvera gustoso e divertente.
Esilarante vedere Marlon Brando, interpretato da un insospettabile Justin Chambers (volto storico della immarcescibile serie Grey’s Anatomy) che ne riprende il biascicare (ma certamente non il carisma), ammettere candidamente di aver accettato il ruolo per far dispetto a Frank Sinatra, indispettito dal personaggio del cantante Jimmy Fontaine, legato alla mafia, e chiaramente ispirato a lui. Sono comunque molti i momenti leggendari della lavorazione del Padrino, e delle sue scene più famose, che vengono raccontati e sviscerati con irriverenza e, al tempo stesso, con amore e rispetto. Soprattutto rispetto.
Un periodo irripetibile
Ogni step della lavorazione del Padrino presenta ostacoli e imprevisti paradossali, all’apparenza insormontabili, ed è proprio questo che dona pepe alla narrazione, nonché il ritmo sempre sostenuto dei brillanti dialoghi e di una sceneggiatura che non perde quasi mai colpi. Proprio grazie a quegli ostacoli usciranno fuori l’ostinazione, il coraggio e l’incredibile faccia tosta di Al Ruddy, tutte doti indispensabili per lavorare nell’ambiente del cinema e, soprattutto, a Hollywood. Parlare della lavorazione del Padrino vuol dire tra l’altro affondare le mani in uno dei periodi più esaltanti della storia del cinema e cioè quell’epoca d’oro, definita New Hollywood, in cui nuovi talenti come Coppola, Scorsese, Spielberg, Lucas, De Palma, Friedkin, profondi conoscitori e amanti della settima arte, geniali registi affamati di storie e di fama, si affacciarono agli studios hollywoodiani e riuscirono a dettare legge. The Offer restituisce l’atmosfera elettrizzante di quel periodo, offrendoci sotto-trame collaterali che ci permettono di visitare i set di film leggendari come Butch Cassidy & Sundance Kid, o Getaway, le cui vicende si intrecciarono in qualche modo con Ruddy e con Il Padrino. L’articolazione della serie in 10 episodi permette queste piacevoli digressioni che non allentano il ritmo ma invece arricchiscono la percezione dell’epoca. Il respiro della storia ne guadagna e l’impressione di entrare con tutti e due i piedi nel cuore di un’epoca cinematografica irripetibile è vivida e struggente.
Un amore sconfinato per il cinema
The Offer è felicemente intrisa di amore sconfinato e devoto per la settima arte, che si potrebbe sintetizzare nel memorabile monologo che la direttrice del casting Andrea Eastman (Stephanie Koenig) pronuncia ad uno sconsolato Al Ruddy, dopo che sembra davvero sfumata la possibilità di avere Al Pacino nel ruolo di Michael Corleone. Per brevità ne riportiamo solo la parte finale: ”Quello che tu vuoi veramente dalla vita, anzi l’unica cosa che vuoi dalla vita è che un uomo che si chiama Al Pacino finga di essere un uomo che si chiama Michael Corleone. E hai ragione a sentirti molto infelice per questo. È una cosa importante e io la penso come te. E noi possiamo frequentare soltanto persone che questo lo capiscono. Tutti gli altri sono solo dei civili.”
Impossibile rendere conto nello spazio di una recensione di tutti i commoventi, esilaranti ed emozionanti momenti che costellano la realizzazione de Il Padrino e, di conseguenza la trama di The Offer. Solo nell’ultimo episodio la tensione narrativa cede un po’, nel momento in cui il Padrino viene finalmente acclamato per quello che è, mietendo successi e premi. Ma l’affezione nei confronti dei personaggi, attentamente costruita nel corso della serie, scongiura il pericolo di annoiarsi. Al netto di ciò, consigliamo caldamente a tutti gli amanti del cinema, ma anche ai semplici curiosi, di non perdere questa esaltante, trascinante ed emozionante cavalcata attraverso la genesi di una vera e propria leggenda del cinema.
Conclusioni
Un imperdibile atto di sconfinato amore per il cinema, tradotto in una esaltante e divertente cavalcata attraverso gli incredibili eventi che segnarono la realizzazione del film-cult per eccellenza della storia del cinema. Difficile non rimanere coinvolti dalla vicenda del coraggioso produttore Al Ruddy e dal vedere in azione leggende come Coppola, Brando e Pacino. 10 episodi scorrono davvero senza colpo ferire, grazie ad una narrazione scoppiettante, condita di dialoghi brillanti e pungenti.
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