The Walking Dead 11×17, recensione: e quarantena fu

L’episodio: Lockdown. La serie: The Walking Dead, 2010. Regia: Greg Nicotero. Cast: Norman Reedus, Melissa McBride, Lauren Cohan, Khary Payton, Ross Marquand, Lauren Ridloff, Josh Hamilton, Laila Robins, Jeffrey Dean Morgan.

Genere: horror. Durata: 44 minuti. Dove l’abbiamo visto: su Disney+, in lingua originale.

Trama: Lance Hornsby e Pamela Milton impongono un lockdown all’interno del Commonwealth, mentre le varie fazioni ribelli si incontrano per coordinare la resistenza contro i fintamente benevoli leader della comunità.

Dopo dodici anni, siamo arrivati all’inizio del capolinea: con questo diciassettesimo episodio dell’undicesima stagione, di cui parliamo nella nostra recensione di The Walking Dead 11×17, la (troppo) longeva serie di punta della AMC si appresta a concludersi definitivamente, con il ciclo finale di otto capitoli, a cadenza settimanale su Disney+ fino al 21 novembre.

Una trama “contenuta”

Era forse inevitabile che lo show si concedesse un episodio intitolato Lockdown, alla luce di quanto accaduto negli ultimi due anni. Ed ecco, quindi, che la terza e ultima tranche della stagione conclusiva si concentra per lo più su ciò che accade all’interno del Commonwealth, dove tutti sono bloccati mentre Pamela Milton (a parole) e Lance Hornsby (con la forza) cercano di rassicurare i cittadini e contenere la ribellione. Ribellione che si sta consolidando poiché ora le diverse fazioni sono unite e possono pianificare insieme come procedere contro la tirannia mascherata da utopia devota al bene comune. Non che tutti siano contenti di questa evoluzione: Negan, sempre meno disposto a tornare alle vecchie abitudini, afferma apertamente che forse avrebbe fatto meglio a starsene per i fatti suoi nella sua casa nel bosco…

Allungare il brodo

Prima che Angela Kang subentrasse a Scott M. Gimple (attualmente supervisore creativo dell’intero franchise) come showrunner, The Walking Dead aveva soprattutto un problema, particolarmente vistoso: una struttura sbilenca dove le azioni dei personaggi e la progressione narrativa erano subordinate a una manciata di momenti forti sparsi in punti strategici della stagione (la premiere, i due episodi che segnavano l’inizio e la fine della pausa midseason, e il finale), con l’effetto di un brodo talmente allungato che i tempi della serie erano più morti dei cadaveri ambulanti che periodicamente tormentano i nostri eroi.

Con la nuova gestione si è tornati a una visione più coerente e meno discontinua, risollevando le sorti della serie proprio quando dietro le quinte si stava valutando se andare avanti in eterno o meno. Causa pandemia, la stagione conclusiva è stata allungata di otto episodi rispetto alla norma, e con questa estensione è tornato il vecchio effetto: solo ora siamo arrivati alla vera carne al fuoco per quanto concerne la battaglia tra i nostri eroi e il Commonwealth, le cui vere intenzioni sono state inspiegabilmente trattate come un mistero per giustificare il maggior numero di minuti a disposizione per chiudere la serie madre.

Nostalgia d’altri tempi

Che la fine sia imminente lo segnala anche il riassunto iniziale, che anziché riepilogare gli eventi degli ultimi mesi ripercorre tutta la storia dello show, con la voce narrante di Judith Grimes che ricorda come alcuni lottassero per il bene di tutti (Rick Grimes), mentre altri hanno ceduto alla tentazione del male (Shane, il Governatore, Alpha). Una sorta di In Memoriam per i personaggi che hanno contribuito ai momenti migliori dello show, ma anche per la serie stessa che guarda indietro un’ultima volta prima di gettarsi a capofitto nel brutale presente. Che però promette violenza inaudita più avanti e per il resto, al netto di alcuni efficaci momenti di tensione dovuti alla regia del sempre affidabile Greg Nicotero, se la prende comoda come erano solite fare le stagioni di Gimple.

E così l’attesa si fa nuovamente agonizzante, con il dubbio che si rifà vivo: sarà un finale degno, o dopo i primi segnali promettenti questa annata finale sarà perfettamente nella media, dando ragione ai non pochi fan che nel corso degli anni hanno abbandonato la nave?