Titolo dell’episodio: What’s Been Lost. La serie: The Walking Dead, 2010. Regia: Aisha Tyler. Cast: Norman Reedus, Melissa McBride, Lauren Cohan, Khary Payton, Ross Marquand, Lauren Ridloff, Josh Hamilton, Laila Robins, Jeffrey Dean Morgan.
Genere: Horror. Durata: 42 minuti. Dove l’abbiamo visto: su Disney+, in lingua originale.
Trama: Eugene è stato catturato, e Pamela intende processarlo pubblicamente per l’omicidio di Sebastian, più che altro per consolidare quel poco che rimane della sua influenza sul popolo del Commonwealth. Nel frattempo continua la rappresaglia nei confronti dei presunti alleati di Eugene, e Daryl e Carol cominciano a pensare a nuove soluzioni per porre fine al conflitto…
Siamo a metà strada, arrivati al quarto degli ultimi otto episodi di The Walking Dead, che si congeda dagli spettatori dopo dodici anni di messa in onda (ma è in realtà solo un arrivederci, aspetto di cui parleremo anche in questo articolo). Mancano quattro settimane a quella che ormai è l’agonizzante uscita di scena dello show di maggior successo della AMC, e questo nuovo tassello del rantolo di morte è al centro di questa recensione di The Walking Dead 11×20.
La trama: tensione crescente
Eugene è ora in mano al Commonwealth, e Pamela vuole che sia processato pubblicamente, al fine di preservare l’immagine di società ordinata che i recenti eventi legati ai disaccordi con le altre comunità hanno messo in crisi. E mentre tutti si preparano per l’udienza, Carol e Daryl cercano di escogitare un nuovo stratagemma per sconfiggere la perfida leader del mondo utopico che si è rivelato dispotico. E il nuovo piano prevede, almeno brevemente, la partecipazione di Lance Hornsby, il quale a sorpresa è ancora vivo, dopo che nel capitolo precedente Pamela lo aveva lasciato in cella con la versione zombie di Sebastian…
L’insostenibile lungaggine della stagione
Per via del Covid, i piani per lo show hanno preso una piega diversa dal previsto: la decima stagione è andata in onda con una scaletta troncata, con il finale rimandato di mesi e trasformato in evento speciale a causa dei ritardi nell’elaborazione degli effetti speciali, e poi sono stati aggiunti sei capitoli speciali per mettere in atto le nuove strategie narrative dettate dalla pandemia (storie più contenute con cast ridotto, tra cui la commovente origin story di Negan). L’undicesima, annunciata come l’ultima quando la AMC aveva precedentemente varato l’ipotesi di andare avanti almeno fino alla ventesima, ha ricevuto otto episodi in più, andando in onda in tre blocchi anziché due, e con questo piano si è nuovamente manifestato il viziaccio del brodo allungato che la gestione di Angela Kang aveva sostanzialmente debellato. Una situazione che nemmeno qualcosa di promettente come la regia di Aisha Tyler – grande fan dello show e nota attrice del piccolo schermo americano – riesce davvero a compensare, perché ormai siamo in balìa di un andamento ai limiti del cadaverico che ha reso agonizzante la fase finale di una serie che aveva finalmente ritrovato in parte lo spirito delle annate migliori.
Verso una fine che tale non è
La formula rimane invariata, con infinite, ripetitive discussioni superficiali sui temi della serie e della stagione, dove il mandato della lunghezza dell’annata finale sembra aver avuto la meglio su come raccontare in modo efficiente ciò che rimane di questa storia avviata da Frank Darabont nell’autunno del 2010. Ma in questo caso la parola “fine” è altamente illusoria, e l’episodio precedente lo ha ribadito introducendo la veridicità della voce sugli zombie ormai capaci di scalare muri e aprire porte, una rivelazione epocale che però in questa sede è praticamente stata trattata come un elemento qualsiasi, presumibilmente perché inciderà soprattutto sugli spin-off in uscita nel 2023 e non sul gran finale della serie madre. Gran finale che si avvicina con passo claudicante, allo stesso ritmo dell’escalation del conflitto tra Pamela e i nostri eroi. A questo punto, sono soprattutto gli spettatori a sentirsi come morti che camminano.
La recensione in breve
L'undicesima stagione arriva a metà dell'ultimo blocco di episodi, e il clima mortifero si fa sempre più presente nell'approccio schematico di una scrittura che ha perso di vista i punti di forza della serie.
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