L’episodio : Faith. La serie: The Walking Dead, 2010. Regia: Rose Troche. Cast: Norman Reedus, Melissa McBride, Lauren Cohan, Khary Payton, Ross Marquand, Lauren Ridloff, Josh Hamilton, Laila Robins, Jeffrey Dean Morgan.
Genere: Durata: 44 minuti. Dove l’abbiamo visto: Su Disney+, in lingua originale.
Trama: Carol, Daryl e Maggie iniziano a progettare come riprendersi Alexandria, trasformato in campo di prigionia dalle alte sfere del Commonwealth, mentre Eugene cerca di sopravvivere al processo ordito da Pamela Milton. E poi c’è Negan, il cui percorso di redenzione continua a spiazzare…
Terzultimo viaggio, per quanto concerne il filone principale, nel mondo ideato dodici anni or sono da Frank Darabont a partire dall’acclamato fumetto di Robert Kirkman. Un mondo il cui fascino si è fatto decisamente meno coinvolgente con il passare delle stagioni, nonostante occasionali recuperi di energia nell’ultimo paio d’anni. E ora tutto sta per finire, o quasi, ed è uno degli elementi alla base della nostra recensione di The Walking Dead 11×22.
La trama: triplice linea narrativa
Dopo aver scoperto che il Commonwealth usa Alexandria come prigione, il gruppo capitanato da Carol, Daryl e Maggie comincia a progettare il primo atto di ribellione, servendosi di vari passaggi segreti per tornare a “casa”. Altrove, nei boschi, Aaron e i suoi compagni di viaggio scoprono che lo stesso problema esiste a Oceanside, mentre Eugene cerca di uscire vivo dal processo messo in piedi da Pamela Milton per preservare la reputazione del Commonwealth. E poi c’è Negan, condannato ai lavori forzati e preso di mira dal leader del cantiere per le sue presunte conoscenze di piani di rivolta, teoria alla quale l’ex-villain, con la classica ingannevole schiettezza, risponde “A parte mia moglie, qui mi odiano tutti”.
L’importanza di essere Jeffrey Dean Morgan
“It’s fucking Negan, isn’t it?” Questa la celebre risposta di Jeffrey Dean Morgan al suo agente quando arrivò l’offerta, all’epoca ancora vaga, di diventare parte del cast di The Walking Dead. Il commento di un fan dichiarato del fumetto di Kirkman, che non vedeva l’ora di incarnare uno dei personaggi più amati dell’universo zombie della Image Comics, il più iconico di tutti gli antagonisti che Rick Grimes e soci hanno dovuto affrontare, e protagonista effettivo di questo episodio come indicato nel riassunto iniziale. E il suo fu un esordio col botto, complice un cliffhanger che fece discutere i fan per mesi prima di una risoluzione che per certi versi è stata l’inizio della fine per il personaggio, la cui consueta imprevedibilità si è rapidamente fatta prevedibile. Fino al suo recente percorso di redenzione, che ha permesso a Morgan di dare a Negan una maggiore profondità, in particolare nella toccante origin story (con la vera moglie dell’attore nei panni della defunta consorte) che ha chiuso la sezione “extra” della decima stagione causata dalla pandemia. E anche in episodi recenti, al netto della scrittura sbilenca e un arco narrativo ad alto tasso di ripetizione (il rapporto tra Negan e Maggie), la sua è stata la performance più magnetica, il motivo migliore per continuare a seguire una serie che in precedenza lo ha quasi sprecato in più occasioni.
Eppur si muove
Ironia della sorte, dopo l’attacco al treno che non andava da nessuna parte nello scorso episodio, a questo giro si comincia a percepire un ritrovato impeto narrativo, con tutti i nodi che stanno venendo al pettine e il lungo tempo morto sulla vera natura del Commonwealth ormai un (non troppo) lontano ricordo. Ci si avvia verso il finale su un percorso che si ricollega agli inizi della serie, riprendendo un escamotage del secondo episodio in assoluto per approfondire uno degli elementi più interessanti che erano stati sepolti sotto infiniti strati di scrittura a singhiozzo e progressione narrativa rimandata in nome di un numero spropositato di capitoli per l’annata conclusiva. E a dare la speranza, in modo coerente con l’interpretazione letterale del titolo dello show, è uno di quei famigerati morti viventi che ultimamente, complice il Covid, erano soprattutto delle comparse occasionali.
La recensione in breve
Con il traguardo in vista, la stagione finale di The Walking Dead comincia a dare nuovamente segni di vita, affidandosi principalmente al ritrovato entusiasmo degli attori e a una sceneggiatura che non gira a vuoto per allungare il brodo.
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Voto CinemaSerieTV