L’episodio: Rest in Peace. La serie: The Walking Dead, 2010. Regia: Greg Nicotero. Cast: Norman Reedus, Melissa McBride, Lauren Cohan, Khary Payton, Ross Marquand, Lauren Ridloff, Josh Hamilton, Laila Robins, Jeffrey Dean Morgan.
Genere: horror. Durata: 64 minuti. Dove l’abbiamo visto: su Disney+, in lingua originale.
Trama: Judith Grimes è in bilico tra vita e morte all’ospedale, e gli zombie hanno invaso il Commonwealth, rendendo la battaglia finale tra il gruppo e Pamela ancora più drammatica del previsto…
Dodici anni, undici stagioni, 177 episodi. Tale è stata la durata della più longeva serie trasmessa da AMC (il canale su cui negli USA andavano in onda Mad Men e Breaking Bad, per intenderci), dal 31 ottobre 2010 al 20 novembre 2022. E ora siamo giunti al capolinea, con la quasi paradossale distribuzione internazionale a cura di Disney+ (un risultato della trattativa Disney-Fox di qualche anno fa), e di questo tanto agognato traguardo – soprattutto da parte di chi ancora seguiva la serie – parliamo nella nostra recensione dell’episodio finale (11×24) di The Walking Dead.
La trama: e armata di morti viventi fu
Quello che tutti ritenevano impossibile è accaduto: i cadaveri ambulanti, alcuni ora talmente evoluti da riuscire a servirsi di utensili rudimentali e scalare i muri, hanno invaso il Commonwealth, costringendo Pamela Milton a barricarsi nella zona più sicura mentre gli altri sono abbandonati al loro destino. Altrove negli stessi territori, Daryl sta cercando disperatamente di salvare Judith Grimes, in bilico tra vita e morte dopo che Pamela le ha sparato, e il resto del gruppo si organizza per portare a termine una duplice missione finale: assicurare la perfida governatrice del Commonwealth alla giustizia, e liberarsi definitivamente della minaccia zombie nella regione.
Che emozione, sarà perché finiamo!
È più o meno dal 2017 che ci si chiede quando The Walking Dead avrebbe chiuso i battenti, e non solo per una questione di qualità: dopo il picco assoluto di ascolti negli USA con la premiere della settima stagione (l’episodio in cui si scopre chi, nel finale dell’annata precedente, era morto per mano di Negan e Lucille), e al netto di introiti non indifferenti quali i diritti internazionali e per lo streaming (ci sono mercati in cui la serie è disponibile su un paio di piattaforme diverse), lo show ha continuato a perdere spettatori. Sono diventati abituali commenti del tipo “Ho mollato dopo stagione X” sotto qualunque notizia o articolo riguardante la serie, a volte con risultati parossistici: a chi scrive è stato rinfacciato l’uso dell’immagine di un certo personaggio come copertina della recensione di un episodio dell’undicesima stagione (e si tratta di qualcuno la cui sopravvivenza non è mai stata messa in dubbio), solo perché il commentatore aveva smesso di guardare lo show “in diretta” dopo l’ottava.
Mantenere la promessa
Per chiudere in bellezza, con un episodio dall’alquanto ironico titolo Rest in Peace, è stato convocato Greg Nicotero, mago degli effetti speciali che, dopo aver inizialmente creato il look degli zombie, è stato progressivamente promosso a produttore esecutivo e regista, diventando una delle principali forze creative della serie. E nelle sue mani il gran finale, con la sua durata estesa di 64 minuti anziché i soliti 42 circa, diventa il tipo di spettacolo che lo show prometteva da anni senza mai veramente esserne all’altezza, soprattutto negli ultimi due anni quando il Covid ha ridotto al minimo l’uso delle comparse per interpretare i morti viventi, facendo ricorso ad angolazioni e montaggio per suggerire moltitudini dove – per questioni di sicurezza – c’erano al massimo una quindicina di persone ben distanziate. Qui l’orda venuta dall’oltretomba è numerosa e letale, con sequenze ad alto tasso di gore che senza ombra di dubbio sanno ripagare la pazienza di coloro che, per un motivo o l’altro, sono arrivati fino in fondo.
Diluire il brand
Da diversi mesi, complice l’annuncio di alcuni spin-off che arriveranno il prossimo anno (uno su Daryl, uno su Rick e Michonne, uno su Maggie e Negan), ci si chiedeva come questo potesse essere un vero finale di serie, una conclusione definitiva, dal momento che è ben nota l’intenzione di mantenere in vita il franchise tramite altre serie le cui trame in teoria ricondurranno a dove lasciamo ora l’allegra banda, con quella che vuole anche essere una celebrazione di quanto accaduto in undici stagioni (e siccome la serie è girata ad Atlanta, sede principale dei film Marvel, c’è un effetto Avengers: Endgame in alcune scene). “Noi siamo quelli che vivono”, recita una sorta di mantra che è lo spirito dell’intero episodio, contraltare ironico al fatto che la serie madre è ormai morta e sepolta, nonostante i venti minuti finali che vorrebbero essere un epilogo sincero ma sono soprattutto un lungo teaser per almeno due delle prosecuzioni che arriveranno sui nostri schermi nel 2023. E in tal senso c’è una perversa coerenza con ciò che aveva spinto Robert Kirkman a creare il fumetto originale vent’anni fa: voleva fare l’equivalente cartaceo di un film di zombie, ma senza dover mai portare a termine il racconto…
La recensione in breve
Al netto dello scivolone nella parte finale che serve solo per porre le basi per gli imminenti spin-off, l'episodio conclusivo di The Walking Dead riesce a mantenere la promessa di regalare al pubblico un piccolo, efficace film di zombie.
- Voto CinemaSerieTV