La serie: Totenfrau – La signora dei morti, 2022. Creata da: Barbara Stepansky, Benito e Wolfgang Mueller. Cast: Anna Maria Mühe, Yousef Sweid, Hans-Uwe Bauer. Durata: 50 minuti circa/6 episodi. Dove l’abbiamo visto: in anteprima su Netflix.
Trama: Blum è la proprietaria di un impresa di pompe funebri che, dopo la morte improvvisa dell’amatissimo marito, si tufferà nella ricerca di vendetta. Nel farlo porterà alla luce un intricato mistero radicato nel passato della sua cittadina.
Ci troviamo in una di quelle piccole cittadine in cui tutti si conoscono e in cui non succede mai niente. Ovviamente sono spesso il teatro ideale per cruenti omicidi. È a Bad Annenhof, una località sciistica austriaca, che prende il via questa storia tratta dal bestseller di Bernhard Aichner. Come vedremo in questa recensione di Totenfrau – La signora dei morti, la serie Netflix creata da Barbara Stepansky, Benito e Wolfgang Mueller, potrebbe essere esattamente ciò che l’abbonato della piattaforma – orfano dei grandi successi crime della stagione, come The Watcher e Dahmer – Mostro – stava cercando per arricchire di brividi e mistero le sue giornate. Cruenti omicidi, una protagonista forte (ma moralmente ambigua), un piccolo paesino di provincia in cui le faide hanno radici profonde e una spruzzata di violenza rituale. Dai protagonisti alla gelida ambientazione, Totenfrau è un giallo/thriller che cattura e appassiona, è siamo sicuri verrà apprezzato dai fruitori Netflix che hanno dimostrato di amare questo genere di storie.
La trama: angelo della vendetta
Blum (Anna Maria Mühe) è la proprietaria di un’impresa di pompe funebri che ha perso entrambi i genitori – affogati in un tragico incidente mentre i tre erano in vacanza in barca in Croazia – appena diventata adulta. A rischiarare una vita che sembra indissolubilmente legata alla morte, il marito Mark, un poliziotto integerrimo che ama aiutare il prossimo, e i due figli, Nela e Tim.
Una mattina però la cosa peggiore che avrebbe mai potuto immaginare accade: Mark viene investito da un pirata della strada – che abbandona velocemente il luogo dell’incidente senza lasciare tracce – e poco dopo muore in ospedale. Blum è distrutta, e il suo unico obiettivo diventa trovare l’assassino. Fin da subito, però, in lei inizia a crescere il sospetto che la morte del marito non sia stata una tragedia dettata dal caso: un secondo cellulare con degli strani messaggi diretti a Mark, lo strano comportamento dei colleghi poliziotti e la jeep dell’uomo dell’assassino, che inspiegabilmente le autorità non riescono a trovare. Quando poi, poco tempo dopo il funerale del marito, Blum trova una ragazza spaventata che l’uomo stava cercando di nascondere perché in pericolo, il mistero che si dipana di fronte a lei si fa terrificante e complesso.
Chi sono gli uomini mascherati che nei ricordi confusi della ragazza, Dunja, torturavano e uccidevano giovani donne come lei? Che cosa c’entrano alcune personalità di spicco della cittadina, tra cui l’erede del ricco impianto sciistico di Bad Annenhof?
Blum si vota completamente alla sua missione: scoprire la verità e trovare, a uno ad uno, i colpevoli della morte del suo amato marito. Per farlo si trasformerà in un angelo della vendetta spietato e senza scrupoli.
L’ambientazione perfetta per un thriller
A colpire immediatamente durante la visione è l’ambientazione perfetta per una storia di questo tipo. Non che portare un thriller in una località montana gelida e isolata sia una novità (certi scrittori nordeuropei hanno fatto di queste location la loro fortuna), ma può dare sempre quello sprint in più alla narrazione, in cui la freddezza crudele dell’ambiente rispecchia quella dell’anima dei personaggi, da una parte i killer e la stessa protagonista, mossa da una furia vendicativa che si ritrova a pieno nella forza degli elementi naturali.
La regia sa poi sfruttare a pieno le condizioni ambientali della location montana: strade che si inerpicano per pendii innevati, esterni spaziosi e impressionanti e interni stretti e bui, in particolare la camera mortuaria della funeraria di Blum, in cui hanno luogo alcuni dei momenti più intensi della serie.
Il cast: una splendida Anna Maria Mühe
L’ottima riuscita di Totenfrau è dovuta alla sua splendida protagonista, Anna Maria Mühe, che dà vita a un personaggio unico, guidato dalla necessità di giustizia ma anche da una necessità di vendetta tutta personale. Peccato che non se ne sia approfondito maggiormente il passato (a un certo punto si accenna al fatto che sia stata adottata, ma non si sa molto di più su questo), cercando di trovare nel rapporto disfunzionale con i genitori le radici delle sue azioni nel presente: a rendere Blum particolarmente affascinante è un universo psicologico ed emotivo difficile da inquadrare – nel dialogo continuo con i morti sul suo tavolo di lavoro ci chiediamo se abbia dei poteri psichici o qualche tipo di disturbo -, che spesso va di pari passo con il tipo di caratterizzazione che solitamente associamo ai villain. Nello scontro con uno dei killer viene sottolineata l’ambiguità di fondo della protagonista, che da una parte disturba lo spettatore ma che dall’altra è la chiave per creare una profonda connessione emotiva. Blum farà di tutto per vendicare la morte dell’amato marito, e noi siamo con lei nella sua ricerca di giustizia (anche quando compie gli atti peggiori, che visti i destinatari però non possiamo che perdonare).
Anche il resto del cast è all’altezza della storia, nonostante passi un po’ in secondo piano rispetto a una protagonista che è sempre al centro dell’azione. Interessante il personaggi di Reza (Yousef Sweid), immigrato siriano accolto da Mark che diventerà un indispensabile alleato per la donna.
Un finale ben costruito
Anche il finale non delude, tirando le fila delle varie storyline e trovando una soluzione soddisfacente al mistero. Lo sbrogliarsi della trama thriller non sempre procede senza intoppi (risulta un poco credibile che Blum riesca a cavarsela sempre senza venire scoperta), alcuni momenti sono forse un po’ affrettati (tutta la sottotrama legata alla figlia Nela risulta un po’ inutile nell’economia complessiva della storia) e, come già vi anticipavamo, ci si poteva soffermare un po’ di più sul passato della protagonista. Detto questo, però, Totenfrau – La signora dei morti è un giallo ben costruito, che soddisfa le aspettative degli amanti di questo genere di prodotti, e che colpisce per un’eroina interessante e anticonvenzionale.
La recensione in breve
Totenfrau - La signora dei morti è una serie thriller ben costruita e intrigante, sorretta da un personaggio femminile unico. Ottima l'interpretazione della protagonista Anna Maria Mühe.
- Voto CinemaSerieTV.it