La Serie: Unwanted – Ostaggi del mare. Regia: Oliver Hirschbiegel. Genere: Thriller. Cast: Marco Bocci, Jessica Schwarz, Dada Bozela, Hassan Najib, Jonathan Berlin, Jason Derek Prempeh, Onyinye Odokoro, Cecilia Dazzi, Francesco Acquaroli, Barbara Auer, Sylvester Groth, Marco Palvetti, Denise Capezza, Nuala Peberdy, Samuel Kalambay, Amadou Mbow, Edward Asante Apeagyei, Reshny Massaka, Onyinye Odokoro, Massimo De Lorenzo, Scot Williams.Durata: 50 minuti circa. Dove l’abbiamo visto: Anteprima stampa.
Trama: La nave da crociera Orizzonte, piena di turisti occidentali, trae in salvo un gruppo di migranti a seguito del naufragio della loro imbarcazione. La situazione precipita quando alcuni migranti, scoperto che la crociera si muove verso la Libia, dalla quale sono partiti, decidono di prendere in ostaggio la nave.
C’è una verità di fondo incontrovertibile che continua a ronzarci nella testa mentre vediamo Unwanted – Ostaggi del mare. Il tema dei migranti è quanto mai scottante e toccante e nonostante questa sua importanza è sempre tenuto ai margini di tutto. Come se ci fossimo abituati a sentir parlare di naufraghi, morti, disperazione. Come se non volessimo sentirci responsabili o colpevoli di tutto questo. La miniserie Sky diretta da Oliver Hirschbiegel, liberamente tratta da Bilal, il libro di Fabrizio Gatti sul suo viaggio sotto copertura fra i migranti sulle rotte fra Africa ed Europa è quindi un’opera che non vorremmo definire necessaria, ma che di certo ha il merito di mettere le mani in questo magma doloroso. E pur con qualche affanno nella scrittura, firmata da Stefano Bises assieme a Alessandro Valenti, Bernardo Pellegrini e Michela Straniero, riesce ad arrivare al cuore. Come vedremo nella recensione di Unwanted – Ostaggi del mare, di cui abbiamo visto il primo episodio in anteprima stampa, in arrivo in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW dal 3 novembre, queste persone non volute sono in realtà esseri umani che non possono essere ignorati.
La trama: se l’orizzonte è troppo lontano
Un gruppo di migranti prova a lasciare l’Africa per approdare in Italia. Di notte si radunano su un’imbarcazione che fatica quasi a portarli tutti. L’eritreo Ibrahim sogna di riabbracciare moglie e figlio. Marem e sua figlia Miracle vogliono disperatamente sopravvivere alla traversata. Elvis, albino, ha vissuto tutta la vita con lo stigma della sua malattia, ma si immagina felice con la maglia di Mbappé. Tareq non ha più nulla da perdere e per questo è disposto a tutto. Quando la loro barca esplode, a salvarli è l’equipaggio di una mastodontica nave da crociera, l’Orizzonte, guidata da un giovane comandante. Tra luci, musiche e buffet sontuosi, l’incontro-scontro tra questi due mondi distanti è una vera e propria deflagrazione che cambierà le vite di tutte e tutti. Soprattutto quando Tareq deciderà di prendere in ostaggio la nave, perché non vuole tornare in Libia.
In mezzo al mare
Unwanted – Ostaggi del mare ha due anime ben divise. Il cuore pulsante del racconto è quello dei migranti. Donne, bambini e uomini che desiderano salvarsi da un destino infame e che per questi vengono considerati pericolosi. Poi c’è la parte che descrive invece il mondo dei ricchi, dei bianchi, che li guarda subito con sospetto e che punta in primo luogo a difendere lo status quo. Qualsiasi esso sia. Perché chi è su quella nave vuole un sogno, non la realtà. La diversità di scrittura tra queste due parti è gigantesca. Tanto commovente, vera, umana, dolorosa è la prima, tanto superficiale, grottesca, banale è la seconda. La sensazione è che in fase di scrittura non si sia modulato il tono del racconto, creando di fatto una storia bicefala, in cui però i due emisferi non comunicano.
All’emozione palpitante del blocco dei migranti, corrisponde purtroppo la superficialità dell’altro. A tavola allora le coppie formate da Francesco Acquaroli e Cecilia Dazzi, e Marco Palvetti e Denise Capezza inanellano una serie di banalità. Che, badate bene, sono le stesse che si leggono sui social ogni giorno, non importa quanto progressiste o reazionarie siano le persone coinvolte. Anzi, forse sono proprio le istanze progressiste a essere quelle più svuotate di significato dal contesto.
Ammettiamo che tutto sia voluto. Che frasi del tipo “senza invito non mi presento a casa degli altri”, con riferimento alla tendenza dei migranti di sbucare senza permesso al largo delle coste italiane siano state scelte per esemplificare un certo modo di pensare. E che, al contrario, anche il progressismo voglia in qualche modo dare fastidio. Ebbene, il risultato non è comunque armonico, ed è costruito senza sfumature.
La speranza non muore
Abbiamo evidenziato subito quello che per noi è un difetto, ma Unwanted – Ostaggi del mare ha anche tante qualità. Prima fra tutte la genuina resa delle storie di questi migranti che incarnano sogni e paure di tante e tanti di loro. Particolare tenerezza la proviamo per il personaggio di Elvis, un adolescente albino che per la sua condizione è considerato come una sorta di mostro, e che invece mantiene nel suo cuore una dolcezza giovanile che l’orrore del mondo non ha scalfito.
Vuole la maglia di Mbappé e riesce a parlare con una coetanea, instaurando immediatamente un rapporto umano con lei. Il cambio di dinamiche (narrative e umane) innescato dal sequestro dell’equipaggio e dei passeggeri dell’Orizzonte ci sarà e sarà ovviamente essenziale per mettere alla prova tutte e tutti. E soprattutto per mettere in crisi ogni certezza precostituita, da una parte e dall’altra. Mescolando le carte ancora una volta.
La recensione in breve
Una serie a due teste e a due velocità Unwanted - Ostaggi del mare, diretta da Oliver Hirschbiegel. Il cuore, però, fortunatamente è uno solo ed è tutto nella storia di un gruppo di migranti che fugge dall'Africa e si trova padrone e artefice del proprio destino.
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Voto CinemaSerieTV.it